La corsa del biologico non si arresta
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I più grandi indici di crescita si registrano nello settore lattiero-caseario che per il 2011 fa segnare il 16,2%. La performance più elevata rimane quella delle uova (+21,4%), seguite dallo yogurt, con un’incidenza sul totale pari a circa il 9% e che ha registrato nel 2011 una crescita degli acquisti in valore di ben il 27,5%. Si piazzano benissimo biscotti, dolciumi e snack (+16,1%), al pari delle bevande analcoliche (+16%).
Per l’ortofrutta invece la crescita è assai più limitata (+3,4%), ma la voce rimane preponderante nel totale degli acquisti di prodotti biologici.
Cattivi risultati invece per la pasta bio. Quella italiana è sempre più apprezzata all’estero, mentre da noi si riduce del 3,2%.
Flessione significativa anche per carni e salumi -8,2% degli acquisti, ma il risultato più negativo è quello degli oli (-18,6%) che pagano anche il rinforzo della concorrenza straniera. Aumentano in particolare gli acquisti nel Nord Ovest (+12,5%), mentre più limitato è l’incremento nel Nord Est (+2,4%).
A livello geografico la crescita più accentuata si è verificata al Sud (+19,2%), anche se le regioni del Nord mantengono un peso preponderante sul fatturato complessivo, con circa il 70% di incidenza sul totale. Se a livello europeo vantiamo il più alto numero di aziende biologiche certificate il nostro mercato interno è ancora inferiore a quello dei principali Paesi. Si stima in Italia un giro d’affari legato al mercato bio attorno a un miliardo e 550 milioni di euro, che assegna al nostro Paese il quinto posto dopo Usa, Germania, Francia, Regno Unito e Canada. A livello mondiale, stando alle ultime valutazioni, il fatturato del biologico è stimato complessivamente sui 44,5 miliardi di euro.