“Il biologico entri nel programma del governo”
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In questo momento il nostro Paese ha bisogno di grandi riforme, di creare lavoro, di mantenere i servizi alle persone, di riforme politiche importanti e fin troppo attese come il sistema elettorale. Ma soprattutto ha bisogno di rilanciare l’occupazione. L’agricoltura può contribuire a questo obiettivo molto più solidamente di quanto la pubblica opinione extra-agricola sia portata a pensare. La schiera di persone che vogliono iniziare una vita lavorativa o cambiarla, dopo essere stati maltrattati dalla crisi, cresce sempre più. Ma si tratta di una strada in salita.
L’accesso alla terra da parte dei giovani e non, deve diventare una priorità per il governo: per creare occupazione, per sostenere il settore primario (che meno di altri sente la crisi) per mitigare il cambiamento climatico che ci “regala” questa gelida primavera autunnale, ed infine per la stabilità del territorio.
Oltre all’accesso alla terra e alla necessaria semplificazione delle norme igienico-sanitarie, sostenute anche dagli amici di Via Campesina, del CISA (Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare) presenti all’audizione, abbiamo avanzato cinque obiettivi concreti per l’attività di governo:
1) mettere in atto interventi legislativi e di politica agricola per portare il biologico al 20% di Superficie Agricola Utile nel 2018;
2) perseguire l’obiettivo del 50% di prodotti bio a filiera corta nelle mense pubbliche;
3) varare con urgenza la clausola di salvaguardia sulle coltivazioni OGM;
4) sostenere la crescita del biologico attraverso la ricerca, ripristinando la dotazione finanziaria generata dal prelievo del 2% sulla vendita di pesticidi, dedicata al biologico;
5) istituire la delega su Biologico e Sovranità Alimentare al Sottosegretario MiPAAF e costituire un intergruppo parlamentare sull’agricoltura biologica.
La crisi impone scelte. Vogliamo convincere il governo a puntare sul modello biologico”.