Ogni anno, appena l’Istat rende pubblici i dati sul tasso di natalità, parte il coro preoccupato per il calo di nuovi nati. In Italia, nel 2016 hanno visto la luce solo 474 mila bambini rispetto ai 486 mila del 2015…
Questa diminuzione non è certo una novità, si tratta di una tendenza che si registra ormai da anni. L’Italia è il paese europeo in cui si nasce di meno e dove la popolazione invecchia sempre di più: a oggi, l’età media è intorno ai 44,9 anni, mentre nei primi mesi del 2016 era al 44,7.
Senza bambini, oltre a mancare la gioia e la bellezza della loro vivida energia, viene meno anche il ricambio generazionale e cala di conseguenza la popolazione. Insomma, tutti sono d’accordo: bisogna fare più bambini! Ma i proclami rimangono tali e i necessari provvedimenti di politica sociale rimangono nel cassetto.
Oltre a non sostenere i neogenitori, poco si fa per la salute e la felicità dei nuovi arrivati. Negli ultimi 20 anni in Italia, segnala la Società italiana di pediatria, si è registrato un incremento annuo del 2% dei tumori infantili, quasi il doppio rispetto agli Stati Uniti e al resto dei paesi europei. La fascia più colpita è quella dei bambini sotto l’anno di età (+3,2%) e le forme tumorali più frequenti sono i linfomi e i tumori del sistema nervoso centrale. A essere messi sotto accusa dall’Associazione italiana medici per l’ambiente sono alcuni inquinanti a cui vengono esposti i genitori prima del concepimento o le donne in gravidanza: benzene, pesticidi, metalli pesanti e il particolato ultrafine che si può inalare nelle aree urbane ad elevato traffico o nelle zone prossime agli inceneritori.
Altrettanto preoccupante è il capitolo delle malattie neuro-psichiche. Numerosi studi scientifici confermano la capacità dei metalli pesanti e di altri inquinanti ambientali di interferire pesantemente sullo sviluppo neuro-endocrino dell’embrione, del feto e del bambino. Una “pandemia silenziosa” di danni neuro-psichici che si starebbe diffondendo, nell’indifferenza generale, e che ormai interessa il 10% dei bambini.
Il preoccupante effetto dell’inquinamento sulla salute dei più piccoli è stato recentemente confermato dallo studio Mapc-Life, che ha coinvolto 1200 bambini di età compresa tra i 6 e gli 8 anni residenti a Torino, Brescia, Lecce, Perugia e Pisa. Da questo studio è emerso che un bambino su due presenterebbe delle mutazioni genetiche causate dall’inquinamento.
Di fronte a questi dati è evidente l’ipocrisia di chi, dentro e fuori dal Governo, dice di voler promuovere la natalità e l’infanzia, ma che poi concretamente non muove un dito per sostenere la genitorialità consapevole e la salute dei più piccoli. L’Italia rischia sempre di più di confermarsi un paese inospitale, oltre che per i giovani, anche per i bambini. Un paese senza futuro.