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La lotta dell’Africa contro i semi ogm

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In Mali l’associazione nazionale dei coltivatori ha iniziato a eliminare i semi ogm dopo avere constatato tutti i problemi che avevano comportato per agricoltura e salute. Il videoservizio con le interviste ai protagonisti.
La multinazionale Monsanto ha chiuso la propria sede in Burkina Faso (quartier generale del gruppo in Africa occidentale) a causa dello sciopero dei produttori di cotone burkinabé che hanno deciso di boicottare i semi ogm della Monsanto, da poco acquisita dalla tedesca Bayern. Grande la soddisfazione degli agricoltori dei Paesi dell’area che si erano uniti in una lotta comune. E verso la fine del 2016 il Burkina Faso, dopo aver abbandonato il cotone OGM di Monsanto, ha raggiunto risultati ottimali non solo in termini di quantità ma anche di qualità del prodotto. La raccolta di cotone era in crisi e con un prodotto di scarsa qualità e alla fine i produttori di cotone burkinabé hanno avuto un’idea: farla finita con le sementi OGM del cotone BT di Monsanto e la cosa ha funzionato splendidamente. Il raccolto è stato ottimo, il prodotto è  di eccellente qualità, si vende bene e a un maggior costo.
L’incredibile risultato del Burkina Faso inizia a far da traino per molti altri Paesi, ad esempio il Mali, che stanno intraprendendo battaglie per cacciare la Monsanto dai loro campi e tornare al cotone non OGM.
Vi proponiamo, dal Mali, il servizio di Andrea De Georgio per RaiNews24.

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