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Una bussola per apprendere l’arte del Saper Essere

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Le basi e le finalità dell’approccio educativo My Life Design® di Daniel Lumera, per un’educazione alla consapevolezza, alla responsabilità e alla felicità, in cui anche gli educatori possono mettersi in gioco.
Una bussola per apprendere l’arte del Saper Essere
C’è un mondo che corre impazzito sul web. E un altro che fatica a stare al passo: le aule fatiscenti, i laboratori ricoperti di polvere e ragnatele. In mezzo ci sono i giovani che fanno i conti con una spaccatura che ancora fatichiamo a comprendere. C’è qualcosa che non va nella scuola più in generale, nei processi educativi? Il sospetto era già ben radicato, ben prima dell’arrivo della pandemia.
Poi è arrivato il lockdown che ha dato una scossa violenta alla vita dei ragazzi, con l’emergere di sempre più casi di disagio emotivo e psicologico, soprattutto nella fascia adolescenziale.
La frantumazione di molti progetti, la didattica a distanza, le limitazioni dei contatti con l’imposizione delle mascherine a banco, e una stretta significativa alla loro vita sociale, dentro e fuori alla scuola, hanno creato condizioni sempre più insostenibili per i giovani, che sono i veri dimenticati della pandemia.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Unicef La condizione dell’infanzia nel mondo, il suicidio è una fra le prime cinque cause di morte fra i 15 e i 19 anni nel mondo, ma in Europa occidentale diventa la seconda, con 4 casi su 100 mila, dopo gli incidenti stradali.
Da diversi anni ci si domanda se i metodi educativi siano adeguati. Mentre il mondo della formazione e quello del lavoro sembrano spingere sempre più verso una progressiva specializzazione delle competenze, sul piano psicologico appare sempre più urgente dare ascolto ai bisogni dell’individuo e alle relazioni interpersonali. Dove sono finiti i rapporti umani? Dove stiamo noi, con la nostra individualità, i nostri bisogni, la nostra sofferenza o, al contrario, il nostro benessere?
Secondo il principio portato avanti da My Life Design®, il modello di educazione alla consapevolezza creato da Daniel Lumera, al sapere e al saper fare bisogna anteporre il Saper Essere.
L’educazione non può essere considerata come una teoria da applicare o un fare prestabilito, ma come un processo in cui l’individuo si evolve consapevolmente creando la propria vita nell’autenticità dell’essere.

L’educazione che mancava

Il concetto, almeno in teoria, l’abbiamo tutti ben chiaro: l’arte di educare, dal latino ex-ducere, «tirar fuori», non può essere intesa come travaso di nozioni, ma richiede una sfida ulteriore, che coinvolge tutti i soggetti, siano alunni, insegnanti o genitori, e mette in gioco l’intero essere umano al di là della sua capacità di immagazzinare informazioni.
Il modello creato da Daniel Lumera in collaborazione con un gruppo di ricerca e sperimentazione composto da medici, psicologi e scienziati, è l’Educazione dell’Essere, secondo uno dei progetti avviati nel 2020 per sostenere bambini, ragazzi, educatori e genitori nel difficile periodo dell’emergenza sanitaria, mettendo a disposizione strumenti semplici ed efficaci.
Un percorso affiancato dal Movimento Italia Gentile che ha visto nascere le Scuole Gentili, per un impegno concreto verso un paradigma educativo che parta dal Saper Essere.
A partire dal 2015 la My Life Design Foundation, ente precursore dell’associazione, ha attivato il progetto Dialoghi sul perdono, inserito nel Pof (Piano di offerta formativa) del Dipartimento servizi educativi e scolastici del Comune di Roma ed esteso poi agli istituti di tutta Italia, coinvolgendo, già dalla sua prima edizione, un migliaio di studenti e insegnanti.
È nata una collaborazione attiva con diversi istituti scolastici e altri ambiti educativi per offrire percorsi di consapevolezza a bambini e ragazzi, abituandoli sin da piccoli all’ascolto di sé e alla relazione con l’altro, con il coinvolgimento di insegnanti e dirigenti scolastici.
Per dare supporto sia ai giovani che a chi si prende cura della loro crescita, durante il periodo più cupo del lockdown sono poi stati attivati diversi progetti online.

Il coraggio dei propri sogni

Saper Essere significa riuscire a vivere consapevolmente e con responsabilità, e determinare la propria realtà. Significa diventare responsabili dei pensieri che coltiviamo, di quali emozioni creiamo dentro di noi, delle parole con cui ci esprimiamo e delle azioni che scegliamo di compiere.
Le ragazze e i ragazzi che si affacciano al mondo oggi appaiono disorientati e spesso faticano nel trovare prospettive coinvolgenti di fronte a sé. Forse ciò che è venuto meno è anche una certa capacità di sognare, che noi adulti attribuiamo sempre volentieri all’età giovanile, ma che oggi non viene restituita alla collettività come è stato per le generazioni precedenti. Siamo forse in una fase di cambiamento, di cui non riusciamo ancora a intravedere bene i contorni? Potrebbe essere il momento di rivedere anche questi aspetti, di imparare finalmente ad essere.
Ci spiega il senso lo stesso Daniel Lumera. «Saper fare, saper avere, saper apparire: ognuno di noi costruisce la propria vita sviluppando uno o più di questi aspetti. Di solito cerchiamo di realizzare i nostri sogni in base a quello che sappiamo fare, come uno sport, la musica, programmare un computer. O in base a ciò che possiamo avere, come una bella macchina e la casa al mare, o a quanto riusciamo a piacere agli altri. La bella notizia di oggi è che esiste un’altra possibilità, un altro sapere, molto più potente! Si tratta del Saper Essere. Il Saper Essere è una sorta di navigatore automatico che ci fa trovare la strada per scoprire e riconoscere i nostri sogni, quelli più veri. Gli altri tre saperi, saper fare, avere e apparire, servono poi a renderli reali attraverso le decisioni, i progetti, le situazioni e le relazioni. Ma tutto parte dal Saper Essere. Oggi, in questa vita, la felicità diventa un dovere sociale. Individui consapevoli generano atti consapevoli, atti consapevoli generano benessere, pace, felicità, gentilezza, bellezza su tutti i livelli dell’Essere. Educarsi ed educare a questo è possibile».

La forza dietro a ogni emozione

Il saper essere si può dunque insegnare? La Onlus My Life Design oggi collabora con gli istituti scolastici e con realtà educative che desiderano offrire veri e propri percorsi di consapevolezza ai ragazzi, abituandoli sin da piccoli all’ascolto di sé, mediante strumenti pratici verso i quali hanno una naturale predisposizione. I percorsi sono sempre diversi, richiedono capacità di empatia e relazione, vengono strutturati e personalizzati secondo le diverse esigenze e modellati in base alle caratteristiche dei bambini o degli adolescenti a cui sono rivolti.

Agli insegnamenti sul perdono, elaborati da Daniel Lumera, vengono affiancate diverse tecniche di riconoscimento e gestione delle emozioni, con pratiche di autoconsapevolezza e meditazione, per andare a stimolare l’autostima ed il benessere dei ragazzi, a livello comportamentale, emozionale e relazionale.
Il carburante per la trasformazione è dato dalle emozioni che spesso consideriamo «negative» e che possiamo invece vedere come le energie che ci aiutano a realizzare i sogni. È importante sottolineare però che la comprensione psicologica non è sufficiente, c’è bisogno di uno spazio per riconoscerle, permettere loro di manifestarsi, per poi scoprire cosa c’è sotto.

«Non esistono emozioni positive o negative, tutte servono e portano qualcosa di buono» spiega Daniel Lumera nell’introduzione del nuovo libro Il sentiero dei 7 valori (Terra Nuova Edizioni). «Rabbia, paura, gioia, senso di colpa, gelosia, gratitudine, qualunque emozione può essere un potente motore che mette in moto la tua vita, crea situazioni, apre relazioni, porta a scelte e crea cambiamenti. Per questo è importante imparare a riconoscere questi grandi maestri, capire come si mostrano e apprenderne gli insegnamenti, per evitare situazioni che fanno soffrire e per realizzare i propri sogni. Il potere delle emozioni è una forza magica che smuove il mondo. Influenza i nostri comportamenti, ci fa prendere decisioni e ci permette di agire secondo il nostro sentire. La rabbia è una carica di energia molto forte, che può essere trasformata in determinazione, volontà e creatività».
«Lo stesso vale per ogni emozione. La paura può essere trasformata in amore e gratitudine, che a loro volta si trasformano in scelte e decisioni che influenzano i comportamenti e via via così crei la tua vita. Anche nelle amicizie più solide può capitare un tradimento o un’ingiustizia che le mette a rischio. Ma se riusciamo a trasformare la rabbia e la delusione che proviamo nella forza necessaria per chiarire e affrontare la situazione, vincendo le nostre resistenze, allora quel legame potrà essere ancora più saldo e più bello» continua Lumera. «Nell’Arte dell’Essere si impara che ogni emozione ha un linguaggio nascosto, segreto, profondo. Prendiamo di nuovo ad esempio il primo grande maestro, la rabbia. Il suo linguaggio è molto particolare. Se rimaniamo in superficie vedremo solo la manifestazione della rabbia, ma andando più a fondo si trova ben altro. Potrebbe trattarsi di gelosia, ansia, stanchezza, solitudine, disagio. La rabbia è l’emozione che ti permette di reagire a quella situazione, ma in realtà è una richiesta di altro. La maggior parte delle volte la rabbia è una richiesta di amore, presenza, attenzione e cura».

L’esperienza, alla prova dei fatti

Valeria Pompili, collaboratrice di Daniel Lumera, ci aiuta a capire come il percorso di crescita debba riguardare anche gli insegnanti e gli educatori prima ancora dei ragazzi. Valeria ha cominciato a lavorare come educatrice in una comunità minorile, dove i bambini sono inseriti dai servizi sociali. Poi ha incontrato Daniel Lumera e si è formata alla Scuola del Perdono (International School of Forgiveness), i cui pilastri fondamentali sono la responsabilità e il perdono stesso, inteso in un senso ben più profondo rispetto a quello che siamo soliti dargli. Oggi Valeria è responsabile dell’area educativa del My Life Design Educational, educatrice professionale con pluriennale esperienza in comunità per minori, tutor della International School of Forgiveness e di My Life Design Academy. Ha ideato lo «spazio dell’immaginazione» per i più piccoli e l’«educazione dell’Essere» per ragazzi, genitori e insegnanti, e coordina il progetto delle Scuole Gentili.
«Il lavoro educativo è prima di tutto un lavoro su se stessi» conferma. «Continuando a lavorare in comunità, ho iniziato ad applicare la metodologia del perdono e vari strumenti di meditazione. Mi sono resa conto di come stava cambiando la mia relazione con i ragazzi. Ho sentito una maggiore presenza rispetto all’ascolto e alla relazione con loro. Approfondendo ulteriormente la relazione ho visto che attraverso di loro mi avvicinavo sempre più a me stessa. A volte le relazioni possono essere difficili e sovraccaricate di peso emozionale. Ho iniziato a donare quel carico ed è diminuito il livello di stress. Sono riuscita a stare in quello che c’era, mi sono tranquillizzata. Grazie al principio di interconnessione si riesce ad avere un dialogo più profondo anche nei casi più difficili».
«Tutte le cose che si trovano ne Il sentiero dei 7 valori sono strumenti» prosegue Valeria, «il passaggio ulteriore è quello di abitare consapevolmente gli stati emotivi, scegliere gli strumenti a seconda del tuo stato di presenza e di chi hai di fronte. È la stessa cosa che accade a un genitore: il figlio mette in evidenza al genitore gli aspetti di sé rinnegati. Si tratta di reintegrare in sé tutte le parti che abbiamo rinnegato o non ancora esplorato. Si può decidere di educare o per paura o per amore. Un genitore spesso agisce con la paura di perdere il controllo della situazione, fatica a sintonizzarsi sul bisogno del ragazzo. Dopo un po’ ti rendi conto che i ragazzi osservano il modo in cui riesci a stare nella relazione con loro. Si parte dal saper essere, poi tutto il sapere e il saper fare si allineano di conseguenza ad esso.
Per me è stato importante fare meditazione quotidiana, esercitare la pratica del perdono».

Superare le divisioni

Purtroppo oggi viviamo sempre più la divisione, che si è ulteriormente acuita con l’arrivo dell’emergenza del Covid e riguarda anche i metodi educativi. «Ciò che noi chiediamo non è di aderire all’una o all’altra idea, o di stravolgere l’andamento scolastico» spiega Valeria Pompili. «Si può cominciare semplicemente a inserire un momento di ascolto. Se sei in missione di pace non vai in un conflitto per schierarti. Cerchi di stare nell’unità, con gentilezza, perdono, gratitudine, ciò che in fondo accomuna ognuno di noi. Cercare di essere nell’unità e di agire portando le proprie azioni a questo».
«Il metodo My Life Design® è un processo di sintesi e non di analisi. L’espressione «essere umani» è fatta di due parole, curare gli esseri umani significa coltivare sia l’essere che la stessa umanità o personalità, quella parte che io creo per stare nel mondo. Ma le nevrosi nascono perché ci troviamo sganciati dall’essere. Nel processo educativo sperimentiamo quasi sempre la carenza di amore. Si può riconoscere una persona in modo condizionato, se si comporta bene o è bravo a scuola, ma ci sono poi le carezze incondizionate, una cura che do alla persona perché esiste e basta. Questa forma di riconoscimento la posso trasmettere solo quando è ben integrata in me. I permessi che non si sono dati i genitori difficilmente possono essere dati ai figli. In ognuno c’è sempre la possibilità di creare consapevolmente la propria vita, ma deve trovare qualcuno, almeno una persona al mondo, che lo faccia sentire amato incondizionatamente, che sia un insegnante, un genitore, un amico».
Avanti, dunque, rimbocchiamoci le maniche, insegnanti, educatori, genitori! Non c’è solo il Covid e il pessimismo. Possiamo continuare a metterci in gioco e allenarci a rimanere di più in contatto con la nostra verità. In tempi di pandemia bisogna ribadirlo: anche la gentilezza, come la gratitudine, la felicità, l’ottimismo e il perdono, è virale e può contagiare! A volte basta solo ricordare.
«Da piccoli sapevamo quant’era bello essere in una condizione di purezza, di gentilezza» sostiene Daniel Lumera. «Dobbiamo ricordarci come si fa ad entrare in quella frequenza, a vibrare in quella sequenza, ad aprirci alla luce della vita come un fiore ed emanare il profumo del nostro cuore, del nostro amore, della nostra gentilezza, della nostra leggerezza. In questo modo faremo entrare in risonanza con questa frequenza tutti i cuori che saranno disposti ad ascoltarsi di nuovo e avranno il coraggio di seguirsi».
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Gennaio 2022

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IL LIBRO

Una scuola superiore come tante, con una materia speciale: Arte dell’Essere.

Grazie a Giulio, Alice, Leo, Matteo, Viola, Aurora e Amal esploriamo lo spazio dell’#oralibera, dove le emozioni più forti e pesanti, quelle che ci mettono in difficoltà, si trasformano in maestri e potenti alleati!
Perché ogni emozione ha un linguaggio nascosto, segreto e profondo, quindi  il punto non è ciò che proviamo, ma cosa ne facciamo… e imparare a riconoscere le emozioni e i loro messaggi è la chiave per realizzare i propri sogni.
Sette storie appassionanti e altrettante scoperte, un sentiero di punti di riferimento che formano una mappa con cui orientarsi, dentro e fuori di sé.
Un’esperienza multimediale che al racconto affianca esercizi pratici, disponibili anche nell’area riservata virtuale dove troverai le tracce audio guidate dalla voce di Daniel Lumera, per immergerti completamente in questo viaggio di trasformazione.
Buon viaggio sul sentiero dei 7 valori!
 

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