Allarme pesticidi in Veneto, con quantità ben al di sopra della media nazionale. Le due parlamentari del Gruppo Misto, Sara Cunial e Silvia Benedetti, tornano sulla questione stigmatizzando le condotte di enti locali e politici contro movimenti e cittadini che si battono per la tutela ambientale.
«Quattro milioni e 622.000 chili di pesticidi sversati nella Marca Trevigiana, in un anno. Nella sola provincia di Treviso sono stati utilizzati 727mila e 440 chili, pari al 15% del venduto. Peggio di così solo Verona. Stiamo parlando del peggio del peggio del nostro Paese»: la durissima denuncia arriva da Sara Cunial e Silvia Benedetti, deputate del Gruppo Misto in commissione Ambiente, che tornano sul tema irrisolto dell’uso e abuso di pesticidi nel nostro paese e in alcune regioni in particolare.
«In Veneto vengono irrorati 12 chili per ettaro contro i 5 della media nazionale – proseguono le due parlamentari – Numeri folli che nessuno, tra Provincia e Regione, sta contrastando. Anzi, proprio chi dovrebbe tutelare la salute delle persone si scaglia contro chi combatte in difesa della propria vita e dei propri figli. Tutto questo è inammissibile».
I genitori di San Giacomo e lo stop al referendum di Conegliano
Le due parlamentari puntano il dito in particolar modo alle condotte di enti locali e politici nei confronti di movimenti e cittadini che si battono per la tutela ambientale.
«Ci riferiamo per esempio ai genitori dell’asilo di San Giacomo (nel Comune di Vittorio Veneto, nda), che da mesi si stanno battendo contro la costruzione dell’ennesimo vigneto e che si sono visti disattendere tutti gli impegni accordati da una politica molto più interessata alle prossime amministrative che alle future generazioni che rischiano di crescere respirando veleni ai bordi di un campo contaminato – continuano – O, ancora, alla sospensione del referendum di Conegliano contro l’uso di pesticidi e al default di quello di Malles, primo vero esempio di autodeterminazione di una cittadinanza che ha scelto di smettere di essere avvelenata. E invece no, perché, ancora una volta, leggi e burocrazia, inefficacia dei regolamenti e supremazia del mercato sulla vita delle persone, ci costringono a vivere oppressi da sostanze chimiche tossiche e pericolose. Alla faccia dei diritti, dell’ambiente e della nostra dignità – concludono – personalmente e politicamente saremo sempre dalla parte di chi lotta per vivere in un luogo più salubre e sicuro. È questo che dovrebbe fare chi ha la responsabilità di decidere per il proprio Paese».
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