Un prato con l’erba ben rasata fa certamente una gran figura, ma perché non conservare un’area più selvaggia per accogliere la biodiversità? Ecco i consigli verdi di Terra Nuova del mese di Luglio.
I giardini danno il benvenuto agli insetti
Un prato con l’erba alta è ricco di biodiversità, perché offre ospitalità a un gran numero di animali e di specie. È bene ricordarsi, allora, che mantenere il prato di un giardino rasato è una scelta e non un obbligo. Una scelta motivata spesso dalle opportunità offerte da un tappeto erboso su cui è possibile e più facile giocare, sdraiarsi e camminare.
Ma le farfalle, i grilli e le lucciole apprezzano il regalo di una piccola porzione di giardino selvaggia. È possibile destinare a questi ospiti un’area marginale e poco utilizzata, magari anche difficile da gestire, come una scarpata, oppure si può evitare il taglio dell’erba in una zona a piacere per creare un effetto simile a quello di un’aiuola.
Prati fioriti
Le aree che si vogliono destinare a questo scopo potrebbero essere trasformate in un prato fiorito seminando miscugli di semi di molte specie a fioritura differita e crescita ridotta. Un prato simile si taglia una o due volte all’anno (talvolta a inizio giugno e sempre in ottobre) e si mantiene nel tempo grazie alla presenza di essenze perenni e all’assenza di tagli che permettono alle piante annuali di «riseminarsi» spontaneamente.
In commercio si trovano ormai molti miscugli pronti, capaci di sopportare la siccità dei mesi caldi, come quelli estivi, che non hanno necessità di concimazione e che garantiscono fioriture molto colorate.
Sfalci per il compost
Ad ogni modo, magari solo in una parte del giardino, lo sfalcio dell’erba è inevitabile perché, come detto, un tappeto erboso basso offre la possibilità di sfruttarlo ad esempio per giocare, sdraiarsi o altre attività simili. A meno che non si usi un rasaerba adatto al mulching, cioè alla frantumazione dell’erba tagliata da lasciare sul posto, o non si disponga di un robot tagliaprato, il taglio deve essere avviato alla raccolta differenziata come rifiuto organico. Ancora meglio sarebbe portarlo sul cumulo per il compost domestico dopo averlo parzialmente essiccato per evitare che l’erba umida crei dei tappi che impediscano il passaggio dell’aria bloccando il processo di compostaggio.
Anche il cumulo è un luogo ricco di biodiversità, perché gli scarti organici vengono attaccati e degradati da funghi, batteri e lombrichi che, contemporaneamente o in rapida successione, li trasformano in compost.
Proprio perché questo processo è condotto da organismi viventi è importante non far mancare mai nel cumulo l’aria e l’acqua, indispensabili per la vita. A tale scopo, è utile porre sul fondo della compostiera delle fascine che garantiscano la circolazione dell’aria dal basso. È poi consigliabile procedere a periodici rimescolamenti della massa in decomposizione, inevitabili se si usa una compostiera chiusa in materiale plastico, dove la circolazione dell’aria è limitata o addirittura impossibile.
Se invece si vuole garantire un’umidità sufficiente, per il compostaggio conviene scegliere un luogo ombroso. L’ideale è all’ombra di un albero con le foglie caduche che assicura l’ombreggiamento in estate e permette l’esposizione invernale ai raggi solari, che con il loro calore accelerano i processi di degradazione microbica. Nelle stagioni siccitose è possibile inumidire il materiale in decomposizione con l’acqua di irrigazione.
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Luglio/Agosto 2019