Sulle spiagge c’è sempre più cemento
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«La linea di costa italiana misura circa 8300 chilometri, di cui il 13% è occupato da opere artificiali come porti, opere di difesa costiera, opere idrauliche di impianti industriali, strutture artificiali a supporto della balneazione. Negli ultimi vent’anni, la costa artificializzata è aumentata complessivamente di oltre 100 chilometri» si legge nel report. «L’artificializzazione è ancora più rilevante nelle zone retrostanti le spiagge, nelle quali ogni anno dune costiere, terreno coltivato, vegetazione e formazioni naturali vengono sostituite da oltre 10 chilometri di opere antropiche. Nell’insieme, la linea di retrospiaggia misura circa 4000 chilometri, di cui solo metà restano naturali, mentre oltre il 20% è completamente occupato da opere artificiali, come infrastrutture viarie, abitazioni, lidi, siti produttivi. L’incremento in questo caso è stato di oltre 200 chilometri negli ultimi vent’anni. Il restante 30% si caratterizza come urbano sparso, occupato quindi in maniera parziale e discontinua da opere antropiche».
L’incubo cemento
Però, una volta versato, il cemento resta. Nella costa davanti Praia a Mare (Cs), all’interno del parco marino regionale Riviera dei Cedri, la bellissima e fragile Isola di Dino, zona Sic (Sito di interesse comunitario) e di protezione speciale, è stata nei decenni passati deturpata da strutture in cemento.
«Sulle scogliere ci sono ancora lastricati, resti di una piscina, calcinacci, pozzetti e manufatti in abbandono. Nella sommità dell’isola ci sono rifiuti di ogni genere, tra rovine di costruzioni, carcasse di auto, eternit, catrame, frigoriferi. Sono i resti di resort di lusso costruiti negli scorsi decenni e poi abbandonati. Queste abitazioni scaricavano i liquami direttamente in mare, finché nel 2010, per ordinanza del sindaco, non sono stati più accessibili. L’isola da anni è deserta ma nessuno l’ha ancora bonificata» spiega Roberto Laprovitera, presidente di Italia Nostra sezione Alto Tirreno Cosentino. «Di fronte alla spiaggia, inoltre, dentro l’area protetta, ormeggiano centinaia di imbarcazioni, anche se non potrebbero. D’estate, ogni giorno, le barche a motore portano i turisti fin dentro le grotte marine (zone protette) dell’Isola di Dino, spesso e volentieri tenendo il motore acceso, appestando l’aria e inquinando l’acqua. Come Italia Nostra abbiamo inviato denunce di infrazione per il mancato rispetto delle misure di conservazione alla Regione, alla Commissione europea, all’Ente per i parchi marini. L’ancoraggio delle barche con enormi blocchi di cemento ha avuto un impatto distruttivo sui fondali, danneggiando la Poseidonia Oceanica, che già era in fase di forte regressione. Dallo scorso anno i sub della guardia costiera hanno tolto dai fondali più di 100 massi di cemento, cordame e pneumatici. Negli anni passati anche Italia Nostra in poche settimane ha raccolto tonnellate di rifiuti dai fondali».
Spiagge libere cercasi
Fondi per riqualificare
«Una scelta sbagliata» afferma senza mezze parole Giorgia Gaibani, responsabile Difesa del territorio e Natura 2000 della Lipu, «che mette a rischio ambienti delicatissimi, con habitat e specie spesso molto sofferenti, come ad esempio il Fratino, monitorato e tutelato in Italia dal Comitato nazionale conservazione Fratino, e la tartaruga marina Caretta caretta. Un ambiente, quello delle spiagge, che va curato e preservato, e non può essere la location di mega concerti».
A fine marzo 2022, in periodo vietato per nidificazione, è stato abbattuto un filare lungo 65 metri di tamerici per fare spazio al Jova Beach a Marina di Ravenna. Intanto a Fermo, quindici associazioni locali (tra cui le sezioni locali di Wwf Natura Picena e Fiab Macerata Fermo) hanno firmato una diffida al Comune contro l’eventuale decisione di autorizzare i concerti nella spiaggia «Casabianca», area di nidificazione del Fratino, già devastata dai concerti del 2019. Lo slogan creato dal fumettista Franco Sacchetti è inequivocabile: «Sì fratino, no Party!».
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Luglio/Agosto 2022
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Fratini d’Italia è un reportage a fumetti sulla stagione di nidificazione del Fratino: racconta la storia minima di resistenza di questo minuscolo ma determinato cittadino delle nostre spiagge, che reclama il suo diritto di residenza insieme alle tante specie viventi esiliate dall’industria balneare.