Andrea Zappa non è una persona fisica, è molto di più. È uno pseudonimo scelto per indicare un “regista collettivo” che metterà il proprio nome sul dvd del nuovo documentario e così si presenterà al pubblico. «Per indicare che nel movimento Genuino Clandestino non ci sono leader ma tanti partecipanti, persone coinvolte che hanno fatto scelte di vita chiare e coerenti» spiegano.E allora ecco che a parlarci della nuova avventura dietro la cinepresa è proprio “lui”, Andrea Zappa.
Avevamo annunciato il nuovo documentario a febbraio 2017 e ora è una realtà:
“Scarpe grosse, cervello fino!”.
Sono già iniziate le prime proiezioni. Soddisfatti in toto del lavoro fatto? Fatica quanta? Di più o di meno rispetto alle attese?
Quando abbiamo iniziato il percorso filmico del documentario non avevamo l’esatta percezione del lavoro che avremmo svolto… Il progetto nasceva da un bisogno di scoperta, di esame delle varie realtà che compongono questo movimento per poter comprendere il movimento stesso. Ciò che ci aspettava quindi era un viaggio che non sapevamo esattamente dove ci avrebbe portat; ci siamo spostati fra i vari punti che compongono questa rete e ogni volta abbiamo cercato di porre domande, confrontarci con l’idea del territorio in questione, abbiamo cercato insomma di capire che cos’era Genuino Clandestino, soprattutto per noi stessi che avevamo la telecamera tra le mani, per poter capire che cos’è questo movimento, e per cercare di mostrare il punto di vista che abbiamo man mano elaborato.
Condensaci in poche righe il messaggio che esce dal nuovo documentario e spiegaci in cosa si differenzia dal primo.
Qualche anno fa, poco dopo la nascita di Genuino Clandestino,
è stato girato un ottimo documentario su questa realtà, che necessariamente spiegava la genesi di questa progettualità collettiva, gli inizi, i primi passi, fatti in una realtà geografica precisa, quella dell’ hinterland Bolognese. Il film descriveva con un ricerca sociale e politica gli inizi di questa campagna di comunicazione. Nato come un progetto locale quindi, del collettivo bolognese di CampiAperti, Genuino Clandestino nell’arco di pochi mesi, di pochi anni, ha avuto la capacità di coinvolgere molte delle realtà agricole o in generale legate alle ambiente sparsi sul territorio italiano, e necessariamente la sua struttura, i suoi bisogni, ma anche la sua capacità di coinvolgere, sono mutati, aumentando, allargandosi a tutta la penisola e anche a realtà non prettamente agricole. Da una campagna di comunicazione locale per la libera circolazione dei prodotti contadini, Genuino Clandestino è diventato un vero e proprio movimento politico e sociale di portata quantomeno nazionale e va da sé che le dinamiche nell’arco di pochissimi anni, dalla sua nascita oggi, si sono trasformate. Ebbene, “Scarpe grosse, cervello fino!” e’ il tentativo di descrivere questo cambiamento, di spiegare che cosa è diventato Genuino Clandestino e forse un po’ anche quello di comprendere dove vuole andare questa vivissima realtà
Ora come lo farete girare in Italia? Avete già un tour organizzato?
Il film è stato completamente autoprodotto, il che significa che nessuno sponsor è stato mai interpellato per poter produrre il film, tutto è stato fatto con le forze delle reti regionali di Genuino Clandestino, fuori dalla logica di mercato cinematografico; grazie a tutto ciò ha potuto mantenere una propria indipendenza di ricerca, che ha dato al film un profumo di libertà unico, quantomeno per noi che l’abbiamo girato. Ciò che speriamo e’ di essere riusciti a trasmettere questa stessa percezione a chi guarderà il film. Anche per la distribuzione abbiamo cercato di mantenere la stessa logica di autonomia: ogni regione ha pre-acquistato un certo numero di copie del film, finanziando prima della stampa i lavori di masterizzazione del documentario. Sostanzialmente ogni regione d’Italia ha anticipato la spesa per le copie del film che avrebbe poi distribuito, e così facendo siamo potuti andare in stampa senza attingere da altri canali economici. Ogni rete regionale di Genuino Clandestino ha sul proprio territorio a disposizione quindi un certo numero di copie del film, che distribuisce nella propria zona, in autonomia. Siamo felicissimi poi che grazie a questa strategua di autogestione siam riusciti a mantenere una richiesta di sottoacrizuone per ogni copia del film assolutamente popolare (5 euro!) e il ricavato della diatribuzione dei dvd sarà finalizzato alla costituzione per ogni regione di una cassa di mutuo appoggio. Mi spiego meglio: nel periodo dei disastri ambientali in centro Italia, dall’assemblea nazionale di Genuino Clandestino è nata la necessità di creare una rete di supporto per le emergenze. Il lavoro fatto dalle zone vicine ai terremoti è stato importantissimo, fisicamente tante persone sono andati a dare una mano nelle situazioni drammatiche e inaspettate che si sono verificate, ma ciò che ci mancava era un piccolo salvadanaio con il quale poter comprare già anche solo i materiali utili per la ricostruzione. Allora è nata l’idea: il documentario può servire per creare in ogni regione una cassa per le emergenze, che andrà poi a riunirsi alle altre sparse sulla penisola e solidalmente andrà ad aiutare in caso di inaspettata necessità le realtà che ne avranno bisogno. In questo senso appunto una cassa di mutuo appoggio.
Come ha risposto il movimento e come risponde la gente guardando questo nuovo lavoro?
Siamo tutti molto curiosi circa questo movimento contadino. Quando si guarda il film in un’iniziativa pubblica le domande delle persone sono finalizzate soprattutto a capire che cos’è questo progetto collettivo; la gente non è abituata all’idea che realtà autorganizzate possano coordinarsi a livello nazionale al di fuori delle logiche partitiche, sindacali, o di associazionismo classico. La gente è tanto sorpresa quanto curiosa. La reazione, probabilmente sia delle persone che guardano il film che del movimento stesso, è di un piccolo inaspettato entusiasmo, proprio perché la scoperta di questa bella sorpresa, forse dona un po’ di energia a chi la percepisce, una specie di “Si può fare!”. Le varie individualità, e i vari gruppi regionali, hanno collaborato ognuno con una propria piccola grande funzione nel film, non solo dandogli un respiro molto più ampio e ricco, ma soprattutto rendendo possibile la realizzazione di un progetto che altrimenti non sarebbe mai venuto alla luce.
Progetti futuri?
Adesso parte il periodo di presentazione del documentario e diversi gruppi hanno già organizzato diverse proiezioni sparse qua e là, un’altra scusa per mantenere vivi i rapporti all’interno della rete. Un progetto legato al documentario che vogliamo presentare alla prossima assemblea nazionale Genuino Clandestino, che si svolgerà a Fabriano dal 6 al 8 ottobre, è la costituzione di una borsa di studio per progetti culturali legati all’ambiente. L’idea è quella di destinare una parte dei proventi della vendita dei dvd alla costituzione di una cassa che finanzia la realizzazione di altri progetti affini a quelli del documentario, a lavori cioè che cercano di descrivere le tematiche ambientali a cui Genuino Clandestino è legato. Vorremmo che chi domani avrà voglia di registrare un disco, organizzare una mostra d’arte, scrivere un altro libro su argomenti che ci stanno a cuore, abbia a disposizione una piccola cifra di denaro per poter realizzare queste opere artistiche. La distribuzione poi di queste nuove creazioni andrebbe a ricostituire la cassa della borsa di studio, facendo partire così un salvadanaio che si ri finanzierebbe in teoria all’infinito. Girando tra le realtà di Genuino Clandestino abbiamo capito che oltre alla Terra abbiamo necessità di avere accesso alle idee, e crediamo che questo progetto vada in questa direzione.
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