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Vino slow: cosa ci aspetta

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Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia, sottolinea l’importanza di affrontare i problemi legati al difficile accesso alla terra per impiantare vigneti di qualità e ai cambiamenti climatici che aggravano le parassitosi.
Vino slow: cosa ci aspetta
«Con un valore di produzione che sfonda abbondantemente i 10 miliardi di euro ed esportazioni che valgono oltre il 50% di questa cifra, il successo del vino italiano è un vero e proprio miracolo. Ma è giusto mettere in luce anche le conseguenze meno gradite.
Un primo aspetto riguarda la disparità tra zone. È inconcepibile che, a distanza di pochi chilometri, si vendano vigneti a 2 milioni di euro a ettaro e altrove le uve vengano pagate meno di un euro al chilo. Ricavi iniqui che non consentono di mantenere un vigneto con la conseguenza dell’abbandono di interi areali, dello spopolamento dei piccoli centri e della fuga dei giovani dalle campagne. Giovani che non riuscirebbero a produrre vino, se non avessero già un terreno di proprietà. Del resto, nemmeno storici produttori locali riescono più ad acquistare terreni per nuovi impianti sfruttando i diritti di prelazione. Ecco allora che l’acquisto diventa prerogativa dei gruppi finanziari, delle banche e di imprenditori esterni al settore in grado di investire grandi capitali, pur senza avere nessuna conoscenza del mondo della viticoltura. Le regole del commercio, l’influenza di una comunicazione sempre più pervasiva per alcune denominazioni note e prestigiose (che continuano a crescere) finiscono per fare il resto, fino a squilibrare il mercato, sia italiano che straniero.
La seconda questione è indubbiamente legata agli effetti negativi dei cambiamenti climatici in corso. La stagione 2023 sarà ricordata per i disastrosi attacchi di peronospora che stanno decimando la produzione, ridotta in alcuni casi anche del 40%. Questo, dopo aver prodotto ben 100 milioni di ettolitri di vino nei due anni precedenti, con giacenze record, potrebbe far registrare un calo sensibile di volumi per il 2023 e un ulteriore aumento del prezzo al dettaglio. Dove ci sta portando tutto ciò? Di questo e di molti altri argomenti legati al mondo del vino discutiamo ogni mese sulla newsletter di Slow Wine».
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L’intervento è tratto dal numero di novembre della rivista Terra Nuova

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