Crocevia: «I nuovi OGM arrivano nel vino»
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«II Ministero dell’Ambiente ha aspettato l’ultimo dell’anno per pubblicare il decreto di autorizzazione alla sperimentazione in pieno campo di vitigni OGM di varietà Chardonnay realizzati dalla Fondazione Edmund Mach vicino a Trento con le New Genomic Techniques (NGT)»: lo afferma il Centro Internazionale Crocevia.
«II Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha aspettato l’ultimo dell’anno per pubblicare il decreto di autorizzazione alla sperimentazione in pieno campo di vitigni OGM di varietà Chardonnay realizzati dalla Fondazione Edmund Mach vicino a Trento con le New Genomic Techniques (NGT)»: lo afferma il Centro Internazionale Crocevia.
«Questi nuovi OGM, pericolosi e brevettabili proprio come i vecchi, sono propagandati come sicuri e pseudonaturali, tanto che in Italia la SIGA, Società Italiana Genetica Agraria, li ha chiamati Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Poi però le autorizzazioni ai test vengono pubblicate il 31 dicembre, quando la firma sul decreto è di due settimane prima. Strano modo di procedere…»: è la denuncia di Crocevia.
In questo modo, proseguono dal Centro Crocevia, «si svilisce il lavoro dei vignaioli e si trasferisce l’agricoltura in asettici laboratori»; e si punta a «un profitto che ammazza la biodiversità e gonfia modelli commerciali tossici, trasformando l’agricoltura in una catena di montaggio, con pezzi fatti in serie su terreni ormai desertici».
Crocevia si schiera dalla parte di «chi rifiuta la polpetta avvelenata dei nuovi OGM, ennesima falsa promessa che affidarsi a tecnocrati e multinazionali salverà l’agricoltura dalla catastrofe generata da questi stessi soggetti. Nel 2025 continueremo la lotta per evitare che vengano liberalizzati in Europa e in Italia».
Intanto giunge la notizia che anche i Comuni calabresi di Verbicaro e San Ferdinando, dopo quello di Poppi in Toscana, hanno votato la delibera che li dichiara “liberi da nuovi OGM”.
Crocevia e Associazione Rurale Italiana hanno predisposto un testo di delibera che i cittadini possono portare all’attenzione dei consigli comunali e regionali e che gli stessi enti locali possono mettere ai voti prendendo così posizione contro la deregolamentazione e l’introduzione sui campi dei nuovi OGM, incognita di grande rischio per l’ambiente e la salute.
QUI trovate le informazioni per scaricare la proposta di delibera
Qui si può firmare l’appello di contadini e vignaioli che dicono no ai nuovi OGM
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LETTURE UTILI
La deregolamentazione di un’ondata di nuovi Ogm in Europa può cambiare per sempre l’agricoltura e il cibo che mangiamo.
Finora gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione avevano evitato a Italia ed Europa l’invasione di coltivazioni figlie dell’ingegneria genetica e del cibo creato in laboratorio. Ora però la Commissione Europea sta cancellando ogni vincolo per le cosiddette New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), compresa la possibilità per gli Stati di vietarle sul loro territorio. In questo libro si intrecciano storia della biologia, inchiesta giornalistica e testimonianze dai movimenti, per raccontare gli enormi interessi e le relazioni pericolose tra multinazionali, politica e scienziati che rischiano di compromettere la vera transizione agroecologica, i diritti dei contadini sui semi e quelli dei consumatori a una scelta informata.
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L’agricoltura che non è industriale non è facile, ma c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole favoriscano i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;
L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa.