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Siamo quello che sprechiamo

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Quest’anno, la giornata mondiale dell’ambiente è stata dedicata alla lotta contro gli sprechi alimentari… l’editoriale sul mensile di Luglio-Agosto parla di cibo, spreco e sostenibilità.
Siamo quello che sprechiamo
Anche in questo caso, come per le altre ricorrenze istituite dall’Onu, la celebrazione si è consumata rapidamente nel solito giro di conferenze per addetti ai lavori, gran gala e qualche apertura dei Tg.
Eppure si tratta di un tema centrale e molto attuale, perchè mai come nel caso dello spreco di cibo la somma delle responsabilità e delle scelte individuali possono fare la differenza.
I numero oramai li conosciamo tutti: ogni anno vanno perduti o sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo: un terzo della produzione mondiale.
Si tratta di una quantità enorme di alimenti, un quarto dei quali sarebbe sufficiente per nutrire gli 868 milioni di persone che nel mondo soffrono la fame.
Lo spreco di cibo non è solo una questione di ingiustizia sociale, ma danneggia anche il Pianeta e alleggerisce le nostre tasche.
Una volta nel cassonetto, gli scarti alimentari si trasformano in rifiuti: inquinano e producono gas serra.
In Italia, l’acquisto di cibo assorbe quasi un quinto del reddito; su scala planetaria la produzione alimentare consuma il 70% dell’acqua potabile, causa l’80% della deforestazione e produce il 30% delle emissioni di gas serra.
La ricetta per sanare questa lunga lista di guasti è molto semplice: non facciamoci accalappiare dalla “porno ortofrutta”, quelle mele o quelle melanzane lucide e perfette, ma che non sanno di nulla.
Gli ortaggi e i frutti piccoli e un pò bruttini, oltre a essere meno trattati spesso sono anche più gustosi e nutrienti perchè contengono meno acqua e più principi nutritivi.
In ogni caso, diamo la preferenza agli alimenti bio di stagione e quando possibile di provenienza locale.
E’ bene fare attenzione alle date di scadenza, ma senza esagerare. “Da consumarsi preferibilmente entro” non indica una data oltre la quale il cibo diventa tossico, spesso suggerisce solo il momento più indicato per la sua qualità ottimale.
Prima di acquistare altro cibo, consumiamo quello che c’è nel frigo e quando andiamo al ristorante facciamo “all’americana”: non vergogniamoci di portare a casa gli avanzi e diventiamo creativi nel riciclarli.
Se poi nonostante tutte queste accortezze il nostro frigo è ancora troppo pieno, invitiamo amici, ma anche sconosciuti, alla nostra tavola, o facciamo donazioni alle associazioni locali.
Utilizziamo gli scarti non commestibili per il compostaggio o, se non c’è la possibilità di fare un compost in casa, cerchiamo il cassonetto dell’organico più vicino.
Se è vero, come afferma Feuerbach, che “siamo quello che mangiamo”, ancora di più “siamo quello che sprechiamo”.

Testo tratto dall’editoriale del direttore della rivista Terra Nuova, Mimmo Tringale, numero di Luglio-Agosto 2013.

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