La comunità per l’agricoltura rigenerativa in Spagna denuncia il greenwashing di Bayer, multinazionale che ha presentato a Madrid una strategia con cui annuncia di voler guidare proprio questo settore dell’agricoltura.
«È giunto il momento di difendere l’agricoltura rigenerativa dal greenwashing delle aziende dell’agrobusiness, come Bayer: agiamo collettivamente come “lobby per la vita”» afferma la comunità spagnola per l’agricoltura rigenerativa.
«Recentemente, Bayer Spagna ha presentato a Madrid la sua nuova strategia, insistendo sul messaggio che intendono guidare il settore dell’agricoltura rigenerativa, basandosi su 3 pilastri: semi (i loro semi modificati e brevettati…?), input (sostanze chimiche, incluso glifosato), digitalizzazione»
scrive la comunità sul proprio sito.
«Inoltre, in questi giorni la Bayer appare su diversi media, “sottolineando il ruolo del glifosato nell’agricoltura rigenerativa”» prosegue la nota.
«Tutto questo nella situazione attuale: a novembre la Commissione Europea deciderà se l’uso del glifosato continuerà o meno a essere consentito in Europa per altri dieci anni, motivo per cui è molto strategico per Bayer collegare il suo prodotto tossico con l’agricoltura rigenerativa, un concetto che sta portando speranza a molte persone in tutto il mondo. Il collettivo rigenerativo iberico resiste a questo greenwashing!».
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Letture utili
Con un linguaggio semplice e diretto, il libro riporta tecniche agronomiche, riferimenti scientifici, strategie produttive ed esempi concreti di tante aziende agricole che hanno fatto dell’Agricoltura Organica e Rigenerativa un prezioso strumento di cambiamento.
L’autore
Matteo Mancini ha lavorato in progetti agricoli e forestali in Messico, Mozambico, Brasile, Angola, Inghilterra, Libano e Palestina.
Dal 2009 è coordinatore tecnico dell’Ong Deafal per la quale si occupa di formazione e assistenza tecnica in Agricoltura Organica e Rigenerativa.
In Italia lavora presso alcune aziende agricole e all’estero in progetti di cooperazione allo sviluppo; è stato docente a contratto di Agroselvicoltura all’Università della Tuscia.