Kutluhan Özdemir, insieme a Ezio Maisto, è il fondatore della RAN, Rete per l’Agricoltura Naturale in Italia, e ha imparato dagli allievi diretti di Masanobu Fukuoka portando poi il suo approccio dell’agricoltira “del non fare” nel nostro paese. Dal 2018 nelle Marche condivide e diffonde le sue conoscenze.
Kutluhan Özdemir, ex matematico e ora contadino, è il fondatore (insieme a Ezio Maisto, giornalista e film-maker) della RAN, Rete per l’Agricoltura Naturale in Italia, e ha imparato dagli allievi diretti di Masanobu Fukuoka portando poi il suo approccio dell’agricoltura “del non fare” nel nostro paese. Dal 2018 nelle Marche condivide e diffonde le sue conoscenze.
Quale patrimonio di conoscenze hai tratto dall’insegnamento di Fukuoka e come l’hai riportato nella tua esperienza in campo?
«Quando ho letto Fukuoka, ero già molto interessato a pratiche agricole sostenibili che permettessero di coltivare cibo in armonia con la natura, ad esempio alla permacultura. Ma leggendo “La rivoluzione del filo di paglia”, è stato subito chiaro che questo era per me l’unico approccio praticabile nella coltivazione della terra. Questa è una via che si percorre ripristinando la fertilità del suolo, attraverso l’azione giusta al momento giusto, un’azione semplice come solo il seminare può essere, con le palline di argilla, o con la semina diretta. Ci si dedica semplicemente a osservare e agire in base alla necessità, non alla pianificazione. E questo permette un ritorno allo stato primario di equilibrio e prosperità nella natura. L’insegnamento per me più importante lasciato da Fukuoka è quello di porsi la domanda giusta: “cosa posso non fare?”. In agricoltura questa domanda ci porta all’essenza, non arando, non fertilizzando, non diserbando, non usando sostanze chimiche, non potando gli alberi, non irrigando».
Quali sono le principali caratteristiche che contraddistinguono la tecnica che porti nelle tue colture e quali le rese?
«L’agricoltura naturale si basa sul ripristino dell’intrinseca fertilità del suolo attraverso azioni semplici e accessibili a tutti, mentre si inizia anche a coltivare cibo. Ci sono dei “principi” che si possono estrapolare e che ho elencato più sopra, ma non sono delle regole ipse-dixit: la rivoluzione di questo approccio è la profonda fiducia che la natura è perfetta così com’è, e che semplicemente va eliminata una serie di azioni per lasciarla tornare alla sua innata abbondanza. Nel caso specifico della mia fattoria nelle Marche, non si ara la terra, non si utilizzano fertilizzanti, non si usano prodotti chimici di nessun tipo, non si diserba, non si irriga e non si potano gli alberi. Dopo tre anni di questa pratica, l’orto oggi produce 5-6 kg di verdura per ogni metro quadrato, ma tra qualche anno nell’intera fattoria si raggiungerà la resa di circa 20 tonnellate di frutta, verdura e cereali per ettaro».
Quanto ritieni sia importante avvicinarsi all’approccio di Fukuoka e perché?
«Fukuoka è stato uno studioso della natura e anche un maestro di vita per tanti. Sono molto grato di aver conosciuto alcuni tra i suoi studenti e di aver coltivato insieme a loro. Fukuoka ha lasciato una piccola scintilla nel mondo che ha la capacità di accendere le fiamme che le si avvicinano. Quello che mi anima a praticare e divulgare questo approccio è proprio ciò che dicono e fanno le persone dopo averlo letto o sentito parlare: molto spesso uno dei commenti è “non vedo l’ora di iniziare a coltivare la terra!”, e da questa prima scintilla nascono tanti progetti di agricoltura naturale. Credo questa sia la conferma di un cambio radicale nell’attitudine delle persone, che da un lato comprendono l’importanza di coltivare la terra, e dall’altro riscoprono l’entusiasmo di farlo».
Quali attività proponi a chi si vuole formare e vuole imparare?
«La Rete per l’Agricoltura Naturale che ho co-fondato nel 2021, organizza in diverse parti del mondo laboratori teorico-pratici di due giorni accessibili a tutti (in Italia sono gratuiti); promuove feste di riforestazione sui territori; aiuta coloro che muovono i primi passi con il progetto “suppOrto”, dedicato appunto all’orto naturale; è attiva sui social e realizza materiale informativo (tutorial, documentari, dispense) con lo scopo di divulgare il più possibile la straordinaria possibilità dell’agricoltura naturale. Inoltre, alla fattoria Shizen (naturalfarmshizen.org) organizziamo open days per far conoscere i nostri orti e accogliamo volontari che vogliono impegnarsi nel risveglio del suolo».
_______
Qui il webinar con Kutluhan Ozdemir