L’approdo dello zenzero sulle coste del Mediterraneo è oggetto di teorie controverse. Di sicuro era conosciuto fin dai tempi antichi in alcune parti della Grecia con il nome zingiberis, e veniva impiegato come alimento saporito. Il suo utilizzo si diffuse in seguito con grande successo nell’antica Roma, ove divenne noto con il termine zingiber.
I Romani ne facevano largo uso per proteggersi dai parassiti intestinali ed era impiegato soprattutto come rimedio preventivo alle prime avvisaglie del raffreddore o anche per la cura di tossi flemmatiche bronchiali e bronchiti. La radice fresca veniva altresì impiegata per il trattamento di brividi, febbri, emicranie e mialgie.
La sua diffusione in tutta Europa si sviluppò soprattutto nel Medioevo; Hildegard von Binden (XII secolo) ne consigliava caldamente l’uso per la cura di vari disturbi, soprattutto come antidoto contro la peste.
Su cosa agisce
L’organo d’azione prediletto dello zenzero è senza dubbio lo stomaco. Tra le attività principali spicca quella antiemetica, contro il vomito e la nausea; i costituenti responsabili sembra che siano i gingeroli e gli shogaoli. L’altra grande azione dello zenzero è quella digestiva: stimola i succhi gastrici, aumenta la salivazione e migliora l’assorbimento delle sostanze introdotte.
Sempre grazie all’uso tradizionale è giunta fino a noi la sua proprietà antipiretica e scaldante. Lo zenzero ha la capacità di generare calore e di promuovere abbondantemente la sudorazione: agisce sui recettori termoregolatori e blocca l’ipotermia. Insieme a questa proprietà va di pari passo l’attività antinfiammatoria dovuta all’inibizione degli enzimi lipossigenasi e ciclossigenasi, coinvolti nella formazione e nel rilascio dei mediatori dell’infiammazione. Comunque, è doveroso precisare che per questa azione necessitano ancora ulteriori studi in quanto sperimentazioni recenti, non trovando riscontri positivi, si mettono in contrasto con altre più incoraggianti.
Lo zenzero, infine, ha un’ottima capacità antivirale contro il rinovirus.
Indicazioni terapeutiche
Lo zenzero si può usare in caso di: vomito, nausea, dispepsia, colite, meteorismo, febbre, raffreddore, artrosi, artrite e dolori reumatici. Il rimedio si può impiegare sia per via interna, che per via esterna.
Per via interna
Infuso: 1 grammo di radice in una tazza di acqua bollente da lasciare in infusione per 5 minuti; consumato dopo il pasto è un buon digestivo.
Decotto: due pezzetti di radice fresca, grandi come una noce, fatti bollire per 5 minuti in 1⁄2 litro di acqua, sono utilissimi per aumentare la sudorazione e controllare la febbre.
Per via esterna
Tintura Madre diluita: un cucchiaino di tintura disciolto in un bicchiere d’acqua è utile per fare gargarismi e sciacqui in caso di infiammazioni del cavo orale.
Olio Essenziale: 10-15 gtt diluite in un po’ di latte o di miele, o disciolte nell’acqua della vasca per un bagno riscaldante alle prime avvisaglie del raffreddore. Non più di 10 gtt, invece, si possono unire a un po’ di olio di mandorle o jojoba, per un massaggio completo su tutto il corpo. Sempre in caso di raffreddore si disciolgono non più di 4 gtt in una tazza di acqua bollente per fare i suffumigi.
Controindicazioni
In caso di calcoli biliari usare solo dietro controllo medico. Come lieve effetto collaterale può insorgere bruciore di stomaco dovuto alla stimolazione dei succhi gastrici. Prudenza nei soggetti che utilizzano antiaggreganti piastrinici e nelle donne in gravidanza. Se ne sconsiglia l’uso alle gestanti, anche se bisogna ricordare che studi del 2003 escludono il rischio di malformazioni. Attenzione all’associazione con i farmaci di cui può aumentare l’assorbimento intestinale.
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