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“Cercatori di semi”, un aiuto alla biodiversità

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“Cercatori di semi” è un’associazione che mette a disposizione ecotipi di sementi rari e antichi a chiunque me faccia richiesta. L’obiettivo? «Alimentare la biodiversità agricola che sta scomparendo» spiegano.
In attesa del verdetto del Comitato Europeo per i prodotti fitosanitari sulla pericolosità per l’ambiente e la salute del glifosfato, erbicida satellite di un sistema produttivo agricolo intensivo, squilibrato e nemico della biodiversità, abbiamo incontrato chi invece alla biodiversità ci tiene. Si tratta dei “Cercatori di Semi”, un’associazione no-profit di persone che cerca, conserva e regala semi di ecotipi rari a qualsiasi tipologia di coltivatore. È il presidente, Pietro Segatta, ad illustrare l’attività dell’associazione.
Innanzitutto, perché cercatori di semi?
Perché in Europa stiamo assistendo ad un’allarmante scomparsa della biodiversità genetica agricola. Sono infatti sempre più preponderanti le poche varietà della grande distribuzione, selezionate per la coltivazione intensiva e l’utilizzo di metodi non sostenibili a discapito degli ecotipi locali. Ecotipi che furono selezionati di orto in orto dai coltivatori per caratteristiche di rusticità e per qualità organolettiche, varietà antiche e preziose che però sono oggi sempre più rare. Per noi è risultato quindi fondamentale unirci e fare qualcosa, per il rispetto della storia contadina italiana e per garantire alle generazioni future il diritto di poter usufruire di quel sempre più raro patrimonio naturale rappresentato da questi antichi ortaggi.
Quando avete iniziato a cercare questi ormai preziosissimi tesori naturali?
Da 4 anni, con un gruppo di altre persone sensibili al tema, come Luana Oliva, prima ispiratrice del progetto e mia sorella maggiore, Mary Hellen. Insieme abbiamo iniziato a cercare, selezionare e conservare i primi semi. Ufficialmente però, l’associazione nasce nel febbraio 2015, con sede ad Ardea, vicino Roma.
Quando hai deciso personalmente di impegnarti in questa attività?
Dopo aver viaggiato e vissuto in Centro America per 5 anni, tra Messico, Guatemala e Repubblica Dominicana, e dopo aver visto con i miei occhi quanto è dura la vita dei coltivatori in quei paesi, sempre più schiacciati dall’arroganza delle multinazionali che impongono sistemi produttivi per loro tecnicamente ed economicamente insostenibili. Tornando in Italia ho sentito forte la necessità di fare qualcosa per scongiurare il più possibile il propagarsi di quelle condizioni anche da noi. E fu così che, insieme a Luana Oliva, di origini etiopi, anche lei sensibilizzatasi alla questione dopo ciò che aveva visto nel suo paese, decidemmo di impegnarci in un progetto pratico. Partimmo con la prima coltivazione, con circa 40 varietà, lei si occupò della purezza genetica attraverso l’isolamento dei fiori ed io della coltivazione, sempre con metodi sostenibili, secondo i principi della biodinamica e della permacultura. Di grande sostegno fu anche il contributo di mia sorella, che, profonda conoscitrice del mondo olistico e di tutto ciò che riguarda gli stili di vita ecosostenibili, ci regalò diversi libri guida, alcuni pubblicati proprio da Terra Nuova sulla permacultura, l’agricoltura biologica e sinergica. Fondamentale poi fu una donazione ad uso gratuito di un terreno di circa 12 ettari che ci permise di aprire l’associazione, insieme ad altri collaboratori eccezionali, capaci di dedicare anima e corpo nei lavori in campo, nelle attività di divulgazione e in quelle di laboratorio. Attualmente Luana, per motivi personali, non partecipa attivamente alla vita dell’associazione, ma rimane un elemento fondamentale e aspettiamo tutti con ansia il suo ritorno.
Come selezionate e conservate i semi?
Li selezioniamo sulla base del loro grado di rarità. Spesso su segnalazione di soci o appassionati. Se possibile ci rechiamo in loco o acquistiamo le sementi tramite web. Dopodiché iniziamo la coltivazione, assicurandoci tramite un agronomo delle condizioni fitosanitarie delle piante prodotte. Nel periodo della legatura isoliamo i fiori per ottenere semi di massima purezza, da conservare nella nostra banca. Dopo una prima mondatura procediamo con l’essiccazione per poi disidratare i semi con l’aiuto del Silica Gel 8, secondo le istruzioni dell’Orto Botanico della Sapienza di Roma. Infine li stocchiamo a una temperatura di 5 gradi. Attualmente nella nostra banca sono conservate 200 varietà, distribuite tra 15 specie, sia italiane che estere. Tra quelle italiane ad esempio abbiamo il tortarello abruzzese, cetriolo della omonima regione, i fagioli monachelle, raramente coltivati ma rustici e saporiti, il melone sardo piel di sapo, il pomodorino piennolo del Vesuvio, il fagiolo coco, il cavolo gigante navone rosso trentino, le zucche tipiche del Nord Italia ed altre varietà antiche. In merito all’argomento della conservazione, ci tengo a precisare che tra il materiale biologico presente nella nostra banca, non conserviamo ibridi F1.
Qual è poi il futuro dei semi conservati?
Sono semi a disposizione di chiunque ce li chieda per una produzione agricola. Oltre a regalare i semi al coltivatore, lo seguiamo durante le fasi di crescita della pianta, per orientarlo al meglio con tecniche di coltivazione sostenibili e formandolo affinché eviti di ibridare le varietà, conservando così il corredo genetico. Lo scopo fondamentale infatti è proprio quello di mantenere puro il genotipo dei semi, per garantire la sopravvivenza della varietà. Il coltivatore, una volta ottenuta la produzione, si impegna a dare all’associazione il 20% delle nuove sementi prodotte, al fine di alimentare la banca.
Oltre a cercare, conservare e regalare semi, vi siete già attivati su altre tipologie di progetti?
Sì, due progetti in particolare. Il primo è il Progetto Melissa, un progetto speciale per la tutela delle api attraverso la produzione e distribuzione, sempre gratuita, di sementi di Cephalaria transylvanica, la pianta salva api. Per aprile 2016, abbiamo già 300 richieste di distribuzione. La speranza è che poi, a seguito della prima produzione, ognuna di queste 300 persone, possa diventare il vertice di una nuova catena di distribuzione, in modo da fare sempre più rete e comunità fra coltivatori, e favorire quindi la protezione delle api e di conseguenza, l’equilibrio ecologico generale degli orti e dei campi. Il secondo progetto è il Progetto Minerva, praticamente concluso, è relativo al sostegno che abbiamo offerto a dei coltivatori bengalesi nella zona di Ardea, che avevano completamente compromesso la qualità dei loro substrati, attraverso prassi agricole non sostenibili, coltivando senza avvicendamenti, né rotazioni, usando massicce quantità di glifosfato e altri fitosanitari e fertilizzando solo con prodotti di sintesi o chimici. Abbiamo messo a loro disposizione un ettaro di terreno, anticipato le prime spese per tubazioni, acqua, energia elettrica e mezzi di lavorazione. Poi è stato utilizzato il metodo della falsa semina, fertilizzando con letame compostato e agendo con pirodiserbo in presemina. Scopo principale di questo progetto è stato quello di orientare la comunità di agricoltori bengalesi verso un’agricoltura più sostenibile e redditizia, anche dal punto di vista economico. A breve pubblicheremo i risultati completi del progetto che si sono rivelati molto positivi. Le analisi chimico-fisiche del terreno e l’introito economico hanno infatti dimostrato la validità del sistema di rotazioni veloci sulle colture da taglio, in connubio con il miscuglio delle varie specie in semina.
Come vi sostenete economicamente?
Abbiamo deciso di stare lontani dai finanziamenti classici. Vogliamo il più possibile essere autonomi economicamente, e per questo vendiamo altre tipologie di semi, come ad esempio rarissime varietà di mais dei nativi americani, varietà asiatiche interessanti ed irreperibili in Europa, dalla melanzana gigante cambogiana all’arachide fastigiata del Perù. Tutte le varietà sono tradizionali ed antiche. Vasta è la disponibilità di pomodori, tutti da coltivazione biologica certificata USDA Organic. Sono acquistabili anche attraverso la sezione “shop” del nostro sito internet  www.cercatoridisemi.com. Accettiamo volentieri donazioni, e successivamente all’espletamento di alcune pratiche burocratiche in corso, finalmente, chi vorrà potrà partecipare direttamente alla coltivazione, aiutandoci in tutte le attività in campo.
Cosa deve fare chi volesse coltivare con i vostri semi?
Può scriverci una e-mail attraverso il nostro form sul sito internet oppure può contattarci anche attraverso la nostra pagina facebook “Cercatori di semi”. Dopo le richieste ci occupiamo di effettuare le spedizioni in tutta Italia, chiedendo al destinatario di sostenere solo le spese di spedizione. Seguiamo poi ogni singolo coltivatore, dalla germinazione alla produzione delle loro sementi.
E per chi volesse semplicemente venirvi a conoscere?
Lo aspettiamo volentieri ad Ardea, a 20 minuti da Roma, nella tenuta in cui coltiviamo e dov’è in costruzione la nuova sede, nella quale svolgeremo corsi gratuiti in collaborazione con alcuni docenti universitari vicini all’associazione. I corsi verteranno sulle modalità di coltivazione, produzione e conservazione delle sementi. Un’altra modalità per venire a conoscere il nostro lavoro è venendoci a trovare alle fiere o alle mostre mercato. A breve ad esempio parteciperemo alla fiera “Primavera alla Landriana” dal 23 al 25 aprile, a Tor San Lorenzo, comune di Ardea, poi a “Farfa in Fiore” il 28 e 29 maggio, nella splendida abbazia, per concludere in settembre alla “Conserva della Neve”, al parco dei Daini di Villa Borghese, a Roma. Solitamente, le persone che vengono a trovarci restano incantate da ciò che facciamo, perché toccano con mano tutta la passione che mettiamo nel nostro lavoro.
Sei soddisfatto dei risultati di questi primi anni di attività?
Molto, soprattutto perché è un impegno che ha le sue complessità. Nel primo anno di attività ufficiale, abbiamo avuto un grande seguito, sia come richieste di adesione ai progetti che per collaborazioni con altre associazioni non lucrative. Abbiamo anche iniziato a collaborare con l’Orto Botanico di Roma, fornendo sementi e confrontandoci sulle tematiche di produzione e conservazione dei semi. Ma siamo consapevoli che ci aspetta un lungo ed oneroso lavoro. L’ampliamento della sede, la gestione degli acquisti delle attrezzature per la banca e dei materiali per la coltivazione ci impegnano continuamente, ma siamo fiduciosi nell’aiuto delle persone che ci sostengono e accompagnano in questa avventura.
Che ne pensi dell’attuale situazione legislativa in materia di sementi?
La situazione è in continua evoluzione ma riguarda l’ambito commerciale ed è un discorso ampio che non mi sento di affrontare per non entrare in logiche politiche dalle quali l’associazione si impegna a stare lontano.

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