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Tornare alla mente incontaminata

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Grazie agli insegnamenti di Orgyen Chowang Rinpoche possiamo veramente comprendere l’importanza di recuperare la chiarezza e la purezza mentale che ci consentono di vivere con consapevolezza il presente liberandoci da ansie e negatività.
Tornare alla mente incontaminata
Orgyen Chowang Rinpoche, fondatore e direttore spirituale della Pristine Mind Foundation e maestro di meditazione nel lignaggio Nyingma della tradizione buddhista, diffonde da anni gli insegnamenti che sottolineano l’importanza di recuperare quella che lui definisce «mentre pristina» per non farsi travolgere dalle difficoltà, dalle ansie e dai dolori che appesantiscono ogni giorno la nostra vita. E ora, con il libro Riscoprire la nostra mente incontaminata (Terra Nuova Edizioni), è possibile approfondire ulteriormente il suo pensiero e il suo percorso.
Ma innanzitutto chiariamo il significato di «mente incontaminata». Si tratta della mente che tutti noi abbiamo al momento della nascita, la nostra mente naturale, non condizionata dalle esperienze, intrinsecamente e permanentemente pura, mai alterata dalla civiltà.
Nella mente pristina, come la definisce Chowang, i nostri sensi sono vibranti, vivi, le nostre percezioni pure, scevre da contaminazioni, e le emozioni che normalmente ci influenzano negativamente, come paura o insicurezza, cessano di controllarci.

Crescendo si accumulano rigidità

«Come nostra vera natura, la mente incontaminata è un nostro diritto di nascita; purtuttavia è stata oscurata, coperta o potremmo anche dire inquinata, a tal punto da renderci impossibile accedervi, lasciandoci solo l’uso di una mente ordinaria molto più limitata e inadeguata» spiega Chowang. «È tragico che la maggior parte di noi trascorra la propria esistenza pensando che la mente ordinaria e la sua complessa emotività siano la normalità. Diamo per scontato che essa sia la “nostra mente”, ciò che in realtà siamo, il nostro vero “essere” e siamo convinti che tutte le esperienze, frutto di questa mente, siano la vera natura della vita. Invece non è così.
La mente pristina non ha carattere mistico, esoterico e non va oltre la comprensione della gran parte delle persone, non è di pertinenza esclusiva di monaci, yogi e mistici, è qualcosa a cui tutti noi possiamo accostarci nelle giuste condizioni. È insita in noi, ma offuscata dalle emozioni distorte, quali rabbia, paura, risentimento, ansia, depressione e altri eventi mentali che bloccano la nostra unione con essa. La parte essenziale degli insegnamenti è renderci conto che la mente incontaminata, indenne da tutte le esperienze di vita, effettivamente esiste dentro tutti noi, in attesa della nostra riscoperta».

Come «sentire» la mente incontaminata

«Se è vero che la nostra mente è per sua natura incontaminata, perché dunque non l’avvertiamo in ogni momento?» prosegue Orgyen Chowang Rinpoche. «Tre sono le ragioni: primo, non siamo a conoscenza della sua esistenza; secondo, siamo persi nelle emozioni che oscurano la sua presenza, e terzo, confondiamo gli eventi mentali, l’insieme delle sensazioni e delle emozioni, come lo stato naturale della nostra mente». Pensiamo a come «ci sentiamo a disagio quando non abbiamo distrazioni e ci annoiamo così frequentemente». Ebbene, se rimaniamo in sintonia con la mente pristina, allora saremo completamente a nostro agio, completamente rilassati, calmi e sereni e così pure le nostre emozioni e i nostri pensieri, e la bramosia che domina i nostri eventi mentali cessa di insinuarsi dentro di noi, finalmente ci calmiamo. Se la nostra mente è inquinata, dominata da pensieri negativi, allora le circostanze, non importa quanto favorevoli siano, non possono renderci felici, non hanno la capacità di risollevare il nostro spirito e se ci focalizziamo sul negativo non esiste alcuna condizione che possa darci felicità».
«Per eliminare le barriere che ci separano dalla nostra mente incontaminata dobbiamo eliminare la tossicità, la contaminazione mentale. Per raggiungere questo obiettivo, per prima cosa abbiamo bisogno di ottenere la realizzazione e dobbiamo quindi praticare la meditazione. Mentre facciamo questo, dobbiamo sviluppare la bontà d’animo: collegandoci con il resto del mondo nel modo migliore. Allora raggiungeremo la perfetta felicità, ciò che noi chiamiamo illuminazione: il completo risveglio della mente incontaminata».

La consapevolezza è fondamentale

«Quando crediamo che gli eventi mentali siano la fonte e la struttura del nostro “senso di sé”, allora essi diventano dittatori a cui dobbiamo obbedire sempre, considerandoli essere l’ordine costituito, l’ineluttabilità delle cose» spiega Chowang. «Non abbiamo scelta, è uno stato totalitario dove pensieri, emozioni e convinzioni dettano il nostro modo di vivere e ci controllano, proprio perché noi pensiamo che loro compongano ciò che noi realmente siamo».
«Questo malinteso è causa di sofferenze per molte persone, che non riescono a superarle in quanto credono che tali eventi mentali siano la loro vera identità. Per loro è un fatto acquisito che pensieri ed emozioni siano il loro intero essere». Il passo per andare oltre è diventare consapevoli di tutto questo.

Cambiare atteggiamento

«Nel realizzare il nostro stato mentale pristino, il nostro atteggiamento verso gli eventi mentali cambia» continua il maestro di meditazione. «Quando gli eventi mentali si manifestano, noi sapremo che sono solo manifestazioni transitorie; esse non ci appaiono più come ciò che siamo e neppure possiedono una loro intrinseca, indipendente realtà. Questo riflette un mutamento nella nostra percezione; non ci sentiamo più costretti a tollerare pensieri ed emozioni o a essere da loro controllati; vediamo che sono eventi transitori che non ci definiscono e questo perché il nostro atteggiamento verso di loro è cambiato; perciò la nostra esperienza di vita non deve più essere modellata dai suddetti eventi mentali. Essi non hanno il potere di trascinarci nella loro direzione perché siamo in grado di camminare con le nostre gambe e avere una certa indipendenza da loro».

Cambiare «dieta mentale»

«La guarigione mentale richiede un cambiamento interiore e l’esperienza della realizzazione, che avviene con la mente pristina, è esattamente ciò che innesca questa trasformazione» dice ancora Chowang. «La nostra realizzazione ci permette di dissolvere i pensieri negativi, come qualsiasi altro evento mentale, senza il bisogno di rimuoverli forzatamente dalla nostra mente. Quando cambiamo interiormente, il processo di guarigione ha inizio e appena i nostri pensieri, atteggiamenti e le nostre convinzioni migliorano anche noi miglioriamo. Questo è ciò che ci occorre».

Restare nel presente

Se siamo depressi, quindi, cosa dobbiamo fare? Se siamo di cattivo umore? Se abbiamo una relazione che non sta andando bene? Se siamo ansiosi e stressati? Quello che dobbiamo fare in tutti questi casi, secondo Chowang, è «rimanere nel momento presente, mantenere la nostra mente pristina e sapere che gli eventi mentali sono transitori e illusori. Se lo facciamo, allora qualsiasi tipo di disturbo e di agitazione diminuirà. La meditazione, unitamente alla comprensione di questi insegnamenti, ci consente di farlo. Resteremo lucidi anche se il mondo attorno a noi è caotico o pieno di difficoltà e possiamo affrontare efficacemente ciò che accade, con amore, compassione, gioia e imparzialità».
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Aprile 2022

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