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Agricoltura: nasce il progetto “Seme libero”

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Frutto della collaborazione tra NaturaSì, la  Fattoria Di Vaira e l’agricoltore Peter Kunz, grazie anche all’importante contributo della  Cooperativa Gino Girolomoni di Isola Del Piano (PU), nasce il progetto Seme Libero, da una selezione di numerose varietà di grano e farro spelta, specifiche per l’agricoltura biologica e, dunque, indicate per la coltivazione senza chimica di sintesi. 
 
Agricoltura: nasce il progetto “Seme libero”
Frutto della collaborazione tra NaturaSì, la  Fattoria Di Vaira e l’agricoltore Peter Kunz, grazie anche all’importante contributo della  Cooperativa Gino Girolomoni di Isola Del Piano (PU), nasce il progetto Seme Libero, da una selezione di numerose varietà di grano e farro spelta, specifiche per l’agricoltura biologica e, dunque, indicate per la coltivazione senza chimica di sintesi. 
Con la definizione “seme libero” «si intende un seme libero da manipolazioni genetiche, libero di essere riprodotto dagli agricoltori e libero da oligopoli e monopoli economici. Ciò significa che, oltre ad essere regolarmente registrate e riconosciute, possono essere riprodotte dall’agricoltore in libertà. La registrazione, infatti, non è un brevetto di marchio, ma solo un riconoscimento dell’attività di selezione del genetista, ovvero la garanzia che la qualità di una specifica varietà possa mantenersi nel tempo. Questo è anche il senso della  Fondazione Seminare il Futuro» spiega in una nota NaturaSì.
«La qualità del cibo e la sua efficacia quale nutrimento dipendono non solo dalla crescita della pianta, ma anche e soprattutto dalla sua maturazione: in ogni pianta va dunque ricercato un armonioso processo di trasformazione delle forze di crescita in forze di maturazione. L’agricoltore biodinamico non si limita alla resa della granella, ma anche alla resa in paglia, utilizzata con il letame per il compost, e allo sviluppo dell’apparato radicale che consente alla pianta un’accurata ricerca di nutrienti sin nelle profondità del suolo. Paglia e radici, inoltre, sono importanti per il ciclo del carbonio, che quindi ritorna all’azienda nel terreno – prosegue la nota – Seme libero dà vita a nuove varietà adatte all’agricoltura biologica e biodinamica Attraverso un lungo lavoro di coltivazione, selezione e moltiplicazione, sono state costituite nuove varietà sempre più adatte alla coltivazione biologica e biodinamica, capaci di resistere meglio a erbe infestanti e parassiti in assenza di chimica di sintesi, oltre che più efficienti nell’uso dell’azoto».
«Come tutte le piante, infatti, anche i cereali hanno bisogno di azoto, che possono ricavare direttamente dal terreno, senza rendere necessarie concimazioni azotate che le farebbero diventare più suscettibili alle malattie, con il conseguente uso di pesticidi – si legge ancora nella nota di NaturaSì – La selezione specifica per l’ agricoltura biologica, portata avanti dal progetto Seme Libero, ha permesso di individuare piante capaci di gestire le risorse limitate, disponibili nell’azienda agricola e sul campo, in grado di rispondere in modo efficace a malattie e stress – come caldo e siccità – garantendo ugualmente rese affidabili e di alta qualità. Piante che possono crescere in equilibrio e competere con le erbe infestanti, maturando secondo natura e mostrandoci i più bei colori e profumi che la natura possa donare: piante che racchiudono le forze di cui l’uomo necessita per la sua armoniosa crescita».
«La semola con cui questi prodotti sono realizzati è ottenuta miscelando diverse varietà di grano duro, selezionate tra quelle storicamente coltivate dai contadini delle regioni italiane maggiormente vocate alla produzione di grano duro, quindi Puglia, Sicilia e Toscana – spiega NaturaSì – Per questi prodotti abbiamo deciso di non legarci più ad una singola varietà, puntando invece sulla valorizzazione di una moltitudine di varietà della tradizione rurale italiana. Questo ha un chiaro effetto positivo anche sulla conservazione in produzione del patrimonio storico di biodiversità cerealicola italiana. Si pensi al valore che queste varietà avevano per le famiglie contadine di un tempo, che riproducevano anno dopo anno queste varietà, tramandandole di generazione in generazione, sia per il buon adattamento agronomico a quel territorio sia e soprattutto, per la loro bontà».
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