La ricerca svolta dalla Fondazione Seminare il Futuro, sostenuta da Natura Sì e dalla Cooperativa Girolomoni, investe sul futuro dell’agricoltura biologica a partire dalle sementi e dà origine a una nuova varietà di grano duro, “Inizio”.
La
cooperativa agricola bio Girolomoni racconta come ha partecipato con tutta la sua filiera alla sperimentazione di una nuova varietà di grano duro “Inizio”. Iniziata nel 2016, presentata dalla
Fondazione ‘Seminare il futuro’ con il finanziamento di
NaturaSì e della Cooperativa Gino Girolomoni, questa varietà di grano bio ha visto la collaborazione del Crea di Foggia, dell’esperto svizzero nella selezione di cereali in biologico Peter Kunz, e del Centro di ricerca agro-ambientale dell’Università di Pisa; tutta la ricerca e la selezione è stata poi guidata dalla Fondazione Seminare il Futuro con la Direzione di Federica Bigongiali, responsabile del progetto che si occupa di “biobreeding”, ovvero della selezione di nuove varietà tramite tecniche d’incrocio tradizionali fatte in campi coltivati in bio.
“C’è una categoria di scienziati, multinazionali e agricoltori che vede il progresso nell’ingegneria genetica o nella biologia sintetica per raggiungere maggiori rese. Noi crediamo che la selezione di nuove varietà per poter affrontare le sfide dell’oggi e del domani (cambiamenti climatici, sementi adatte alla coltivazione in biologico) debba essere fatta considerando: il rapporto naturale della pianta con il suolo, con l’ecosistema e le esigenze produttive- dichiara Giovanni Battista Girolomoni, Presidente dell’omonima cooperativa bio e della Fondazione ‘Seminare il futuro’ – Questo significa far progredire la nostra civiltà in sintonia con l’ambiente, per ritrovare l’equilibrio che sempre abbiamo avuto, ma con molti più strumenti”.
Come Cooperativa Girolomoni è stata messa a disposizione tutta la filiera per poter sperimentare questa nuova varietà di grano dal campo alla pasta.
In campo
Hanno partecipato al progetto diverse aziende agricole biologiche socie della Cooperativa. Le condizioni per la sperimentazione sono state poste dall’obiettivo di selezionare sementi adatte all’agricoltura biologica, per cui son stati scelti terreni in cui la coltura precedente fosse erba medica, che conferisce azoto al terreno e predispone meno alle infestanti, con condizioni pedoclimatiche differenti.
La varietà Inizio è stata selezionata per l’altezza: non è alta come i cosiddetti grani antichi, ma neanche bassa come quelli moderni, per meglio competere con le infestanti coprendo bene il terreno in modo che non arrivi la luce. Si è dimostrata tollerante anche rispetto alle malattie fungine, monitorate attraverso i rilievi in campo. Grazie all’apparato radicale più grande, questa varietà si è dimostrata efficiente anche nell’utilizzo dei nutrienti del terreno, riuscendo ad andare più in profondità. Ha infine dimostrato resilienza dando ottimi risultati di resa in contesti ambientali e di annate molto diverse tra loro.
In molino
“Questo grano sembra garantire performance migliori rispetto alla media dei grani macinati nel 2021, con una semola che presenta maggiori proteine rispetto ai grani convenzionali, – spiega Lorenzo Proserpio, Mastro Mugnaio della Cooperativa Girolomoni – inoltre l’indice di glutine è minore rispetto alle semole maggiormente diffuse di grano duro”.
In pasta
“In pasta siamo rimasti soddisfatti del comportamento avuto sia nel processo che nel risultato, per via del colore giallo brillante mantenuto, i profumi e la tenacità. A confermarcelo uno studio condotto dall’Università degli Studi di Milano del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente che ha condotto prove tecnologiche sulla pasta prodotta con il grano Inizio, confrontandola con altre paste di semola di grano duro ed è risultata migliore in consistenza e tenacità.” commenta Daniela Bellini, Responsabile Qualità della Cooperativa Gino Girolomoni.
Il prossimo passo sarà moltiplicare il seme nelle aziende agricole socie della Cooperativa Girolomoni, arrivando a 1000 quintali di semente. Per la produzione della granella bisognerà attendere due anni, quindi nel 2024 si potrà contare su 500 ettari da seminare con Inizio. Questi numeri fanno riflettere su quanto i tempi della natura siano lenti: Per questo la Fondazione Seminare il Futuro continua a sperimentare anche altre varietà, non è che l’Inizio.