Vai al contenuto della pagina

Un orto più fertile con la biodinamica

homepage h2

L’agricoltura biodinamica può essere praticata anche su piccola scala, dagli orti familiari alle aziende agricole di medie e grandi dimensioni. Per un’agricoltura olistica che considera ogni aspetto della coltivazione, dal più pragmatico al più spirituale.
Un orto più fertile con la biodinamica
L’agricoltura biodinamica è ormai sinonimo di qualità del cibo e delle produzioni agricole, un patrimonio comune, apprezzato dagli agricoltori e dai consumatori di ogni continente. Un metodo ideato e conosciuto ancor prima dell’agricoltura biologica, che ne rafforza l’identità e tuttavia ne rimarca alcune differenze sul piano dei protocolli di azione e della visione filosofica complessiva. Secondo i dati dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica, l’Italia è il secondo paese al mondo per estensione delle colture, con 4500 aziende agricole attive e 13 mila ettari certificati Demeter.
Al di là dei reiterati attacchi da parte dei suoi detrattori, interessati più agli aspetti cosiddetti esoterici, che alla sostanza delle sue applicazioni, a quasi cent’anni dalle prime lezioni di Rudolf Steiner, la biodinamica continua a rivelarsi una pratica agronomica d’avanguardia, che garantisce una maggiore fertilità dei suoli e ci regala prodotti ricchi di sostanze nutritive. Oggi, dopo oltre mezzo secolo di agricoltura intensiva a suon di concimi chimici, il suo ruolo risulta ancora più importante.
Come modello esemplare di agriecologia, si dimostra utile nel contrastare la degenerazione delle colture e ristabilire l’equilibrio tra clima, stagioni, piante, animali e uomini. Lo studio e la pratica richiedono un certo grado di preparazione, ma rispetto ad altre tecniche agronomiche, si dà esplicitamente spazio a valori un po’ inconsueti nel mondo della produzione agricola, come l’intuizione e la sensibilità dei coltivatori.
E chi sono questi coltivatori? Se è vero che la superficie media delle aziende certificate è piuttosto elevata (circa 30 ettari), il metodo si presta ottimamente anche alle realtà di piccola scala, alle micro aziende agricole, così caratteristiche per il nostro territorio, e anche alla produzione familiare per l’autoconsumo.
Il nuovo libro Orto biodinamico familiare, pubblicato da Terra Nuova e scritto a due mani da Wolfgang Scheibe e Davide Rizzi, va in questa direzione, colmando un vuoto particolarmente importante per l’economia del nostro paese: l’agricoltura contadina, quella cosiddetta familiare, è infatti la prima fonte di approvvigionamento di cibo nel mondo e garantisce il 70% della fornitura mondiale non al tritacarne della grande distribuzione, ma a vere bocche da sfamare.

L’osservazione dei quattro elementi

Il principio di fondo rimane lo stesso, a prescindere dalla dimensione dell’azienda agricola. «Nell’avviare un orto, il punto di partenza su cui dobbiamo concentrarci è la fertilità del suolo, portando quanta più vita possibile nel terreno, il resto verrà da sé» recita Wolfgang Scheibe nelle prime pagine introduttive del libro.
La visione biodinamica rappresenta un’enorme sfida, ma allo stesso tempo ci mostra i passi giusti da compiere per comprendere le profonde correlazioni esistenti tra suolo, piante, animali, cosmo… con l’essere umano al centro. Creare un orto significa interagire in modo pratico e concreto con la natura. Si parte come sempre dall’osservazione.
«La prima cosa da fare» scrivono i due autori «è osservare attentamente il luogo e riconoscere le piante già presenti, in particolare quelle già adattatesi all’ambiente e quelle che sono in salute e ben sviluppate. Queste ultime sono facilmente riconoscibili perché più rigogliose e, se è il periodo giusto, ricche di semi: in un orto sano, la natura è in equilibrio e ha già in sé tutte le informazioni necessarie per il sostentamento del mondo vegetale, animale e umano».
Nella pratica dell’osservazione del mondo vegetale, in biodinamica si è soliti fare riferimento alla teoria dei quattro elementi del filosofo greco Aristotele (384-322 a. C.), secondo cui ogni sostanza esistente nel microcosmo e macrocosmo sarebbe costituita da una composizione di quattro elementi naturali: fuoco, aria, acqua e terra. Per la biodinamica, questi ultimi sono alla base dello studio della pianta. Più esattamente si associa l’elemento terra alla radice e al tronco, l’acqua alla foglia e al fusto verde, l’aria al fiore e il fuoco ai frutti e ai semi.
Nella pianta, così come in natura, questi quattro elementi agiscono simultaneamente e in sinergia e ci permettono di avere una conoscenza più approfondita dell’essere «pianta» in interazione con il tutto. L’agricoltore biodinamico acquisisce una visione profonda di tale interazione e delle relazioni naturali di crescita e morte/trasformazione attraverso lo studio delle forme, delle sostanze e degli influssi planetari nel corso dell’anno solare. Ed è proprio questa visione di fondo a segnare la principale differenza tra il metodo biodinamico, il biologico e l’agricoltura convenzionale.

Aumentare la fertilità del terreno

Veniamo ora al focus centrale per la pratica biodinamica, che consente, attraverso metodi empirici e facilmente riscontrabili, di verificare costantemente lo stato di fertilità del terreno. Ci sono numerosi testi che illustrano le modalità di preparazione e l’impiego dei preparati biodinamici, ma alla fine la base rimane la stessa illustrata da Rudolf Steiner quasi un secolo fa, con indicazioni e suggerimenti che rimangono ancora oggi validi e attuali.

L’uso dei preparati in un piccolo orto non è molto difficile e si rivela di grande aiuto per assicurare vitalità e fertilità al terreno, prodotti di elevata qualità nutrizionale e un ambiente più sano e salutare. Da terreni poveri, inariditi e privi di sostanza organica, nel giro di pochi anni gli agricoltori vedono nascere sotto i loro occhi nuova terra fertile che pullula di microrganismi attivi e in simbiosi tra loro e le nostre piante.

È questo, in fondo, il vero grande beneficio del metodo biodinamico, che si basa sull’utilizzo di preparati che funzionano anche in quantità omeopatiche o infinetesimali (100-200 grammi per ettaro), andando a stimolare la formazione delle radici e incrementando l’attività biologica del terreno.
Nel testo di Scheibe e Rizzi vengono mostrate le modalità di preparazione e d’impiego di nove preparati, a partire dal celebre Cornoletame, anche noto come Preparato 500, che, come spiegano gli autori, si utilizza «per sfruttare al meglio l’elevato potere microbiologico del letame di mucca. Il corno, non dimentichiamolo, è il principale organo di senso dell’animale, collegato alle forze solari attive principalmente nella digestione. Si è notato infatti che le mucche dotate di corna, rispetto a quelle senza, producono un letame molto più bilanciato e un latte molto più sano e digeribile». Vediamo nel dettaglio come si procede alla sua preparazione.

Come fare il Cornoletame (Preparato 500)

• Ingredienti. Gli ingredienti di base del Cornoletame sono un corno di mucca ben conformato e letame fresco di una mucca sana, che abbia partorito almeno una volta. Per essere sicuri che la vacca abbia partorito bisogna osservare gli anelli presenti alla base delle corna: ogni anello corrisponde a un parto. La dinamizzazione dei preparati 500 e 501 può essere eseguita con un bastone o direttamente con la mano.
• Preparazione. In prossimità del solstizio d’autunno, si riempie il corno con del letame e poi lo si interra, con l’apertura verso il basso, in un terriccio di buona qualità, a una profondità di almeno 50 cm. In prossimità del solstizio di primavera si dissotterra il corno e si estrae il contenuto. Prima dell’impiego, il preparato va dinamizzato. La dinamizzazione, o potenziamento, viene effettuata diluendo il preparato in acqua, mescolando per un’ora esatta il liquido, creando prima un vortice verso sinistra e poi uno verso destra, senza mai interrompere il movimento. Per la dinamizzazione è consigliato l’impiego di contenitori cilindrici in rame oppure in terracotta o ceramica (anche smaltati), mentre per smuovere l’acqua si possono usare le mani, un bastone di bambù o meglio ancora di legno. Bisogna fare attenzione a creare nell’acqua vortici sufficientemente profondi, partendo dall’esterno verso il centro, con movimenti via via sempre più veloci.
• Diluizione e dosi d’impiego. Per 1000 m² di superficie occorrono 50 grammi di Cornoletame (pari alle dimensioni di un uovo), da diluire in 10 litri d’acqua piovana o di fonte, riscaldata a circa 37° C, in un secchio da 20 litri. Per trattare un ettaro sono sufficienti 40 litri d’acqua e 200 grammi di preparato dinamizzati in un secchio cilindrico da 60-70 litri.
• Modalità ed epoca d’impiego. Il Preparato 500 va irrorato subito dopo le prime lavorazioni, quando il terreno è ancora umido, di pomeriggio tardi. Va distribuito a gocce grosse, aiutandoci con un pennello, la fronda di albero o con la pompa a spalla, priva però di spirale interna e filtro. L’epoca più indicata è la primavera, quando i profumi della terra cominciano a diffondersi nell’aria. In molte località si può spruzzare già a fine febbraio o in concomitanza delle prime semine di ortaggi. Un altro buon momento per spruzzare il 500 è l’autunno, quando la maggior parte delle radici è stata raccolta e si inizia a preparare il terreno per l’inverno (semina del sovescio o distribuzione del compost).
• Effetti sul terreno e le piante. Il Cornoletame armonizza il terreno al momento della semina, creando un ambiente accogliente e fertile per lo sviluppo della futura pianta. Aiuta le prime radichette a penetrare con più forza nel terreno e arrivare agli strati più profondi per utilizzare l’umidità presente. Inoltre stimola lo sviluppo delle radici laterali dedicate all’assorbimento delle sostanze minerali, creando fertilità sempre più in profondità. Grazie al migliore sviluppo radicale, nelle piante trattate con Cornoletame si può osservare una crescita più vigorosa e sana della parte aerea (fusto e foglie). Infine, essendosi formato sottoterra, come prodotto della trasformazione della sostanza organica fresca in humus colloidale, quando viene spruzzato sul terreno, il Cornoletame diventa veicolo di un analogo messaggio di trasformazione, stimolando i microrganismi ad accelerare il processo di decomposizione della sostanza organica fresca in humus, nutrimento essenziale per le piante.
• Conservazione. Per salvaguardare il potere umificante intrinseco del preparato è importante adottare modalità di conservazione adeguate. La soluzione ottimale consiste nello stivare il preparato in vasetti di vetro, o ceramica, dotati di coperchio forato. Tali contenitori debbono essere posti all’interno di una cassa di legno piena di torba, materiale in grado di schermare il preparato dalle onde elettromagnetiche nocive, evitando che la torba non venga mai a contatto diretto con il preparato. Il luogo ideale per stivare la cassa contenente i barattoli di Cornoletame è una cantina fresca, ma non ghiacciata. Per chi non ha ancora le capacità, il tempo e lo spazio per prepararlo da sé, il Cornoletame può essere acquistato presso un’azienda biodinamica.
_________________________________________________________________________________________________________

Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Luglio-Agosto 2020

Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 
 
 

IL LIBRO

Questo manuale agile ma approfondito mette a disposizione del lettore tutte le tecniche dell’orticoltura con il metodo biodinamico.
Il libro, ricco di disegni e illustrazioni originali, contiene oltre 80 schede di ortaggi che consentono di raggiungere i migliori risultati senza impiego di concimi e pesticidi di sintesi.
Un’utile appendice indica la sequenza dei lavori per l’allestimento dell’orto e una stima delle spese e dei guadagni.
Un manuale per chi coltiva un piccolo orto familiare e per chi è interessato a soluzioni sostenibili alla portata di tutti.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!