Vai al contenuto della pagina

Jairo Restrepo: “L’agroindustria schiavizza la società”

homepage h2

Jairo Restrepo, brasiliano, è un grande e storico sostenitore dell’agricoltura biologica e attivista per i diritti dei piccoli agricoltori. Le idee le ha chiarissime: “L’agricoltura industriale non è in grado di rispondere alla crisi e ai cambiamenti sociali. Anzi: sta causando la crisi, perché vuole schiavizzare la società e concentrare i profitti”.
Jairo Restrepo, in un’intervista con Juan Fran rilasciata in Spagna, ha parole di fuoco per l’agricoltura industriale e un modello che non solo non è più sostenibile, ma è causa stessa dell’insostenibilità.
Educatore, attivista nel campo dell’agricoltura biologica e della sovranità alimentare, sostiene fermamente il ritorno all’autodeterminazione, la riscoperta delle competenze e dell’autonomia dei contadini, lontano dallo strapotere dell’agroindustria. Fa consulenze in tutto il mondo e di recente ha attraversato Europa e Australia. Sostiene a spada tratta l’agroecologia e l’agricoltura rigenerativa e insegna le buone pratiche per incrementare la fertilità dei suoli e la riconversione delle colture. Ha insegnato all’università federale di Rio Grande do Sul in Brasile per diversi anni e si è convinto nel tempo che l’agricoltura industriale stava avvelenando le terre e le genti. Dal 1997 al 2007 ha portato avanti un progetto dedicato all’agricoltura biologica a Cuba, creando contatti con oltre 90mila persone che si sono impegnate nel settore.
“La società non va privata della tecnologia – spiega Jairo – noi vogliamo trasformare la società e quindi modificare le finalità e gli obiettivi della tecnologia. Oggi accade l’opposto, il tipo di tecnologia dominante propone un modello di società soggiogata all’industria, noi puntiamo a che accade l’opposto. L’agricoltura industriale non è in grado di dare risposte alla crisi; anzi, causa essa stessa la crisi perché vuole schiavizzare la società e concentrare i profitti”.
Quali ostacoli si trova ad affrontare l’agricoltura biologica?
“In Sud America ci sono 3 ostacoli. Il primo è lo Stato, non c’è nessuna volontà di cambiare. L’industria sta dove sta il potere e i politici passano e vanno. In America Latina l’industria è il potere e i politici ne sono i temporanei rappresentanti. Il secondo ostacolo è l’approccio monolitico delle università: propongono una ricerca “aggiustata”, di cui sanno già i risultati. L’industria non ha bisogno delle università per la conoscenza, ha bisogno solo di legittimazione. Il terzo ostacolo è il sistema che è stato pensato per fornire informazioni agli agricoltori, che li vede solo come consumatori di tecnologia e di prodotti.E’ molto semplice. Più vita costruiamo nel suolo, meno anidride carbonica finisce in atmosfera”.
Non c’è più posto né giustificazione, dunque, per un sistema che sfrutta terra e popoli lasciando solo macerie.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!