Dal 17 al 19 maggio si tiene a Roma il trentottesimo convegno dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica che, in occasione dei cento anni di questa pratica agricola, assume una valenza particolare. Ne parliamo con il presidente dell’associazione, Carlo Triarico.
Dal 17 al 19 maggio si tiene a Roma il trentottesimo convegno dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica che, in occasione dei cento anni di questa pratica agricola, assume una valenza particolare. Ne parliamo con il presidente dell’associazione, Carlo Triarico.
Come avete costruito e articolato questo importante evento?
«Nelle basi dell’agricoltura biodinamica si trovano le basi per il biologico. Abbiamo quindi organizzato un convegno di tre giorni per spiegare le otto lezioni fondamentali sul tema risalenti al 1924, che contengono le istruzioni immancabili per l’agricoltura ecologica. Esperti di massimo livello insieme a saggi agricoltori introdurranno le basi concrete utili per lavorare ai prossimi cento anni del bio, in modo che chi partecipa porti a casa conoscenze e tecniche concrete. Venerdì 17, che sarà il primo giorno, parleranno anche attori del biologico con cui abbiamo in corso progetti di sviluppo inediti del bio: ricerca, certificazione, diffusione territoriale, filiere. Insomma sarà un centro creativo e invito tutti a venire già quel giorno: dobbiamo riscattare anni di agricoltura industriale e non arrenderci a una convenzionalizzazione di biologico e biodinamico. E dobbiamo farlo ora».
L’agricoltura attraversa un momento cruciale e le difficoltà per chi vuole portare avanti pratiche rispettose dell’ambiente, della salute, del suolo e del cibo sono sempre maggiori. Come le affrontate e quali le prospettive?
«Che il modello agricolo non regga più è evidente a tutti. Non bastano i finanziamenti UE per salvare le aziende, che in Italia stanno chiudendo ogni anno a decine di migliaia. Abbiamo quindi il compito di costruire insieme aziende forti ed esemplari, filiere libere, un’economia solidale e associativa, un suolo vivo e attivo, una leadership contadina nel bio. Tutto questo per aiutare anche chi oggi non fa bio e che vogliamo far arrivare vivo al cambiamento. Il rischio che si corre è che biologico e biodinamico perdano la propria anima per essere un ulteriore orpello del potere distruttivo delle corporazioni. Ecco, l’Associazione Biodinamica ha la forza (e vuole condividerla e scambiarla) per una proposta rivoluzionaria di paradigma agricolo. Lavoriamoci insieme. Steiner nel fondare la biodinamica disse: il mondo va cambiato da cima a fondo».
Quale apporto può portare l’agricoltura biodinamica alla transizione agroecologica?
«Contribuisce senz’altro a tenere alta l’asticella. L’allargamento a tutti dell’agroecologia si fa creando un vasto movimento contadino che sa, valuta, agisce per un’ecologia profonda a partire da terra e cibo. La biodinamica, proprio per avere le solide basi teoriche su cui fonda tecniche consolidate in cento anni, offre quello spessore di cui il nostro futuro bio ha bisogno per fare la differenza. Una teoria forte dell’ecologia da scrivere insieme e un patrimonio di soluzioni tecniche di straordinaria efficacia è il cammino che l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica mette a disposizione. Per questo invitiamo quanti hanno a cuore il futuro dell’agricoltura a esserci al convegno e a pensare di iscriversi all’Associazione Biodinamica che ha bisogno di esseri umani orientati al buon futuro possibile».
La partecipazione è gratuita.
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PER APPROFONDIRE
Questo testo porta all’attenzione del grande pubblico la realtà scientifica, economica e normativa dell’agricoltura biodinamica che, se ormai in crescente domanda, è ancora soggetta ad aspra critica da parte di interessi contrapposti e lontani dalle esigenze di sostenibilità.
Gli autori evidenziano il supporto scientifico alle pratiche biodinamiche antesignane dell’agroecologia, e illustrano la sua capacità di preservare la funzionalità e la salute dell’ecosistema agroalimentare.
GLI AUTORI
Sabrina Menestrina
Medico veterinario, già segretario generale dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica, coordinatore internazionale medicina veterinaria antroposofica al Goetheanum (Svizzera).
Alessandro Piccolo
Professore ordinario di chimica agraria, Università di Napoli Federico II. Premio Fondazione Alexander von Humboldt (DE) per la chimica dell’Humus.
Nadia El-Hage Scialabba
Ecologa, ex-dirigente della FAO (Nazioni Unite) e attualmente collaboratrice del Swette Center dell’Università statale dell’Arizona, USA.
Carlo Triarico
Storico della scienza, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica e membro del Comitato permanente per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamicadel Ministero delle Politiche Agricole.