Addio ulivi monumentali, imponenti custodi di una terra che ha fatto dell’olio la propria vita. Al loro posto fitti filari di ulivi mignon, stretti, fragili, bersaglio della chimica e altamente bisognosi di acqua. È il modello spagnolo che avanza e che travolgerà la Puglia, dopo che l’affaire xylella avrà fatto tabula rasa. E quel modello intensivo arriverà insieme ai suoi vitigni, alle sue serre, alle produzioni ad alta densità e al suo strascico di devastazione.
Una nuova olivicoltura, sostenuta da una pioggia di finanziamenti pubblici, sta sbarcando in Puglia. Le cultivar favorite sono Leccino e FS17 (Favolosa) perché, si legge in un documento ufficiale dell’Osservatorio fitosanitario, resistenti a Xylella fastidiosa. In particolare la Favolosa, una varietà brevettata: veloce nel fruttificare, idonea a impianti ad alta densità e alla raccolta meccanizzata. Perfetta, a parole. Perché nella pratica lo stesso Osservatorio ci tiene a precisare che su queste cultivar “non si hanno ancora a disposizione dati riferiti al lungo periodo, sia in tenuta della resistenza nel tempo che in termini di produttività”. Come a dire: piantatele, ma sappiate che non vi sono prove che ne attestino l’effettiva resistenza. Insomma, ben poche certezze a fronte di tante evidenti criticità.
Gli impianti intensivi, infatti, non sono solo più costosi dei tradizionali, ma anche più vulnerabili, più suscettibili a freddo, vento e siccità, più esigenti riguardo agli input chimici, agli investimenti in macchinari e, soprattutto, ai bisogni di acqua: una risorsa tanto preziosa quanto carente nella regione in cui questo modello si vorrebbe imporre(3)3. Specialmente in Salento, una zona caratterizzata da un clima semi-arido, con scarse precipitazioni e una ridotta disponibilità idrica, in cui le falde sono compromesse, i suoli inquinati e privi di sostanza organica. Una terra già ora a rischio desertificazione che, con un’agricoltura intensiva, sarebbe definitivamente distrutta.
Anche per questo e per denunciare i retroscena dell’Affaire Xylella si è tenuta a Bari una manifestazione di protesta venerdì 14 giugno che ha visto una grande mobilitazione.
È, dunque, questa la devastazione che attende la Puglia…
Un ampio dossier approfondisce il problema, è a firma di Elena Tioli e lo trovate sul numero di giugno del mensile Terra Nuova, disponibile QUI.