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I concimi chimici non sono vantaggiosi

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Lo dicono gli scienziati: il vantaggio delle le rese ottenibile con fertilizzanti chimici è sempre più ridotto e inferiore rispetto alle aspettative. Ma soprattutto non possiamo continuare a lungo a produrre cibo senza prenderci cura di suolo, acqua e biodiversità
Che i concimi chimici e l’agricoltura industriale non risolvano la fame nel mondo ormai è un fatto noto. Un nuovo studio scientifico, realizzato dall’Università della California a Berkeley pubblicato sui “Proceedings of the Royal Society B, mette ancora più in evidenza gli scarsi risultati ottenibili mediante l’uso dei fertilizzanti chimici, rivalutando il ruolo dell’agricoltura biologica.
“Il fabbisogno alimentare mondiale dovrebbe aumentare notevolmente nei prossimi cinquant’anni, è quindi cruciale un occhio più attento all’agricoltura biologica perché, a prescindere dall’impatto ambientale dell’agricoltura a scala industriale, la capacità dei fertilizzanti sintetici di aumentare la resa delle colture è in calo”, affermano gli autori.
I dati mostrano che che le colture che non impiegano pesticidi e concimi di sintesi rendono il 19,2 per cento in meno di quelle convenzionali, una differenza inferiore alle rese, molto variabili, spesso indicate in letteratura.
Ma un’attenta gestione di due pratiche agricole, come la policoltura (in cui coesistono diverse coltivazioni in una stessa area nella stessa stagione) e la rotazione delle colture, consentano di ridurre sostanzialmente il divario di rendimento portandolo ad appena l’8 o il 9 per cento.
Come spiega l’autrice dell’articolo Lauren Ponisio lo studio suggerisce adeguati investimenti nella ricerca agroecologica per migliorare la gestione organica e per selezionare varietà, o cultivar, più adatte ai sistemi di agricoltura biologica,  che potrebbero ridurre il divario di rendimento o addirittura eliminarlo per alcune colture o regioni.
È importante ricordare che il nostro attuale sistema agricolo produce molto più cibo di quanto è necessario ad alimentare la popolazione mondiale” ha sottolineato Claire Kremen, responsabile del progetto. “Per eliminare la fame nel mondo è necessario aumentare l’accesso al cibo, non solo la produzione. Inoltre, aumentare la percentuale di agricoltura che usa metodi biologici e sostenibili di coltivazione non è una scelta, è una necessità. Semplicemente non potremo continuare a lungo a produrre cibo senza prenderci cura di suolo, acqua e biodiversità”.
Fonte: Le Scienze

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