«Le gravi crisi che affliggono l’umanità, che minacciano contemporaneamente l’economia globale, la pace e l’integrità ecologica del Pianeta, pongono in serio pericolo l’agricoltura e la sicurezza alimentare mondiale. L’agricoltura industriale e l’allevamento intensivo, che occupano la parte maggioritaria della superficie agricola globale, sono parte del problema in quanto rappresentano uno dei principali fattori alteranti la biosfera, emettendo non meno del 30% dei gas serra. Questa agricoltura si sta espandendo sempre più, a scapito degli ecosistemi naturali, del paesaggio che è casa comune, espellendo popolazioni contadine e indigene, non risolvendo la fame nel mondo e lasciando un’enorme impronta ecologica associata alla deforestazione e all’uso intensivo di prodotti agrochimici e transgenici.
La dipendenza dai sistemi alimentari si è evidenziata con il conflitto armato Russia-Ucraina che ha fatto salire alle stelle i prezzi di fertilizzanti, carburanti e alimenti, dimostrando che una vera sovranità alimentare è necessaria per tutte le comunità nel mondo e del mondo. Ci ferisce direttamente questa guerra in Ucraina come anche quella a Gaza e in altri 31 paesi, con il suo vergognoso sacrificio di centinaia di migliaia di vittime innocenti e di giovani inutilmente guerrieri, con il suo spreco di risorse investite in armi, di distruzione di città come di natura, terra e animali. Fortunatamente esiste un percorso alternativo: l’agricoltura agroecologica, capace di ricucire la frattura sociale, umana, ambientale creata dalla guerra contro la natura. L’agroecologia è guidata in vari angoli del mondo da movimenti di agricoltori e cittadini solidali, con azioni concrete per un percorso di uguaglianza socioeconomica e sostenibilità ecologica. Diffusi in tutto il mondo ci sono migliaia di gruppi nelle città e nelle aree rurali impegnati in iniziative per un’agricoltura veramente sostenibile che conservi la biodiversità, si adatti ai cambiamenti climatici e affronti i problemi della fame, della povertà e della giustizia sociale.
L’agroecologia può portare alla pace e risolvere i problemi ecologici del Pianeta, ma richiede anche lo sviluppo di un rapporto spirituale tra l’uomo e l’ambiente e riafferma il concetto di convivenza armoniosa con tutti gli esseri viventi della Terra. È sempre più necessario vedere la crisi ecologica, la guerra e il cambiamento climatico come una sfida spirituale, oltre che ecologica e politica. Senza una terra sana non esistono persone sane e senza di esse non può esserci pace tra gli esseri umani e tra questi e la natura. Noi ci riconosciamo in questa pratica agroecologica, che vuol dire sentirsi parte, mai controparte. Da tante parti del mondo, lanciamo questo appello per raccogliere e unire l’impegno di tanti per la Terra e non per la guerra».
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