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Jean-Martin Fortier: «Ecco come coltivare bio con successo»

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Jean-Martin Fortier ha iniziato come agricoltore con un orto molto piccolo per arrivare a un orto professionale (o micro-azienda orticola) che gli consente di avere un reddito sufficiente coltivando biologico. Nel suo libro “Coltivare bio con successo” spiega come fare.
Jean-Martin Fortier: «Ecco come coltivare bio con successo»
«Ovunque nel mondo, c’è una generale presa di coscienza sulle gravi conseguenze dell’agricoltura industriale: pesticidi, OGM, tumori, industria agroalimentare, ecc. Questa consapevolezza si è tradotta in un generale entusiasmo per un’agricoltura biologica, sana e locale» scrive Jean-Martin Fortier nel suo libro “Coltivare bio con successo”.
E nel libro racconta la sua esperienza.
«(…) La mia compagna e io abbiamo iniziato la nostra carriera di agricoltori con un orto molto piccolo, vendendo gli ortaggi ai mercati contadini e attraverso un progetto di CSA. Avevamo preso in affitto un piccolo terreno di 1000 m2 dove ci eravamo temporaneamente accampati per l’estate. Per iniziare non ci è voluto un grande investimento in termini di utensili e di attrezzature. Il fatto di essere in affitto ci ha spinto a limitare le spese, in modo tale da coprire i costi di gestione con la nostra attività e mettere da parte abbastanza soldi per investire, superare l’inverno e fare qualche viaggio. A quel tempo eravamo felici semplicemente di coltivare e di far quadrare il bilancio!
Poi arrivò il momento in cui sentivamo l’esigenza di stabilirci da qualche parte. Avevamo bisogno di sicurezza, il desiderio di costruire una casa tutta nostra e di mettere radici nella nostra piccola comunità. Questo nuovo inizio significava che il nostro orto avrebbe dovuto generare un reddito sufficiente a coprire i costi per il terreno, i bisogni della famiglia e la costruzione della casa. Invece di meccanizzare le nostre operazioni colturali, seguendo il percorso di una orticoltura più convenzionale, pensavamo che sarebbe stato possibile, se non preferibile, intensificare la nostra produzione e continuare a lavorare in maniera perlopiù manuale. Il nostro principio era di produrre meglio piuttosto che produrre di più. Con questa idea in mente, ci siamo messi alla ricerca di tecniche orticole e di attrezzi che avrebbero reso più efficiente e redditizia la coltivazione di ortaggi su piccola scala.

Alla fine, le nostre ricerche e le nostre scoperte, frutto di numerose esperienze, ci hanno permesso di realizzare una micro-azienda orticola produttiva e redditizia. Ogni settimana il nostro orto rifornisce più di 200 famiglie e genera un reddito sufficientemente alto per farci vivere dignitosamente. La nostra strategia iniziale, che consisteva nella creazione di un sistema a «bassa tecnologia», ci ha consentito di limitare i costi iniziali di avvio e così la nostra azienda era diventata già redditizia dopo solo pochi anni di attività. Le nostre spese di gestione sono sempre piuttosto basse, tanto che finora non abbiamo avuto alcuna difficoltà economica. Come quando abbiamo iniziato, la nostra attività principale è coltivare e, nonostante tutti i cambiamenti avvenuti all’interno dell’azienda, il nostro stile di vita è rimasto sempre quello che avevamo scelto all’inizio. L’azienda agricola lavora per noi e non il contrario. Lungo il percorso, ci siamo dati il nome di «giardinieri-orticoltori» per sottolineare la nostra scelta di lavorare con attrezzi manuali.

Diversamente dagli orticoltori convenzionali, noi non coltiviamo campi, ma orti, limitando al massimo l’uso di carburanti fossili. L’insieme delle nostre attività – l’elevata produttività su una piccola superficie, l’utilizzo di metodi intensivi di produzione, il ricorso a tecniche per estendere la stagionalità dei prodotti e la vendita diretta ai mercati cittadini – si ispira alla tradizione orticola francese, benché le nostre pratiche abbiano allo stesso tempo subìto l’influenza dei nostri vicini americani. Il maggiore influsso sul nostro lavoro lo ha avuto l’americano Eliot Coleman, che abbiamo incontrato in diverse occasioni, e il suo libro, The New Organic Grower, che ci è servito all’inizio come guida. È stato proprio questo libro che ci ha fatto intravvedere la possibilità di ricavare profitto dalla coltivazione di meno di un ettaro. A tutt’oggi, Coleman rimane un punto di riferimento in termini di esperienza e di innovazione in orticoltura mista su piccola scala. Gli dobbiamo molto.
Ovviamente, la maggior parte degli agricoltori ben avviati pensa che coltivare senza l’aiuto di un trattore è un lavoro troppo duro e faticoso, che noi siamo ancora giovani e che meccanizzare le nostre operazioni ci renderebbe immancabilmente la vita più facile. Non sono d’accordo. Le tecniche di lavorazione del terreno descritte in questo manuale riducono i tempi e l’energia necessari per la sua preparazione. L’intensificazione delle coltivazioni diminuisce di gran lunga il lavoro di diserbo e gli attrezzi utilizzati nel nostro orto, per quanto manuali, sono molto sofisticati e concepiti appositamente per migliorare l’efficienza e la comodità del lavoro. A conti fatti, a parte la raccolta, che rappresenta gran parte delle nostre fatiche, il nostro lavoro è molto produttivo ed efficiente. Il lavoro manuale è piacevole, redditizio e definitivamente in armonia con uno stile di vita sano dove, per la maggior parte del tempo, il canto degli uccelli sostituisce il rumore dei motori.
Detto questo, non sto insinuando che la meccanizzazione delle operazioni colturali debba essere vietata. Del resto, le migliori aziende orticole che ho visitato, a eccezione di quella del signor Coleman, erano spesso altamente meccanizzate. Il mio punto di vista è piuttosto il seguente: l’utilizzo di un trattore agricolo e di altri attrezzi meccanici per sarchiare e lavorare il terreno non conduce necessariamente a pratiche orticole più redditizie. La non-meccanizzazione o l’utilizzo di macchinari alternativi, come ad esempio un motocoltivatore professionale, presenta invece diversi vantaggi da prendere in considerazione, soprattutto quando si è all’inizio. È possibile vivere con meno di un ettaro? La maggior parte degli esperti nel mondo dell’agricoltura accoglie con evidente scetticismo la possibilità di ricavare profitto da una micro-azienda orticola, o orto professionale, come lo chiamiamo noi. È possibile che proveranno a scoraggiare chi tra di voi desidera avviare un progetto simile al nostro. Non c’è da preoccuparsi troppo, perché le mentalità stanno cambiando man mano che la micro-agricoltura negli Stati Uniti, in Giappone e in altre parti del mondo sta dimostrando l’impressionante potenziale di una produzione artigianale che opera all’interno di canali di distribuzione locali. (…) Da più di dieci anni, la mia compagna ed io non abbiamo altra entrata al di fuori di quella generata dal nostro orto professionale di meno di un ettaro. Conosco anche molti altri piccoli produttori che riescono a ricavare un buon guadagno dalla loro piccola attività di coltivazione intensiva. Questo modello è redditizio, è comprovato. Inoltre, è anche lecito pensare di poterne ricavare un reddito piuttosto elevato. (…)
Da quando la nostra azienda accoglie tirocinanti che vogliono avviare una loro attività agricola, ho avuto modo di osservare che la maggior parte di quelli che aspirano a questo mestiere sembrano essere spinti da una ragione ben precisa. Se, da un lato, tutti vogliono essere padroni di sé stessi e stare all’aria aperta il più possibile, alcuni di loro sono attratti dall’idea di dare un senso al proprio lavoro. Capisco il motivo di questa scelta, perché fare il contadino di famiglia è un mestiere molto gratificante. Le nostre fatiche nell’orto sono regolarmente ricompensate da tutte quelle famiglie che mangiano i nostri ortaggi e ci ringraziano personalmente ogni settimana. Per tutti quelli che desiderano vivere diversamente e cercano uno stile di vita alternativo, credo sia importante precisare che non solo è possibile guadagnarsi da vivere con questa attività, ma anche vivere bene».

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