Vai al contenuto della pagina

Una food forest per Ventotene

homepage h2

Fra permacultura e agricoltura simbiotica, le sperimentazioni per una produzione rigenerativa.
Una food forest per Ventotene
Mattia Matrone, 35 anni, rappresenta una delle anime bio di Ventotene. La sua attività è permeata da una ricerca continua per migliorare la fertilità del suolo, conservare le sementi, valorizzare i prodotti locali e promuovere la corretta modalità di fruirne. L’azienda agrituristica, Cinque Tomoli, è da considerarsi una delle aziende con la maggiore agrobiodiversità d’Italia.
Gli studi di Mattia lo hanno recentemente indotto a sperimentare il funzionamento di un sistema forestale alimentare all’interno dell’isola.
Lo abbiamo intervistato.

Mattia Matrone, come nasce la sua passione per la sperimentazione nel campo agricolo?

È una passione che eredito dalla mia famiglia, parte del gruppo dei primi coloni sbarcati sull’isola nel 1700. Il nome della mia azienda, Cinque Tomoli, riprende la quantità esatta di terra che veniva assegnata ai coloni.
Dopo aver acquisito gli insegnamenti dei miei nonni, ho cominciato a interessarmi alla permacultura, ai sistemi agroforestali sintropici, all’agricoltura simbiotica e rigenerativa con l’obiettivo di ricreare ecosistemi sinergici, resilienti e produttivi basati sulla biodiversità.
Negli ambienti accademici c’è poca attenzione per gli agrosistemi. Si rischia così, a differenza della sperimentazione in campo, di distorcere le informazioni ed arrivare a conclusioni sbagliate.

Lei ha piantato una food forest, una foresta alimentare, a Ventotene. Ci può spiegare questa iniziativa?

Ho ricreato, su un appezzamento di circa mezzo ettaro, sei livelli di produzione con piante selezionate rispetto all’altezza dei sistemi di origine. Non aver cura di questi aspetti è uno dei motivi principali per cui le piante si ammalano nei contesti di agricoltura convenzionale, che non tiene conto delle origini e della specificità di ogni coltura. Ho poi piantato alberi per assorbire anidride carbonica. I pioppi e gli eucalipti, per esempio, sono i più grandi produttori di ossigeno e assorbono anidride carbonica soprattutto attraverso la potatura. Questi alberi si piantano infatti per creare pacciamatura e per rigenerare il suolo, anno dopo anno, con l’aiuto dei funghi simbionti.
L’orticoltura all’interno della food forest prevede inoltre rotazioni ad hoc e lavorazioni del terreno che non lo rigirano, nel rispetto degli strati ecologici.

Quali sono i dati sulla produttività di questo sistema?

Posso affermare che la mia è una produzione intensiva perché, ricreando le condizioni ideali per le piante, quelle di origine, si ottiene da loro il massimo della produttività. È un modello intensivo produttivo ecologico e rigenerante, una tecnologia per ecosistemi resilienti.
L’agricoltura simbiotica sfrutta le associazioni fra esseri viventi e, così facendo, migliora anche il profilo nutrizionale dei prodotti con grande beneficio per il microbiota intestinale e quindi per la nostra salute.

La grande biodiversità presente nella sua azienda le permette di produrre una grande varietà di alimenti. Come si possono degustare i suoi prodotti?

Conservo e seleziono i semi di frutti antichi, soprattutto di albicocche, gelsi e fichi, melanzane, cipolle e legumi. La mia scelta è stata quella di ottenere l’autosufficienza alimentare della mia famiglia e poi offrire questi prodotti per la degustazione direttamente nella mia azienda biologica di circa 2 ettari e mezzo. Quest’anno abbiamo organizzato cene per duemila persone con i soli prodotti dell’azienda, otto preparazioni diverse con ricette tradizionali e con un menu completamente vegetariano.
_____________________________________________________________________________________________________________

Brano tratto dall’articolo Ventotene, isola di transizione

Leggi l’articolo completo sul mensile Terra Nuova Gennaio 2022
Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 

POTREBBE INTERESSARTI

Tradotto in italiano con «foresta o giardino commestibile», il termine food forest sta a indicare un sistema agricolo multiuso e multifunzionale, dove convivono alberi da legname, piante da frutto, erbe medicinali, leguminose, cereali e ortaggi in sinergia con le piante spontanee e gli animali del luogo. Che si tratti di un piccolo appezzamento o di una grande area rurale, l’obiettivo è quello di ricreare o ripristinare la più ampia biodiversità possibile, simile a quella che si può riscontrare in un ecosistema forestale.

Considerata ormai la nuova frontiera della permacultura, la food forest dà priorità alla coltivazione in consociazione di specie perenni o pluriannuali, in modo da ottenere elevate produzioni di cibo con il minimo dispendio di energia sotto forma di ore di lavoro e consumo di acqua, carburante, concimi e antiparassitari.
Forte della lunga esperienza professionale, maturata in Italia e all’estero, l’autrice illustra in dettaglio e con numerosi esempi pratici come realizzare una food forest anche nel nostro clima, caratterizzato da notevoli sbalzi termici e da scarsa disponibilità idrica.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!