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L’orto bioattivo, oltre il biologico!

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Cambiare il sistema alimentare urbano a cominciare dalla coltivazione di orti con agricoltura rigenerativa, per dare cibo nutraceutico e sostenere la vitalità del suolo
Coltivare cibi più nutrienti, ispirandosi a quello che succede in una foresta naturale. È l’obiettivo primario del progetto NOA Food, elaborato da un progetto dall’Università di Pisa. Noa sta per Nutriente, Organico, Autentico. E si concretizza nella realizzazione di orti per la produzione di cibo bioattivo, con concentrazioni più elevate di licopene (+18,5%), calcio (+15%), potassio (+11%), fosforo (+60%) e zinco (+28%). Un progetto NOA Food –Nutriente, organico e autentico proposto dall’azienda agricola Lo Stento nel Viale dei Colli di Chiara Fontana (nella foto) presso lo Chalet Fontana.
Andrea Battiata, agronomo e consigliere della società toscana orticultura, è il principale cultore di questa pratica che vuole ristabilire questo ruolo cardine dell’’agricoltura, che per tutti i millenni della sua storia si era fondata sulla rigenerazione continua della vitalità del suolo, e che invece nell’operato convenzionale, si riconosce come nemica di questa fertilità naturale. Intorno a Firenze si stanno mettendo a punto sperimentazioni sull’orto cosiddetto bioattivo, in grado di fornire alimenti vitali e nutrienti, contribuendo alla fertilità dei suoli.
“Oggi i concimi chimici non rigenerano più la terra, ma nutrono direttamente la pianta, trasformando il suolo in un supporto neutro sempre più mineralizzato e privo di vita” spiega Battiata. “E’ importante sottolineare come, per questa via, si realizzi una procedura che costituisce una costante dell’agricoltura industriale: la sostituzione di processi spontanei con dispositivi tecnici, la surrogazione di una economia della natura”. 
Il metodo di coltivazione supera gli standard di produzione dell’agricoltura biologica. “Il Biologico organizzato in catene alimentari non rispecchiava affatto il mio percorso di cittadinanza attiva né le mie esperienze personali e professionali sui temi del cibo vero, del cambiamento climatico e dello sviluppo sostenibile” spiega Battiata.
“Poco alla volta ho cominciato ad interessarmi degli innumerevoli modi in cui i cittadini possono essere parte attiva di soluzioni di lunga durata al problema della produzione del “loro” cibo. Volevo credere che ci fossero alternative valide all’idea della partecipazione-consumo, così ho cominciato a raccogliere esperienze, studi e storie personali che raccontassero le potenzialità dell’autoproduzione e della produzione del cibo e a quel punto, perché no, del cibo vero, bioattivo in cui le caratteristiche naturali delle piante potessero avere il massimo di “terreno fertile”.

Abbiamo inizialmente approfondito il tema secondo alcuni denominatori comuni: il valore etico, sociale, economico ed ambientale ed in un secondo momento abbiamo messo insieme le tecniche agronomiche necessarie prelevandole da innumerevoli studi, principi agronomici sostenibili ed esperienze sul campo, il tutto con un obiettivo: dimostrare che non è affatto difficile coltivare i propri ortaggi per produrre cibo Bioattivo, Nutraceutico.
Questo progetto, vuole dimostrare quanto contadini urbani, e agricoltori, consumatori e attivisti, ma anche imprenditori illuminati possano davvero cambiare il sistema alimentare urbano e ricercare una nuova economia del cibo”.
Alla base del metodo c’è la creazione di una condizione naturale, che potremmo chiamare anche selvatica, ovvero la formazione di un terreno il più vicino possibile a quello dei boschi. Niente aratura, né zappatura dunque: il suolo è naturalmente ricchissimo di organismi la cui attività, in seguito alle lavorazioni del suolo e quindi alla sua ossigenazione, viene alterata. Rigirando il terreno, non facciamo altro che interrompere l’azione combinata di essudati radicali, residui organici e attività chimica di batteri, funghi e lombrichi, generando uno squilibrio nutritivo. Non servono nemmeno le concimazioni, poiché la fertilizzazione è un processo che avviene tramite la copertura organica permanente. Poi, un po’ come nell’agricoltura sinergica, ci sono le consociazioni, con la presenza di specie differenti di piante che si aiutano a vicenda.
Quelli che potremmo chiamare gli ingredienti di base sono un substrato di terra vulcanica, un compost di foglie, uno di lombrichi, un po’ di concime naturale (da fermentazione di altre piante, le micorrize, polvere di roccia addizionata ad EM e il preparato biodinamico 500.
Sabato 27 febbraio dalle 9 alle 16 si terrà l’incontro Dottor Cibo 2 presso il circolo San Bartolo a Cintoia (Fi), con la partecipazione anche di Franco Berrino.
Per informazioni: vedi la pagina Fb dell’orto bioattivo https://www.facebook.com/profile.php?id=100011208822591


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