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Glifosato: la Commissione Europea annuncia che rinnoverà l’autorizzazione

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«Come richiesto dalla legislazione UE sui pesticidi, in assenza di una maggioranza qualificata in sede di Comitato d’Appello, la Commissione è giuridicamente obbligata ad adottare una decisione prima della scadenza dell’attuale approvazione (15 dicembre 2023)».«Adotterà pertanto la proposta di regolamento per rinnovare l’approvazione del glifosato»: questo l’annuncio della stessa Commissione Europea.
Glifosato: la Commissione Europea annuncia che rinnoverà l’autorizzazione
«Come richiesto dalla legislazione UE sui pesticidi, in assenza di una maggioranza qualificata in sede di Comitato d’Appello, la Commissione è giuridicamente obbligata ad adottare una decisione prima della scadenza dell’attuale approvazione (15 dicembre 2023)».«Adotterà pertanto la proposta di regolamento per rinnovare l’approvazione del glifosato»:  questo l’annuncio della stessa Commissione Europea. La durata del rinnovo sarà di dieci anni.
Nel Comitato d’Appello infatti non è stata raggiunta una maggioranza qualificata, né a favore né contro il rinnovo all’utilizzo dell’erbicida glifosato. «Questo è un giorno triste per l’Europa, poiché si è persa l’occasione di vietare un erbicida che comporta rischi per la salute ed effetti tossici sull’ambiente che non possono più essere ignorati», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. «Il governo italiano ha ora il dovere di fare il possibile a livello nazionale per proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente dal quale tutti noi dipendiamo».
Infatti, come scrive la stessa Commissione Europea, «gli Stati membri rimangono responsabili dell’autorizzazione nazionale dei prodotti fitosanitari (PPP) contenenti glifosato. (…) Dopo il rinnovo dell’approvazione, tutte le autorizzazioni nazionali devono essere riviste e, alla luce delle condizioni e delle restrizioni stabilite nel rinnovo dell’approvazione, gli Stati membri possono limitarne l’uso a livello nazionale o regionale se lo ritengono necessario sulla base dei risultati delle valutazioni dei rischi, in particolare se si considera la necessità di proteggere la biodiversità».
Greenpeace intanto ricorda che «l’azienda chimica tedesca Bayer, che produce il glifosato, ha recentemente perso tre cause legali di risarcimento contro persone malate di cancro negli Stati Uniti, che imputano la malattia all’esposizione al Roundup, un diserbante a base di glifosato. All’inizio di novembre, la Rete europea di scienziati  ENSSER ha espresso serie riserve sulla proposta della Commissione Europea di rinnovare l’autorizzazione per il glifosato. Secondo l’ENSSER, proponendo di autorizzarne nuovamente l’uso, la Commissione non ha applicato il principio di precauzione, poiché non ha tenuto conto di tutti gli effetti negativi segnalati in merito all’impiego di questo erbicida. Una  ricerca sul glifosato e connessioni con il morbo di Parkinson, pubblicata sulla rivista medica Lancet lo scorso 7 novembre, suggerisce, sulla base di studi sugli animali, che potrebbe esserci un collegamento tra il rapido aumento dei casi di morbo di Parkinson e l’esposizione all’erbicida. L’articolo sottolinea anche l’inadeguatezza delle attuali normative sui pesticidi per proteggere la salute del cervello».
Nelle scorse settimane, una  petizione di Greenpeace Italia aveva raccolto oltre 120 mila firme di cittadine e cittadini che chiedevano di non rinnovare l’autorizzazione a questo pericoloso erbicida.
E tredici associazioni e ong della società civile avevano scritto una lettera aperta ai ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute chiedendo che l’Italia si opponga al rinnovo dell’autorizzazione per il glifosato, «soprattutto alla luce della nuove prove scientifiche riguardanti il potenziale cancerogeno» si questo erbicida. 
Peraltro uno studio tossicologico internazionale sul glifosato condotto dall’Istituto Ramazzini,  Global Glyphosate Study, ha dimostrato che basse dosi di glifosato causano leucemie nei ratti:  lo ha fatto sapere lo stesso Istituto.   È importante notare che la metà dei decessi per leucemia identificati nei gruppi di studio trattati con glifosato e con erbicidi a base di glifosato si è verificata in giovane età.
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