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Bio-distretto, un esempio da seguire

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Nel luglio 2012 il consiglio comunale di Greve in Chianti, con un consesso pubblico nella piazza, ha dato il via al distretto biologico con adesione all’Aiab. Ora si tirano le prime somme, altamente positive. Un esempio da seguire.
Nel luglio 2012 il consiglio comunale di Greve in Chianti, con un consesso pubblico nella piazza, ha dato il via al distretto biologico con adesione all’Aiab. Ora si tirano le prime somme, altamente positive. Un esempio da seguire.
Il sindaco Alberto Bencistà aveva detto: “Il futuro del biodistretto dipenderà molto anche dalla partecipazione della comunità. La base di produttori del biologico è ampia, noi li abbiamo nlla viticoltura, per olio e formaggi, ma tutti i cittadini dovranno concorrere alle buone pratiche. Veniamo dalla battaglia contro l’inceneritore e dobbiamo procedere aumentando la raccolta differenziata e il riutilizzo, promuovendo le energie rinnovabili, le mense biologiche nelle scuole e favorendo una consapevolezza e una cultura ambientalista nelle giovani generazioni”. Insomma, un Comune green a tutti gli effetti ( qui potete leggere lo statuto del biodistretto).
Per quanto riguarda la viticoltura, tutto era iniziato nel 2005, quando era stato trovato un esemplare diScaphoideus titanus, la cicalina che gira per le viti infettandole con la flavescenza dorata. Le norme impongono il trattamento obbligatorio ovunque venga trovato anche solo un esemplare, un trattamento estremamente invasivo. Allora i produttori si sono riuniti, hanno chiesto una consulenza e hanno cominciato a dubitare che il ritrovamento di un singolo esemplare significasse necessariamente il propagarsi della malattia. Così prima di intervenire, hanno deciso di avviare una campagna di monitoraggio, al termine della quale è risultato evidente che del trattamento non c’era bisogno. Nel giro di pochi anni si è effettuata la conversione a biologico dell’80% delle viti del territorio, una concentrazione unica al mondo. E quando si è iniziato a parlare di inceneritore, l’amministrazione comunale è scesa in trincea, in prima fila, per dire no e preservare il territorio dalla contaminazione.
E ora, a un anno da quella decisione, stanno arrivando attestati di interesse dall’Italia e dall’Europa e sempre di più si guarda al modello “Greve Green”.

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