Dall’inizio dell’anno ci sono stati due eventi di rilievo: l’insediamento di Joe Biden come 46° presidente degli Stati Uniti e il World Economic Forum. La riflessione di Alberto Bencistà, presidente di Toscana Bio.
Gli eventi più importanti dell’inizio dell’anno nuovo sono stati due: l’insediamento di Joe Biden come 46° presidente degli Stati Uniti e di Kamala Harris come vice il 20 gennaio, ed il World Economic Forum che si è tenuto a Davos, in Svizzera, dal 27 al 29 gennaio, con il seguente ordine del giorno: come salvare la Terra; rendere più eque le economie; sviluppare la tecnologia; costruire la società e il lavoro del futuro; migliorare il mondo del business; migliorare i sistemi sanitari; incentivare il multilateralismo.
L’importanza del Forum è testimoniata, oltre che dagli argomenti trattati, dalla partecipazione (online) dei leader politici, fra i quali ricordiamo Macron, Merkel, Von der Leyen, Netanyahu, Modi (India), Xi Jinping, Putin, Guterres (Onu), mentre Conte, il cui intervento era previsto per il 27, ha dovuto rinunciare a causa della crisi di governo. Qualche giorno prima dell’inizio del Forum, Paolo Cacciari si chiedeva su Il Manifesto: «Ci prendono in giro o vanno presi seriamente?». E concludeva «l’idea è sempre quella: trovare dei meccanismi di mercato che rendano miracolosamente compatibili le tre P: Profit, People, Planet. Pardon, ora in preparazione del G20, il Profit è stato pudicamente mutato in Prosperity. Basterà?».
Ad aumentare i miei timori ci ha pensato Greta Thunberg, che ha iniziato a frequentare il Forum dal 2019 quando aveva sedici anni ed ha inviato un messaggio in video, che questa volta ha avuto una minore attenzione da parte dei mass media, forse perché contiene troppe verità scomode come questa: «Oggi sentiamo leader e nazioni di tutto il mondo parlare di “emergenza climatica esistenziale”. Ma invece di agire immediatamente come si farebbe in qualsiasi emergenza, stabiliscono obiettivi vaghi, insufficienti e ipotetici molto in là nel tempo, come con il “net-zero 2050”. Obiettivi basati su scappatoie e numeri incompleti. Obiettivi che equivalgono alla resa. Anche se accogliamo con favore ogni singola iniziativa sul clima, le proposte presentate e discusse oggi sono molto lontane dall’essere sufficienti. Il tempo dei “piccoli passi nella giusta direzione” è finito da un pezzo».
Per aiutarci a conciliare il pessimismo dell’intelligenza con l’ottimismo della volontà, e quindi motivarci ancora di più all’azione, buone notizie arrivano invece dagli Stati Uniti, dove Joe Biden, nel primo giorno da presidente, ha firmato importanti ordini esecutivi per ripristinare normative ambientali cancellate da Trump e rientrare nell’Accordo di Parigi sul clima, sottoscritto da 196 Stati nel 2015, ha nominato John Kerry come inviato presidenziale per il clima e proposto di ospitare un summit sull’argomento con la partecipazione dei leader mondiali il 22 aprile, in concomitanza con la Giornata della Terra. Potrebbe essere questa l’occasione per una svolta decisiva a livello politico mondiale, come richiesto da Greta.
Peccato che abbia nominato come capo del Dipartimento Agricoltura Tom Vilsack, ovvero «Mr. Monsanto», perché come scrive Lifegate: «L’Organic consumers association (Oca), un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove il biologico negli Stati Uniti, ha espresso immediatamente il proprio dissenso, ricordando che nel 2001 Vilsack era stato eletto “governatore dell’anno” dalla Biotechnology industry organization (oggi Biotechnology innovation organization), la più grande associazione di categoria nel campo delle biotecnologie. Stando all’Oca, Vilsack avrebbe approvato più organismi geneticamente modificati (ogm) di qualunque altro segretario all’agricoltura nella storia del paese, almeno tredici. Insomma, un parente della ex ministra Bellanova.
Alberto Bencistà è presidente di Toscana Bio e rappresentante della Toscana di Federbio.
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Articolo tratto dalla rubrica Spunti di vista
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