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Glifosato, ancora fumata nera

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Gli Stati dell’Unione Europea dovevano votare lunedì 6 giugno ma non sono riusciti a trovare un accordo sul prolungamento dell’autorizzazione per l’uso del glifosato, un noto pesticida; se mancasse una decisione entro fine mese il pericoloso erbicida potrebbe essere ritirato.
Sulla cancerogenità del glifosato litigano i politici europei e i rappresentanti degli Stati dell’UNione Europea.
La Commissione Europea, dopo il mancato accordo negli scorsi due summit che dovevano servire a rinnovare l’autorizzazione del prodotto per una quindicina d’anni, aveva proposto un prolungamento di 12-15 mesi. Il voto comunque lunedì 6 giugno ha congelato la questione, è mancata la maggioranza qualificata per l’adozione, ha riferito un funzionario Ue. Sette stati si sono astenuti, altri 20 hanno sostenuto la proposta della Commissione e la Germania si è opposta, ha detto una portavoce del ministero dell’Ambiente tedesco.
In mancanza di una decisione, la Commissione potrebbe sottoporre la proposta a una comitato di rappresentanti politici dei 28 Stati entro un mese. Se poi non ci fosse ancora una decisione, Bruxelles potrebbe adottarla comunque.
L’ennesimo rinvio europeo sul glifosato è il risultato della mobilitazione di 2 milioni di cittadini europei che hanno sottoscritto la petizione di Avaaz contro il rinnovo dell’erbicida, di cui 153 mila solo in Italia». A dirlo è Maria Grazia Mammuccini, la portavoce della coalizione italiana «Stop glifosato».

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