Le misure adottate dall’Ue a protezione delle api e degli altri insetti impollinatori selvatici non sono state efficaci e non hanno fermato il declino di queste specie. Sono le conclusioni cui è giunta la Corte dei Conti europea in una relazione sul tema.
Le misure adottate dall’Ue a protezione delle api e degli altri insetti impollinatori selvatici non sono state efficaci e non hanno fermato il declino di queste specie. Sono le conclusioni cui è giunta la Corte dei Conti europea in una relazione sul tema.
La Corte ha constatato che l’intervento dell’Ue nel suo complesso manca di coerenza e che la ‘strategia Ue per gli impollinatori’ del 2018 non dispone dei meccanismi necessari per essere efficace. La Corte raccomanda alla Commissione europea di predisporre misure specifiche per gli impollinatori selvatici, integrare meglio le azioni condotte nell’ambito delle politiche per la biodiversità e nella Politica agricola comune, e di tenere in maggior conto la protezione degli impollinatori selvatici nel processo di valutazione dei rischi legati ai pesticidi.
E il Wwf Italia nell’occasione ha rilanciato
la petizione ICE per salvare api e agricoltori. Gli insetti impollinatori, come api, vespe, sirfidi, farfalle, falene e coleotteri, contribuiscono in maniera significativa all’aumento della quantita’ e della qualita’ del cibo che mettiamo tutti i giorni sulle nostre tavole, con oltre il 75% della produzione agricola dipendente dal servizio ecosistemico dell’impollinazione, spiega il WWF. «Negli ultimi decenni abbiamo perso oltre il 70% della biomassa di insetti, molti dei quali assicurano questo fondamentale servizio ecosistemico e la responsabilita’ di questo
declino e’ attribuibile principalmente all’agricoltura intensiva dipendente dall’uso dei pesticidi». C’è purtroppo la «volonta’ politica di mantenere un modello di agricoltura intensiva che rappresenta una grave minaccia per la tutela degli impollinatori, ma anche per la salute umana».
Per Franco Ferroni, Responsabile Agricoltura del Wwf Italia, “questo rapporto conferma l’urgenza di azioni per conciliare agricoltura e biodiversita’ e l’importanza degli obiettivi annunciati dalla Commissione UE con le due Strategie ‘Farm to Fork’ e ‘Biodiversita’ 2030′, con l’impegno a ridurre l’uso dei pesticidi del 50% e dedicare il 10% della superficie agricola ad aree naturali utili per la tutela degli impollinatori, entro il 2030”.
Ferroni aggiunge che “la proposta di riforma della PAC post 2020 che sara’ definita nei prossimi mesi dovra’ garantire maggiori impegni vincolanti e risorse per la tutela degli insetti impollinatori da parte degli Stati membri, mentre preoccupano le posizioni dei Ministeri dell’agricoltura di molti Stati membri, compresa l’Italia, in difesa dell’agricoltura intensiva avvelenata dai pesticidi”.
Letture utili
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