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L’agricoltura biodinamica oltre la visione del bio

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Volevamo capire le ragioni dell’agricoltura biodinamica, che ha standard più restrittivi del biologico e una visione del mondo legata al pensiero di Rudolf Steiner. Ne abbiamo parlato con Marco Serventi di Demeter Italia
Nel numero di settembre di Terra Nuova, ci siamo occupati del pensiero di Rudolf Steiner, cercando di interpretarne l’attualità e abbiamo dedicato lungo spazio all’agricoltura biodinamica, che, già negli anni venti del secolo scorso anticipa il biologico e ancora oggi ne amplia le vedute. Ne abbiamo parlato con Marco Serventi vicepresidente di Demeter Italia, associazione storica dell’agricoltura biodinamica in Italia.
– Biologico e biodinamico non sono in contrapposizione, ma di fatto rispondono alla stessa normativa. Qual è l’apporto della biodinamica in agricoltura, si parla di approccio olistico, cosa significa?
Il riduzionismo scientifico ha concentrato la visione dell’agricoltura a fatto di laboratorio dove le variabili devono venire ridotte al massimo. Le conclusioni da cui derivano le pratiche agricole sono fondate su concetti parziali di causa -effetto di natura fisico chimica che escludono i fenomeni a cui sono connessi. Il contributo della biodinamica invece è di approccio dell’essere umano ai fenomeni e macro-fenomeni che sperimenta direttamente sul campo . Non si tratta di delegare agli specialisti in realtà frazionate e sterilizzate ma di imparare a leggere i fenomeni con i propri occhi in modo non solo puntiforme. A questo si arriva esercitando punti di vista sintetici e non solo analitici. I mezzi tecnici tipici della biodinamica derivano da un raffinatissimo esercizio di percezione e sintesi di Steiner e allievi. Le spiegazioni che dette Steiner nelle prime conferenze agli agricoltori sono tipiche di quelli che hanno trovato i nessi tra i fenomeni del cosmo e la natura intrinseca di piante, animali e …..suolo agricolo. I processi di umificazione del suolo sono il fondamento su cui si basa il mondo vegetale e tutta la catena alimentare degli esseri. Il riduzionismo scientifico nega la processualità dell’humus e lo vede come aggregato di sostanze. L’industria (anche del bio) segue il concetto e propone soluzioni anch’esse fuorvianti. “Non sostanze ma processi” dicono i biodinamici, mentre il resto è concentrato sulle sostanze. La biodinamica punta a costituire un Organismo Agricolo (non aziende, ma fattorie, organismi agricoli) per giungere all’evoluzione successiva che è quella dell’Individualità Agricola.
– Esistono delle prove scientifiche, che evidenziano i vantaggi dell’agricoltura biodinamica? Potrebbe elencarmene alcune?
– Ricerche private ve ne sono molte. La principale, e tuttavia da aggiornare, è la ricerca FIBL di confronto tra convenzionale bio e biodinamico. Ma i risultati più evidenti a favore della biodinamica sono quelli degli ultimi anni e non ancora pubblicati. Con la biodinamica si armonizzano e intensificano i processi di umificazione del suolo e si temperano gli eccessi sia in positivo che in negativo. Lentamente se si fa biodinamica vera e completa, ma sopratutto costante, si arriva a una trasformazione del suolo di assoluta evidenza, una maggiore capacità di campo, di nutrizione delle radici capillari (non quindi solo di quelle destinate all’assorbimento idrico) , di equilibrio tra le popolazioni microbiche. A seguito di tutto questo anche la qualità dei prodotti (sopratutto se i semi non sono quelli dell’industria!) diviene massima in termini di vitalità, durevolezza, sapore e valore nutrizionale. Il riflesso conseguente sta nella digeribilità e massima accettabilità da parte degli organismi umani a nutrirsi del cibo. Molte altre ricerche sono state fatte su punti specifici all’estero, ma anche qui in Toscana rispetto alla biodinamica.
– Come affrontate le resistenze del riduzionismo scientifico rispetto alla scienza biodinamica?
– Non vi sono fondi investiti in questo settore, ma la pratica agricola e le risultanze sono la strada maestra che affrontiamo sul campo. L’università che incappa in queste realtà poi ricerca , sperimenta, registra e osserva. Anche se la mancanza di fondi rende più difficile la cosa, molti docenti stanno rendendosi conto che con la biodinamica qualcosa realmente e ve ne sono diversi che cercano di lavorarci. Noi come associazione biodinamica certamente facciamo tutto il possibile per favorire questa rete di contatti e progetti.
Vi invitiamo a leggere il dossier su Rudolf Steiner sul numero di settembre

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