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Diffida al Friuli: si impedisca la contaminazione ogm

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L’associazione nOgm, European Consumers e l’associazione Consumatori Utenti marchigiana e umbra hanno inviato una lettera al presidente della Regione Friuli intimando di effettuare azioni immediate per impedire la contaminazione ogm e bloccare le norme di coesistenza.
Le quattro associazioni hanno scritto una lunga lettera a Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli, affinchè si agisca subito prima che sia troppo tardi, anche stando ai dati della Forestale secondo cui il mais Mon 810 già seminato ha contaminato il 10% delle aree circostanti.
Nella lettera si sottolinea come siano “praticamente attestate le numerose, imprevedibili e incontrollabili occasioni di CERTA CONTAMINAZIONE che si verificherebbero nell’intero territorio regionale qualora si passasse da piccoli appezzamenti ad una coltivazione estensiva di mais OGM”. “Il concetto di coesistenza tra colture ogm e varietà vegetali convenzionali e biologiche risulta essere un illogico falso scientifico – scrivono  le associazioni – La scelta non è produrre liberamente OGM e non OGM in diverse aree agricole, perché una volta introdotti gli OGM nell’ambiente, anche se in zone ristrette, la produzione in breve tempo diventerà in ogni area solo ed esclusivamente di OGM”. Infatti, il polline trasportato dal vento per ore può trasferirsi a una velocità che in casi non rari raggiunge anche le 35 miglia all’ora. Tenendo conto che la regione Friuli è usualmente investita da raffiche di bora che raggiungono e superano i 100 km/H, è ragionevole ritenere che molto facilmente l’intero territorio della regione Friuli sarebbe contaminato da OGM, scrivono ancora le associazioni. “A fronte di questi inquietanti dati, l’Associazione Sementieri Mediterranei lancia un accorato allarme sul concretorischio di chiusura di ogni attività sementiera italianaqualora si arrivasse anche nel nostro Paese alla liberalizzazione delle semine di OGM”. “Qualora non si provvedesse a bloccare le massicce semine di mais Mon 810 già programmate per l’inizio primavera 2014, secondo quanto più volte pubblicamente affermato da Silvano Dalla Libera e da Giorgio Fidenato, vi sarebbe concreto e scientificamente fondato pericolo per il determinarsi di una devastante contaminazione delle colture e dell’habitat naturale del territorio tale per cui, forzatamente,non sarebbe più possibile praticare coltivazioni non OGM, poiché queste verrebbero tutte più o meno contaminate ed in modo sempre maggiore col trascorrere delle stagioni, fino alla definitiva contaminazione dell’agricoltura friulana e dell’intero territorio friulano (ed in prospettiva su scala nazionale). Gli scriventi, anche in rappresentanza delle ragioni e dei sentimenti di milioni di italiani e coltivatori convenzionali e biologici che non vogliono subire l’invasione degli OGM, non possono assistere impassibili a quanto sta avvenendo in Friuli Venezia Giulia e non riescono a comprendere l’omissione, da parte dell’Amministrazione da Lei presieduta, di misure atte agarantire il diritto prioritariodella maggioranza dei coltivatori friulani,in primisdi quelli la cui azienda agricola è certificata “biologica” e che perderebbero de facto e per legge tale qualità, nonché della stragrande maggioranza dei consumatori, che non vogliono saperne di coltivazioni e cibo OGM”. La lettere ricorda anche la direttiva 18/2001: “Gli organismi viventi immessi nell’ambiente in grandi o piccole quantità per scopi sperimentali o come prodotti commerciali possono riprodursi e diffondersioltre le frontiere nazionali, interessando così altri Stati membri; gli effetti di tali emissioni possono essere irreversibili.”
“Sarebbe per noi inaccettabile che la Regione FVG e più in generale l’Italia, non agissero immediatamente nel medesimo senso, subendo supinamente l’inquinamento genetico della nostra Terra e del cibo, con in più la beffa che il nostro comparto agro alimentare e gli agricoltori sarebbero penalizzati dal fatto che, alcune macro regioni di altri Stati europei, possano inserire nel mercato comune i loro prodotti con lo status oggettivo di “prodotti provenienti da Zone senza OGM”, cosa che assicurerebbe a loro indubbi vantaggi d’immagine e di mercato… ma a nostro danno”.
“Varie Associazioni, forze sociali e parlamentari si stanno impegnando per presentare al Governo una proposta di Legge che sancisca il definitivo divieto di coltivazione di OGM in Italia; ed è stato già aperto un fascicolo dalla Procura di Udine e presentata una querela dall’associazione nOgm”.
“Pertanto la presente vale quale FORMALE DIFFIDA A NON VARARE ALCUNA INFONDATA NORMA DI COESISTENZA e ad attivare viceversa tutte le procedure necessarie a chiedere e ottenere dalla Commissione europea UNA Decisione analoga, ad esempio, a quella già citata concessa nel 2006 alla Polonia.  Le chiediamo altresì di voler concordare con noi un urgente incontroper ascoltare dal vivo le ragioni e la preoccupazione degli interessi legittimi dei consumatori e dei cittadini che le nostre Associazioni rappresentano e per confrontarci approfonditamente e costruttivamente, con Lei e con la Sua Giunta, sulle richieste avanzate e illustrate”. 
©Riproduzione riservata

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