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La grande menzogna dei nuovi OGM

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Non abbiamo molto tempo. L’emersione di nuove tecniche di ingegneria genetica, le cosiddette New genomic techniques, ha portato le istituzioni europee a proporre una deregolamentazione continentale dei nuovi Ogm che ne derivano. Con gravi pericoli per ambiente, salute e diritti. Francesco Paniè e Stefano Mori ce lo spiegano in un’analisi magistrale che mette in luce pericoli, retroscena e interessi: “Perché fermare i nuovi OGM”.
La grande menzogna dei nuovi OGM

«Con la falsa pretesa che si tratti di biotecnologie meno invasive, un blocco di interessi consolidati tenta di far passare una supposta equivalenza tra prodotti di laboratorio e piante coltivate nei campi» scrivono Paniè e Mori nel libro  “Perché fermare i nuovi OGM”, e che trovate QUI
Il libro arriva proprio nel corso di una grande mobilitazione che vede, in Italia e in Europa, movimenti contadini e associazioni del biologico impegnati nel contrastare la deregolamentazione in atto. 
“Perché fermare i nuovi OGM” guida alla comprensione di ciò che sta accadendo e fornisce gli strumenti per mobilitarsi.
Dopo il fallimento degli Ogm di prima generazione, raccontato nel primo capitolo, «si tenta oggi di aggiornare la narrazione, promettendo nuovi Ogm indistinguibili (a detta delle lobby) dai prodotti dell’agricoltura contadina, e che si vorrebbe quindi far arrivare sulle nostre tavole senza più valutazione del rischio, né tracciabilità né etichettatura, oggi obbligatorie per legge» spiegano gli autori. 

Il secondo capitolo smonta ogni pezzo «di questa grande menzogna, che ha lo scopo di radere al suolo il principio di precauzione, realizzando appieno il sogno di imprese multinazionali, governi conniventi e biotecnologi in cerca di gloria e finanziamenti» si legge nell’introduzione del volume. Il terzo capitolo è dedicato «a raccontare l’evoluzione che le scienze della vita stanno attraversando, in un tentativo di estendere il dominio sui sistemi alimentari dichiarando l’uguaglianza tra natura e tecnica, tra biotecnologia e agroecologia, secondo una filosofia dell’indistinzione scippata ai movimenti sociali e reinterpretata in chiave estrattiva. Una “santa alleanza”, quella tra scienza e capitale, che vediamo espressa plasticamente nel sistema dei brevetti, il pilastro attorno al quale ruota la possibile deregulation dei nuovi Ogm». 

Quarto e quinto capitolo analizzano «la storia, la filosofia e la modalità con cui il brevetto consente l’appropriazione e la privatizzazione della biodiversità agricola e del cibo. La strategia mira a trascinare i contadini sotto l’influenza di un’industria sementiera che, per sostenere la propria continua espansione, non si fa scrupoli a scaricare sulla collettività i rischi di tecnologie pericolose e imprevedibili». 
Che fare, dunque, di fronte a questo mostro silenzioso che trasforma in merce ogni forma di vita, azzannando ogni spazio di autonomia e sputandoci in faccia le scorie? 
Nel sesto e ultimo capitolo vengono descritte «sul fronte delle pratiche e su quello della lotta politica, le strade che portano verso direzioni emancipative» e che vedono i due co-autori impegnati nel Centro Internazionale Crocevia, che da decenni si batte per queste cause. 
Si apre dunque una finestra di conoscenza sulle pratiche agroecologiche portate avanti dai contadini di cinque continenti e sulla loro battaglia per ottenere quadri normativi globali coerenti, tesi ad affermare i diritti collettivi a conservare, riutilizzare, scambiare e vendere le proprie sementi e a contrastare la brevettazione del vivente.
«Abbiamo voluto scrivere questo libro per dare una voce sul tema dei nuovi OGM a chi subirà le conseguenze più pesanti di queste tecnologie – spiega Stefano Mori, coordinatore del Centro Internazionale Crocevia – La mancanza di informazione sui nuovi OGM rischia di impedire alle persone di conoscere il peso di una possibile deregolamentazione di organismi geneticamente modificati che finirebbero nei loro piatti e nei campi degli agricoltori. Non possiamo permetterlo. Da decenni difendiamo l’agroecologia contadina e la sovranità alimentare e attraverso le loro voci abbiamo raccontato quali sono i problemi dei nuovi OGM e quali sono le soluzioni alle conseguenze dei cambiamenti climatici dall’ottica dei movimenti di tutto il mondo».
«Il libro tiene insieme diversi elementi – dettaglia Francesco Panié, responsabile della comunicazione di Crocevia – Intrecciamo il racconto dell’evoluzione storica nel campo della modificazione genetica, con un piano di analisi delle politiche e di denuncia delle relazioni tossiche tra multinazionali, istituzioni e scienziati. Ma oltre a sviluppare la critica, proviamo anche a offrire degli spunti per cercare altre strade, che portino verso l’agroecologia e i diritti dei contadini alle sementi, fermando la brevettazione del vivente e la contaminazione dei campi e dei corpi». 
Buona lettura. Ma soprattutto, buona mobilitazione.

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