Vai al contenuto della pagina

Ciò che è vivo – culture tour. Permacultura, contadini, natura, terra

homepage h2

Il viaggio di Emanuela Ascari, “Ciò che è vivo – culture tour”, si è concluso con un successo fatto di condivisioni, empatia ed esperienza. Emanuela, artista, ha coniugato arte e mondo rurale. Insieme a lei e attraverso la sua testimonianza e le sue parole, proseguiamo un viaggio che ci consente di ripercorrere quelle tappe e quelle esperienze.
Per raggiungere una delle tappe, Le Macchie a Castellina Marittima (PI), a un certo punto si deve lasciare l’automobile e incamminarsi zaino in spalla per qualche chilometro di macchia mediterranea. Quasi arrivati si incontra un cartello di benvenuto che augura che il nostro cammino sia nella bellezza, una bellezza che si estende per 100 ettari attorno a noi. Incontro Primiana e Alberto, i custodi di queste terre, e Giorgio, un woofer che da un anno vive con loro e che si offre da guida per esplorare una parte del bosco fino alle rocce più alte. Ma come raccontare i principi alla base delle Macchie? 
Permacultura, Contadini, Natura, Terra 
Intorno a queste quattro parole, e ai significati di cui sono per noi portatrici, si muove il viaggio delle Macchie, come raccontano Primiana e Alberto.
«Permacultura, perché è l’ispirazione e la guida, stimolo costante al pensiero divergente e sistemico, fonte inesauribile di ricerche, esperienze contributi disciplinari molteplici e pratiche altrimenti invisibili, orizzonte etico e tecnico in cui ci riconosciamo.
Contadini, perché ci occupiamo a 360 gradi di tutto quello che facciamo, a tutti i livelli, e abbiamo scelto di vivere senza la mediazione di uno stipendio.
Natura, intesa come universo selvatico e selvaggio, intensamente viva, vivifica, potente. Natura per riconoscere che ciò che coltiviamo e alleviamo è solo una parte, frutto di un patto antico che oggi facciamo tanta fatica a riconoscere e onorare. Natura perché se noi e i nostri campi soccomberanno, Lei no, Lei crescerà forte trasformando i nostri resti in nuova Vita.
Terra, perché è organo maestro di rigenerazione; è ventre, e calderone alchemico; è organo: pelle e intestino. È creatura da partorire, non solo da curare.
Creare Terra, suolo fertile, è la sfida del nostro futuro, in un presente che lo consuma.
Non consumare, dunque, ma nutrire ciò di cui ci nutriamo.
Ciò che non sappiamo o possiamo o vogliamo curare con l’attenzione di questi principi, lo lasciamo al Selvatico, alla Natura, che cerchiamo di non danneggiare (ad es. riduzione progressiva e costante di tutte le nostre “deiezioni” potenzialmente “inquinanti”, cioè non facilmente digeribili dalla Natura in un ottica di reciproca convivenza a lungo termine).
Ogni ecosistema che contribuiamo a creare, lo sviluppiamo tenendo presenti i tre principi etici della Permacultura: cura della terra (con tutte le sue risorse e creature), cura delle persone, ridistribuzione equa delle risorse. E le nostre 4 parole chiave.
Ci confrontiamo con le tante sfaccettature della sostenibilità: quella etica, valoriale, dei principi che guidano il nostro agire; quella ecologica, che misura la nostra impronta, il nostro zaino e il nostro impatto ambientali; quella economica, che ci impone costi pubblici, imposte e relazioni monetarie; quella sociale, che ci richiama all’universo di relazioni in cui siamo inseriti; quella istituzionale e normativa, che riferisce obblighi e adempienze. E infine, quella animica, profonda, che ci accomuna a tutti gli Esseri che condividono il Viaggio.
Così in questi 10 anni alle Macchie son nati orti, frutteti, vigne, apiari, pollai (gli oliveti c’erano già 😉 ritagliati tra boschi e sassi, tra colli ora impervi ora dolci.
Così si sono incontrate persone, incrociate storie, generati flussi d’energia e materie prime che prima non c’erano.
Non vogliamo nutrire il mondo, ma costituire un esempio virtuoso di come, anche in un’area svantaggiata e residuale, con semplici tecnologie e buone idee, sia possibile vivere, creare cibo buono e speciale, non far danno, imparare ogni giorno qualcosa e godersi la magnificenza della Natura.
In fondo i nostri bisogni son talmente semplici…una tana, un amore, acqua, spazio per coltivarci del cibo e una manciata di energia per cucinarlo (cucina solare, cucina a legna, fuoco a gas, pentola calda, Rocket stove, ecc.) un pò di elettricità, qualche vestito, stoviglie, strumenti per lavorare, una stanza calda d’inverno, buoni amici, buone relazioni di vicinato e una rete di supporto per affrontare meglio le situazioni che non sappiamo gestire da soli.
E poi tutta quella meravigliosa rete di artigiani e professionisti e persone qualsiasi che possono sinergizzare con i nostri bisogni: falegnami, muratori, idraulici, maestri, artisti, tecnici, altri coltivatori/produttori, medici, eccetera eccetera….».
Leggi anche:
Puoi seguire Emanuela anche QUI

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!