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Glifosato, slitta la decisione sul rinnovo della licenza

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Gli Stati UE non raggiungono la maggioranza necessaria per approvare la proroga per il glifosato e Pesticide Action Network Europe accoglie con favore la decisione di bloccare la proposta della Commissione, in quanto «vi sono prove scientifiche sufficienti riguardo al rischio inaccettabile dell’uso del glifosato per la salute umana e l’ambiente».
Glifosato, slitta la decisione sul rinnovo della licenza
«Nonostante la maggioranza degli Stati membri sostenga la proposta della Commissione» di prolungamento dell’autorizzazione per un anno «non è stata raggiunta la necessaria maggioranza qualificata», ha spiegato all’Ansa il portavoce della Commissione Stefan De Keersmaecker. «La Commissione ha ora l’obbligo giuridico di prendere una decisione prima della scadenza di metà dicembre». L’autorizzazione dell’erbicida era arrivata nel 2017, dopo molte polemiche per la sua presunta cancerogenicità, e aveva una durata di soli 5 anni invece dei 15 di solito concessi per questo tipo di sostanze.
Anche nella riunione del 14 ottobre era mancata una maggioranza qualificata favorevole alla proposta che concedeva un anno di proroga per l’uso di questo pesticida. Determinante è stata l’astensione di Germania, Francia e Slovenia. L’Italia, che nel 2017 (con l’allora ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina) si oppose alla nuova licenza d’uso di 5 anni che passò con i voti determinanti della Germania, un mese fa ha invece votato a favore della proroga, smentendo la sua posizione contraria all’uso del glifosato.
Senza una maggioranza qualificata pro o contro l’autorizzazione, la Commissione può prendere autonomamente la decisione.
Pesticide Action Network Europe ha dichiarato di accogliere con favore la decisione di bloccare la proposta della Commissione in quanto “vi sono prove scientifiche sufficienti riguardo al rischio inaccettabile dell’uso del glifosato per la salute umana e l’ambiente”. Pan Europe invita la Commissione “a non concedere un assegno in bianco per il glifosato per un anno in più, ma a proporre un divieto immediato del dannoso erbicida”.
Gergely Simon, funzionario chimico di Pan Europe, “si congratula per il coraggio degli Stati membri che si sono opposti al prolungamento del glifosato. La Commissione dovrebbe ora ascoltare i cittadini europei che hanno chiesto con due iniziative di successo la fine del glifosato e dei pesticidi nocivi”.
Prima del voto, Pan Europe ha rivolto un appello ai rappresentanti degli Stati membri di non sostenere l’estensione dell’attuale permesso in quanto scientificamente è chiaro che il glifosato rappresenta un rischio inaccettabile per la salute umana e per l’ambiente, quindi sulla base del principio di precauzione secondo il regolamento CE 1107/ 2009.
Per Gergely Simon “ci sono prove sufficienti che dimostrano che il glifosato non rispetta i criteri di sicurezza della legislazione Ue sui pesticidi. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato l’erbicida come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” e una letteratura indipendente ha mostrato che il glifosato è genotossico, un probabile cancerogeno, neurotossico e rappresenta un rischio inaccettabile per l’ambiente.
Il glifosato è attualmente approvato nell’Ue fino al 15 dicembre 2022. Lo scorso maggio l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha rinviato al prossimo luglio le sue conclusioni sul glifosato, decisione criticata da Pan Europe perché a suo giudizio l’Efsa ha ricevuto prove sufficienti per produrre rapidamente una dichiarazione sull’inaccettabile rischio per la salute delle persone e per l’ambiente. Il 14 ottobre, tuttavia, il Comitato permanente europeo per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi non ha dato il via libera alla proposta della Commissione per una proroga di un anno dell’attuale autorizzazione del glifosato. Di qui il voto dei giorni scorsi e la proroga chiesta dalla Commissione. I rappresentanti degli Stati membri dovrebbero decidere il futuro del glifosato sulla base delle conclusioni dell’Efsa e della proposta della Commissione nella seconda metà del 2023.
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