L’Europa lascia morire le api?
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La pericolosità per le api era stata dimostrata da diversi studi scientifici. La rivista Environmental Science and Technology aveva pubblicato un importante studio italiano, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, che ha misurato i livelli di particolato contenente neonicotinoidi nei fumi di scarico delle macchine seminatrici. I risultati di questo studio hanno evidenziato che le api costrette a volare vicino alle macchine seminatrici presentavano un elevato livello di neonicotinoidi, livello tale da intossicarle e causarne un’elevata mortalità. Gli stessi effetti sono stati accertati anche da studi d’oltre oceano, come il “Pesticide Fact Sheet on Conditional Registration of Clothianidin” (Scheda informativa dei pesticidi sulla registrazione condizionata di clothianidin) dell’Environmental Protection Agency statunitense.
In Italia alcune di queste pericolose sostanze sono state proibite. Il 25 ottobre, il Ministero della Salute italiano ha approvato un decreto per il divieto di utilizzo dei neonicotinoidi Clothianidin, Theamethoxam, Imidacloprid e Fipronil delle multinazionali della chimica Bayer Syngenta e Basf. Nel 2009, prima del divieto, solo nel Nord Est si è verificata una perdita di arnie dal 50 al 70 per cento con conseguenti gravi danni agli agricoltori che producono il miele.
Ma in Europa i pesticidi neonicotinoidi sono ancora in uso. A livello europeo ci sono state solo delle restrizioni temporanee all’uso dei neonicotinoidi da parte di Germania e Slovenia. E nel 2011 la Commissione europea ne ha ammesso l’uso, pur in misura limitata.
Come sentenziava Einstein senza le api vivremmo poco a lungo. Il loro lavoro di impollinazione è infatti fondamentale per la conservazione degli habitat e per l’agricoltura.