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Appello di 500 scienziati: «Ora più che mai occorre una trasformazione del sistema alimentare»

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Cinquecento scienziati hanno sottoscritto un appello che, di fronte alla crisi in corso, sottolinea come sia un errore abbandonare la pratiche agricole sostenibili e rispettose dell’ambiente e della salute e propone alternative alle scelte che oggi paiono andare in un’altra direzione.
Appello di 500 scienziati: «Ora più che mai occorre una trasformazione del sistema alimentare»
“Storie del Bio”, gruppo di produttori, trasformatori e distributori del biologico, pubblica la traduzione del testo dell’appello ( qui integrale, con note) sottoscritto da cinquecento scienziati che sottolinea l’importanza, oggi più che mai, di proseguire sulla strada dell’agricoltura sostenibile e biologica per trasformare il sistema alimentare.
«La crisi ucraina rende evidente il fatto che i nostri attuali modi di produrre e consumare cibo sono insostenibili e ingiusti. In risposta, dovremmo rafforzare e non abbandonare la trasformazione verso un sistema alimentare sano, giusto ed ecologico. Abbiamo bisogno di soluzioni globali che portino sollievo a breve termine e allo stesso tempo scongiurino la minaccia esistenziale che il nostro sistema alimentare pone alla salute delle persone e del pianeta» si legge nell’appello, che sottolinea come l’Ucraina e la Russia siano «grandi produttori globali di grano, mais e semi oleosi, così come di fertilizzanti e carburante».
«Le esportazioni saranno probabilmente gravemente interrotte a causa della guerra» prosegue l’appello che spiega come l’impennata dei prezzi del grano potrebbe spingere milioni di persone in povertà e fame».
«Come reazione immediata, i responsabili politici dovrebbero garantire flussi commerciali agricoli aperti e un adeguato sostegno finanziario ai programmi internazionali di aiuto alimentare. I previsti shock ai mercati agricoli hanno anche spinto a suggerimenti miopi come l’abbandono delle pratiche agricole sostenibili che fanno parte della strategia Farm2Fork dell’UE, e l’aumento delle capacità di produzione di grano dell’Europa, in parte per garantire l’approvvigionamento di mangime per animali. Queste misure invece di avvicinarci a un sistema alimentare affidabile, che sia resistente agli shock futuri, e che fornisca diete sane e sostenibili, ce ne allontaneranno» si legge ancora nell’appello.
«L’insicurezza alimentare globale non ha origine da una carenza di offerta, ma da forti disuguaglianze economiche e dalla cattiva distribuzione. La produzione alimentare globale di oggi è più che sufficiente per nutrire una popolazione mondiale ancora più numerosa. Tuttavia, i cereali vengono dati in pasto agli animali, usati come biocarburanti, o sprecati piuttosto che forniti a coloro che hanno mezzi finanziari limitati – si legge nel testo – Contrariamente a quanto le discussioni in corso potrebbero far pensare, la sicurezza alimentare europea non è minacciata dalla crisi ucraina. Piuttosto, l’Europa è minacciata da una crisi di lunga data, legata all’abitudine a diete malsane con un consumo di cereali raffinati e prodotti animali nettamente al di sopra delle raccomandazioni delle linee guida dietetiche nazionali e di quelle per diete sane e sostenibili. Qui proponiamo tre leve per far fronte agli shock a breve termine del sistema alimentare, garantendo allo stesso tempo la salute umana e lo sviluppo sostenibile a lungo termine».
Ecco le tre possibili alternatve proposte dall’appello:
«1. Accelerare lo spostamento verso diete più sane con meno prodotti animali in Europa (e altri paesi ad alto reddito).
Uno spostamento verso un maggiore consumo umano di legumi, verdura e frutta, e meno prodotti animali in Europa potrebbe alleviare sostanzialmente la pressione sulle forniture globali di grano. Un terzo delle calorie globali è attualmente utilizzato per nutrire gli animali e più di tre quarti dei terreni agricoli sono utilizzati per produrre alimenti di origine animale. Sulla base dei dati FAO, stimiamo che la riduzione dell’uso dell’UE di cereali per nutrire il bestiame di circa un terzo potrebbe compensare il crollo delle esportazioni ucraine di cereali e semi oleosi Riduzioni concomitanti nel consumo e nella produzione di alimenti di origine animale porterebbero a un sistema alimentare e agricolo più equilibrato, in linea con gli obiettivi sanitari e ambientali. Ridurre drasticamente il consumo di alimenti di origine animale è un prerequisito per limitare il riscaldamento globale a ben meno di 2°C, arrestare la continua distruzione e l’inquinamento degli habitat naturali, e fermare così il superamento dei limiti del pianeta da parte dell’agricoltura. Inoltre, uno spostamento verso diete prevalentemente vegetali potrebbe prevenire 11 milioni di morti premature ogni anno e abbassare sostanzialmente il peso globale delle malattie. Al contrario, gli sforzi politici per destinare ulteriori terreni alla produzione di mangimi con l’obiettivo di stabilizzare le capacità di allevamento animale all’interno della crisi attuale sono controproducenti per la sicurezza alimentare globale. Questi sforzi aumentano la competizione tra mangimi e cibo e ritardano la trasformazione verso una produzione alimentare più sostenibile.
2. Aumentare la produzione di legumi e rafforzare il Farm2Fork.
L’agricoltura europea dipende fortemente dai fertilizzanti azotati ad alta intensità energetica. Le forniture sono attualmente interrotte perché la Russia è uno dei maggiori produttori mondiali di fertilizzanti e di gas naturale. La strategia Farm2Fork, che mira a dimezzare l’eccedenza di azoto e ad espandere l’agricoltura biologica sul 25% delle terre, ridurrebbe ampiamente questa dipendenza dalle importazioni. Aumentare la diversità nelle rotazioni delle colture includendo le leguminose che fissano l’azoto potrebbe sostituire il fertilizzante sintetico con la fissazione biologica. Migliorare l’efficienza nell’uso dell’azoto attraverso un migliore dosaggio e tempistica dei fertilizzanti sintetici e organici ridurrebbe ulteriormente le importazioni, e porterebbe anche enormi benefici al clima, alla qualità dell’aria e dell’acqua. Inoltre, attuare rapidamente la strategia Farm2Fork migliorerebbe la qualità del suolo e rafforzerebbe la biodiversità nei paesaggi agricoli, garantendo così la sicurezza alimentare a lungo termine attraverso la conservazione dei servizi ecosistemici. Le forzature politiche per abbandonare gli obiettivi di sostenibilità della strategia Farm2Fork (compresa la riduzione delle emissioni di gas serra, la riduzione dell’uso di fertilizzanti azotati e pesticidi, e la protezione dei terreni incolti per la biodiversità) non ci mettono al riparo dalla crisi attuale, anzi la peggiorano e rendono la crisi permanente.
3. Ridurre la quantità di rifiuti alimentari.
Secondo i nostri calcoli, la quantità di grano sprecato nell’UE è circa la metà delle esportazioni di grano dell’Ucraina e un quarto delle altre esportazioni di cereali. Gli sforzi per ridurre lo spreco di cibo lungo le catene del valore, dai dettaglianti ai consumatori privati potrebbero ridurre le pressioni a breve termine sui mercati mondiali. Lo spreco alimentare non solo contribuisce alla cattiva distribuzione delle provviste alimentari, ma è anche responsabile di gran parte dell’impronta ambientale del nostro sistema alimentare , dato che il 30% degli alimenti prodotti vengono sprecati nei diversi stradi della produzione e del consumo. Dimezzare la quantità di rifiuti alimentari in tutto il mondo entro il 2030 è quindi anche parte integrante per allineare il sistema alimentare agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e rimanere entro i limiti delle risorse del pianeta. Finora le misure politiche non sono riuscite ad affrontare adeguatamente questo problema».
«Abbiamo presentato tre leve per affrontare l’attuale crisi alimentare tenendo a mente gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine – si legge ancora nel rapporto – Oltre a queste strategie generali, i governi europei dovrebbero intraprendere ulteriori azioni a breve termine per assicurare che le persone vulnerabili nei paesi poveri e importatori di cibo non cadano nell’insicurezza alimentare. Queste azioni includono la fornitura di fondi al Programma alimentare mondiale per l’acquisto di cereali e il mantenimento dell’apertura del commercio, compreso il commercio di cibo da e verso la Russia. Inoltre, i sistemi di sicurezza sociale e le banche alimentari devono essere rafforzati in tutta l’UE per evitare gli effetti dannosi dell’aumento dei prezzi alimentari per le famiglie povere. Un’azione efficace a lungo termine deve comunque affrontare le disuguaglianze dell’attuale sistema alimentare, in cui coesistono fame, sprechi e modelli di consumo ad alta intensità di risorse. L’invasione russa dell’Ucraina e la guerra in corso hanno prodotto onde d’urto attraverso il sistema alimentare. Il modo in cui l’attuale crisi viene gestita politicamente ha implicazioni di vasta portata per ognuno di noi. Il rapporto dell’IPCC, pubblicato di recente, afferma che è rimasta solo una breve finestra di opportunità per un’azione efficace di fronte all’accelerazione del cambiamento climatico e ad altre crisi ambientali. Concentrarsi ora su soluzioni a breve termine senza considerare le conseguenze a lungo termine e senza integrarle in un quadro più ampio esacerba i rischi futuri, compresa la minaccia di superare i punti critici di ribaltamento dei sistemi naturali del nostro pianeta. Investire ora in una transizione verso sistemi alimentari sani e sostenibili è essenziale per aumentare la nostra resilienza contro le crisi future e garantire un pianeta sicuro e vivibile per le generazioni a venire».

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