L’erba del vicino è sempre la più verde e quella del parco Giovanni Paolo II di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, ha anche le rose antiche, la food forest e una free library. Ed è tutto in condivisione e parte del progetto “Scandiano Semina” del gruppo di lavoro “Orti Volanti”.
Il gruppo di lavoro Orti Volanti nel 2014 è stato uno dei vincitori del bando comunale “Scandiano Sbilanciati!” promosso dalla Giunta comunale per promuovere iniziative proposte dalla cittadinanza.
“Abbiamo individuato questo parco per il nostro progetto perché è a ridosso del centro della città e collega il centro con un quartiere residenziale molto popolato e le persone lo attraversano spesso a piedi” spiega Anne Goy, coordinatrice del progetto. “Gli abitanti avevano perso l’abitudine di frequentarlo e aveva cominciato a perdere la sua identità oltre che ad essere oggetto di vandalismo. Il giardino, pregiato e molto articolato, stava ormai invecchiando. Con questo progetto stiamo rigenerando un pezzo di contesto urbano e ridando vita al giardino didattico, che oggi viene visitato di nuovo anche dalle scolaresche. Siamo molto orgogliosi anche della nostra free library costruita con legni e materiali di recupero, frequentatissima e molto amata dagli adulti e dai più piccoli.”
Dalla potatura delle rose al “Giardino dei Sapori”, i cittadini hanno cominciato a prendere parte alle iniziative sporcandosi le mani. “E’ bello vedere le famiglie attive che nei week end portano qui i loro bambini e riscoprono insieme a noi che si possono fare tante cose in uno spazio pubblico e impararne di nuove, senza per forza spendere soldi. La nostra ultima attività è la creazione di una food forest, un frutteto consociato che unisce un tipo di coltivazione multifunzionale a bassa manutenzione con la coltivazione di altre piante commestibili. Prende a modello l’ecosistema foresta e all’interno si coltivano piante da frutto e noci, piante da legno, ortaggi, aromi, fiori, erbe medicinali, piante mellifere e tanto altro, in armonia con le necessità umane e della natura. Abbiamo recuperato il “Giardino dei Sapori” del parco, un frutteto di varietà antiche, e lo stiamo trasformando in un frutteto complesso, suddiviso in gilde, che contengono un albero da frutto, arbusti da bacche commestibili, rampicanti e tappezzanti come ad esempio le fragole.”
Nulla nel Parco è lasciato al caso. Si semina e si pianta avvalendosi di esperti. “L’obiettivo è quello di creare un senso di responsabilità dei cittadini verso uno spazio pubblico, ma anche far sì che chi partecipa attivamente possa acquisire nuove competenze. Per un anno il gruppo di lavoro ha studiato i principi di permacultura con la nostra associata Elena Parmiggiani, permacultrice professionista. Anche per i percorsi esplorativi della flora e della fauna lungo la siepe naturalistica che sorge ai bordi del parco, ci avvaliamo di una guida ambientale.”
Il progetto portato avanti dai volontari di “Orti Volanti”, con il coinvolgimento dei cittadini, ha uno scopo preciso di inclusione e aggregazione: “Con le iniziative che si organizzano qui, cerchiamo di fare capire che non per forza bisogna comprare quello di cui si ha bisogno in giardino, in un vivaio o al supermercato. Se serve una pianta o un’erba aromatica, ci si può dare da fare in prima persona e moltiplicare le piante esistenti ricavandole da seme o per talea, magari in compagnia di altre persone durante uno dei laboratori in giardino. Inoltre si possono scambiare le piante tra giardinieri. Favoriamo molto il lavoro di gruppo. Le persone vengono responsabilizzate facendo fare a loro, ad esempio, il rilievo di quello che hanno messo a dimora. Piantumano, osservano e ritornano per vedere come si sta trasformando quello che hanno fatto la volta precedente. Ciascuno porta avanti il suo lavoro ma non in solitudine, piuttosto come una cellula all’interno di un organismo”. E di quell’organismo, rispetto al passato, oggi ne fanno orgogliosamente parte anche un gruppo di persone del Pakistan e della Nigeria. “Un piccolo passo verso l’integrazione” spiega Anne Goy “li abbiamo coinvolti facendoli partecipare ai nostri lavori di messa a dimora di frutti di bosco e piante aromatiche”.
L’Amministrazione comunale, per il progetto Scandiano Semina, ha messo a disposizione 8.000 euro complessivi per fare fronte ai costi dei materiali che verranno utilizzati nei cinque anni di attività di volontariato. “Oltre ai soldi che erano in palio per il progetto vincitore, l’Amministrazione ci supporta mettendo a disposizione alcuni attrezzi da giardino ma anche degli sfalci triturati che noi usiamo come pacciamatura. A quanto manca facciamo fronte con alcune donazioni di piante ed arbusti da parte di privati”.
La spinta propulsiva di questo progetto è stata data da un gruppo di persone che ha puntato sulla transizione della comunità in cui vivono verso la tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e naturale. Il gruppo “Orti volanti” fa parte dell’Associazione “Scandiano Città in Transizione”, un’associazione culturale nata nel 2011 sul modello delle Transition Town inglesi, che ha prodotto un grande numero di progetti coordinati sui temi della tutela ambientale, del risparmio energetico ed idrico, del riciclo e del riuso e dell’alimentazione naturale. I gruppi appartenenti a questa associazione lavorano in rete, moltiplicando così le azioni virtuose, con l’obiettivo di coinvolgere un numero sempre maggiore di cittadini. “Orti volanti, nato inizialmente come gruppo di lavoro per azioni da compiersi nei giardini di abitazioni private, con questo progetto si è evoluto verso una dimensione pubblica e comunitaria. Rigenerare una parte di verde pubblico come il parco Giovanni Paolo II, facendo riscoprire agli abitanti di Scandiano il “Giardino dei sapori”, il Gazebo inverdito, il labirinto, il “Giardino dei colori”, quello delle rose e la stanza verde, ci ha permesso di ripensare il giardino didattico nella sua interezza e di restituirlo ai cittadini con un progetto inclusivo e partecipativo.”
“L’idea che portiamo avanti è di imparare insieme a progettare e realizzare aree verdi, trasformando uno spazio pubblico in un’aula all’aperto per esperienze, workshop, seminari e anche feste” prosegue Anne Goy. “La nostra speranza? Che questa esperienza possa diventare contagiosa e proporsi come modello per altri spazi pubblici della città, quegli spazi verdi, fruibili nel tempo libero, che ci regalano esperienze sensoriali e sorprese in tutte le stagioni”.