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Il comitato “La Puglia non si avvelena” contro gli insetticidi imposti per la xylella

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Il Comitato “La Puglia non si avvelena”, in rappresentanza di 54 associazioni territoriali e più di 5600 cittadini che hanno firmato una apposita petizione, ha anche avviato una raccolta fondi per sostenere l’impugnazione davanti al Tar di una delibera regionale che impone trattamenti giudicati altamente pericolosi per l’ambiente.
Il comitato “La Puglia non si avvelena” contro gli insetticidi imposti per la xylella
Il Comitato ” La Puglia non si avvelena“, in rappresentanza di 54 associazioni territoriali e più di 5600 cittadini che hanno firmato una apposita petizione, ha anche avviato una raccolta fondi per sostenere l’impugnazione davanti al Tar di una delibera regionale che impone trattamenti giudicati altamente pericolosi per l’ambiente.
Si legge nel comunicato del Comitato: «La Giunta regionale della Puglia, con il Piano Xylella 2021, approvato con un incomprensibile ritardo, cioè quando gli insetti vettori non erano più battibili con le buone pratiche agricole, ha stabilito l’obbligo di eliminare attraverso arature, erpicature, fresature, trinciature tutta la vegetazione erbacea spontanea su tutto il territorio regionale per combattere la fase giovanile del vettore della xylella ed, inoltre, effettuare trattamenti con insetticidi per ridurre la presenza degli adulti di sputacchina».
E ancora: «Le soluzioni individuate dal Piano regionale, oltre che determinare indiscutibili impatti ambientali, non assicurano un efficace contrasto alla diffusione della Xylella. Infatti, l’eliminazione totale della vegetazione spontanea e l’uso di prodotti ad ampio spettro proposti nel Piano agiscono letalmente e indisciminatamente su molti ordini di insetti, inclusi quelli utili. L’immissione di pesticidi e biopesticidi su larga scala si dimostra peraltro non sostenibile nel lungo periodo, come indicato nel Piano in oggetto (Par. 11, p. 19), poiché riduce la presenza di organismi predatori ed antagonisti naturalmente presenti.Oggi, il Piano di Azione proposto dalla Regione Puglia risulta ingiustificato nel bilancio fra gli incerti benefici associati all’uso dei trattamenti fitosanitari, gli elevatissimi costi ambientali e rischi sanitari.La Giunta regionale per approvare il Piano in contrasto con varie normative ambientali e senza passare da nessuna procedura di acquisizione di pareri quali Valutazione Ambientale Strategica, Valutazione di Incidenza, ha fatto riferimento ad una presunta deroga, riteniamo ingiustificata, di cui il piano godrebbe. Deroga che è uno degli aspetti oggetto del ricorso».
E sempre il Comitato denuncia che «l soluzioni individuate dal Piano regionale, oltre che determinare indiscutibili impatti ambientali, non assicurano un efficace contrasto alla diffusione della Xylella. Infatti, l’eliminazione totale della vegetazione spontanea e l’uso di prodotti ad ampio spettro proposti nel Piano agiscono letalmente e indisciminatamente su molti ordini di insetti, inclusi quelli utili».
Inoltre «l’immissione di pesticidi e biopesticidi su larga scala si dimostra peraltro non sostenibile nel lungo periodo, come indicato nel Piano in oggetto (Par. 11, p. 19), poiché riduce la presenza di organismi predatori ed antagonisti naturalmente presenti.Oggi, il Piano di Azione proposto dalla Regione Puglia risulta ingiustificato nel bilancio fra gli incerti benefici associati all’uso dei trattamenti fitosanitari, gli elevatissimi costi ambientali e rischi sanitari.La Giunta regionale per approvare il Piano in contrasto con varie normative ambientali e senza passare da nessuna procedura di acquisizione di pareri quali Valutazione Ambientale Strategica, Valutazione di Incidenza, ha fatto riferimento ad una presunta deroga, riteniamo ingiustificata, di cui il piano godrebbe. Deroga che è uno degli aspetti oggetto del ricorso».
Il Comitato sta quindi raccogliendo fondi per sostenere il ricorso al Tar per l’abrogazione della delibera e, spiega, «vogliamo salvare il patrimonio della mandorlicoltura pugliese, che  viene condannato a seguire la stessa triste sorte che ha portato alla morte degli ulivi, la cui capacità di resilienza alla batteriosi è stata minata dall’uso sconsiderato di erbicidi, fungicidi, insetticidi, spollonanti, cascolanti e altre sostanze chimiche nocive per il suolo, le piante, l’ambiente e – cosa troppo dimenticata in questa regione – la salute pubblica e la bellezza del paesaggio».
«Ma i danni alla salute e alla ricchezza del territorio hanno come conseguenze anche gravi danni alla nostra economia – prosegue il Comitato – In questi giorni, in varie parti della Puglia, stiamo assistendo ad una forte moria di api mellifere Sulla base di analisi preliminari, la letalità dipende dall’uso massiccio di insetticidi associati a fungicidi azolici, tra cui il “Tebuconazolo”, autorizzato dalla Regione Puglia per l’applicazione sui ciliegi in fioritura. Questa autorizzazione si trova in netta contraddizione con la legge regionale nr. 45 del 14/11/2015. Perseverare in tale autorizzazione implica un aumento della mortalità degli insetti impollinatori. Il Comitato si riserva ogni azione a tutela degli apicoltori, di tutti gli insetti utili e della salute dei cittadini pugliesi».

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