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TUTTO ESAURITO per il Convegno “Vaccinazioni: non un atto di fede”

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Vaccinazioni: possiamo ancora farci delle domande?

Quando arriva il momento di decidere riguardo le vaccinazioni dei propri figli, le questioni che si pongono i genitori sono molteplici: il numero delle vaccinazioni somministrate contemporaneamente; i richiami; l’effettiva presenza e/o la durata dell’immunità; vaccini obbligatori e facoltativi; come valutare le condizioni di salute del bambino prima e dopo l’inoculazione; i possibili effetti collaterali; cosa fare se si osserva che qualcosa non va dopo la vaccinazione; cosa è importante chiedersi o chiedere prima di procedere… e tanto altro ancora.
Naturale porsi domande, alla salute dei bambini si tiene tantissimo e si cerca sempre di raccogliere più informazioni possibile, di confrontarle, di ragionarci sopra, di condividerle. E ciò avviene per tutte le scelte che si fanno per i figli. Sempre più spesso però si avverte una generalizzata ostilità quando si pongono domande o si esprimono dubbi sulle vaccinazioni; peccato, perché i genitori cercano un confronto equilibrato anche per costruire nuova stima e fiducia nei confronti degli operatori sanitari.

Terra Nuova ha promosso così, insieme ad Assis (Associazione di studi e informazione sulla salute), un momento di confronto e di incontro sul tema delle vaccinazioni, che si terrà sabato 20 febbraio a Firenze presso il cine-hall Odeon di piazza Strozzi.

Dalle 14 alle 19 si potranno ascoltare il dottor Eugenio Serravalle, medico pediatra e presidente di Assis; la dottoressa Simona Mezzera, medico omeopata e presidente dell’associazione PerCorsi Bio Salute; l‘avvocato Stefano De Paolis, legale di Assis; Nadia Gatti, presidente di Condav, Coordinamento nazionale danneggiati dai vaccino. Naturalmente con la possibilità per il pubblico di porre domande.
Sono stati invitati i presidenti dell’Ordine dei medici di Firenze e della Federazione toscana degli ordini; l’assessore regionale e quello comunale alla sanità e medici dell’ospedale Meyer.
“Si sente ormai ripetere su più fronti che i vaccini non fanno mai male” spiega Serravalle, introducendo le linee di quello che sarà il suo intervento “ma purtroppo sappiamo che le segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse sono uno strumento poco utilizzato in ambiente pediatrico. L’esperienza ci dice che i genitori che hanno visto comparire sintomi, dai più comuni ai più rari, dopo la vaccinazione sono stati rassicurati con l’affermazione che ‘è normale’ o che ‘il vaccino non c’entra nulla perché è sicuro’. Non si possono però nascondere gli oltre 600 casi che hanno avuto il riconoscimento del nesso di casualità tra vaccinazione e la grave infermità che ne è conseguita. I dati scientifici indicano che i vaccini hanno contribuito a debellare alcune malattie infettive; non va però sottovalutato il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e dello standard di vita, grazie ai quali sono scomparse malattie contro cui non esiste vaccinazione e grazie ai quali si è avuta una significativa riduzione della mortalità sotto i 5 anni di età prima della pratica delle vaccinazioni di massa”.
La dottoressa Mezzera incentrerà il suo intervento sull’importanza delle malattie dell’infanzia per lo sviluppo del bambino. “La medicina meccanicistica e la frammentazione dell’essere umano in organi da studiare in modo sempre più specialistico ci fa dimenticare che abbiamo a che fare con una unità” spiega. “Accanirsi su una singola forma infettiva senza pensare al perché si è sviluppata e quale relazione possa avere con il resto restringe la visuale e non ci permette di fare collegamenti. Chiediamoci cosa è cambiato con l’inizio dell’immunizzazione di massa. Vari autori hanno osservato come si siano modificate negli ultimi anni le patologie che si presentano nei bambini. Quando le malattie acute infantili hanno iniziato a scomparire, hanno iniziato ad aumentare malattie di tipo cronico, quale le allergie, le malattie autoimmuni e le forme tumorali. Perché la comunità scientifica non considera questi cambiamenti e, soprattutto, perché non valuta i possibili nessi?”.
La dottoressa Mezzera parlerà poi delle malattie una volta considerate tipiche dell’infanzia, introdurrà il tema dello sviluppo e della maturazione del bambino e del suo sistema immunitario, si soffermerà sul morbillo e illustrerà anche ciò che si può fare “per rafforzare il bambino in modo che abbia la capacità di rispondere agli agenti esterni in modo fisiologico”.

E la legge come si approccia ai genitori che hanno dubbi?

“Trattandosi di un intervento sanitario importante, è bene che cittadini e genitori sappiano a cosa vanno incontro, sia che scelgano di vaccinare, sia che facciano scelte diverse dallo standard” spiega l’avvocato De Paolis. “La firma del cosiddetto consenso informato implica uno scarico di responsabilità non accettabile; solo la consapevolezza piena e reale rende l’intervento di salute pienamente legittimo”. De paolis illustrerà le procedure che si possono seguire in caso di opposizione consapevole e nel caso in cui il genitore reputi che nel figlio si sia manifestato un danno da vaccinazione.
Il danno, appunto. Gli effetti collaterali sono riportati sui foglietti illustrativi dei vaccini e sulle schede tecniche fornite dalle case farmaceutiche agli operatori sanitari; la letteratura scientifica ne documenta anche di irreversibili e proprio per questo è stata approvata la legge 210 del 1992, che stabilisce il diritto ad un equo indennizzo per chi il danno da vaccino lo ha subito. Eppure non è semplice come sembra. A spiegarlo al convegno sarà Nadia Gatti, presidente di Condav:In Italia si fatica tanto a farsi riconoscere dalle commissioni mediche e dal Ministero i danni da vaccino. Forse si pensa che frapponendo mille barriere, le famiglie si arrendano o che il problema possa essere eliminato. Le famiglie che seguiamo hanno potuto sperimentare direttamente cosa significa vedere un vaccino che rende disabile il figlio che tanto si ama; io stessa l’ho vissuto con mia figlia. Il Condav continua la sua battaglia di civiltà per chiedere rispetto e cure per chi ne ha diritto”.

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