CampoAperto: lavoro e agricoltura nel carcere di Secondigliano
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«La cooperativa ha inoltre pensato di focalizzare la produzione agricola sui prodotti tipici campani famosi in tutto il mondo, combinandone l’eccellenza con il concetto di consumo critico – spiegano i promotori che hanno avviato una iniziativa di raccolta fondi – agricoltura bio, filiera corta, tradizione artigianale. Pomodorini del Piennolo del Vesuvio, melanzane lunghe napoletane, zucchine San Pasquale: due ettari di terreno che, grazie ad un contratto di comodato d’uso stipulato con l’Amministrazione Carceraria, danno vita a questi ed altri prodotti grazie proprio al lavoro dei detenuti, sostenuti dal tutoraggio e dall’accompagnamento da parte degli operatori della cooperativa».
«La produzione di ortaggi freschi in maniera biologica e la successiva distribuzione e commercializzazione nei gruppi diacquisto solidali, oltre nei canali commerciali tradizionali, potranno infine garantire la futura sostenibilità del progetto, anche in termini di incremento dell’occupazione. Per i detenuti un impegno stabile e quotidiano, inoltre, è fondamentale per valorizzarne le competenze e le energie in vista del successivo reinserimento nel tessuto sociale, oltre che per diminuire l’impatto sociale ed emotivo della restrizione della libertà. Se questa raccolta fondi avrà successo, sarà possibile costruire ben 2 serre che saranno incentrate sulla produzione specializzata di fragole e frutti di bosco!».
«Tuttavia CampoAperto è un’impresa che nasce senza alcun tipo di finanziamento pubblico: per questo, al fine di continuare questo progetto e dare la possibilità anche ad altri detenuti di intraprendere questo percorso, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile!».