Grasso suggerisce di “mettere le mani nell’arnia” il meno possibile e lasciar fare alle api. Ispirandosi al metodo ideato da Oscar Perone, ideatore della permapicoltura, l’autore suggerisce una pratica apistica a basso impatto ambientale, basata su un nuovo modello di arnia in grado di soddisfare a pieno le esigenze etologiche dell’organismo alveare, in modo da offrire alle api le condizioni migliori per sviluppare strategie per sopravvivere ai nuovi parassiti e a un ambiente sempre più contaminato.
Lo abbiamo intervistato.
In cosa consiste il tuo approccio con le api? Cosa significa permapicoltura e in che cosa si differenzia dall’apicoltura tradizionale?
«Il mio approccio con le api si basa sull’osservazione dell’intera biologia della specie, sviluppando una visione che sia la più reale possibile del rapporto uomo-organismo alveare. Le api devono a mio avviso essere considerate come un animale unico e non un insieme di individui; un super organismo che ha un proprio scheletro, un proprio apparato riproduttivo e un proprio sistema immunitario. L’allevamento delle api, oggi, si basa sul nostro sistema produttivo economico e ciò limita una visione a 360 gradi. A partire dagli anni 60 l’apicoltura si è sempre piu specializzata, fino ad arrivare a un livello che non è piu in grado di collocare la specie
apis mellifera in un percorso evolutivo autonomo e indipendente. Oggi qualsiasi apicoltore sostiene che la vita delle api dipende dal suo allevatore e da una buona pratica apistica, altrimenti le api morirebbero. Posso tranquillamente sostenere che se l’essere umano avalla questa tesi, il
genere apis mellifera è in via di estinzione. Se un essere vivente dipende da un altro essere vivente si può dichiarare in via di estinzione. Questa visione non è reale, è tipica di un’interpretazione antropocentrica della cultura occidentale dove l’essere umano è il solo in grado di controllare e comprendere la natura. Le problematiche legate alle api non sono riconducibili solo ed esclusivamente alle patologie, mi riferisco a parassiti e predatori, ma soprattutto all’uso di
sostanze tossiche in agricoltura e al tipo di allevamento che questi insetti sono costretti a subire. La permapicoltura basa le sue concezioni filosofiche e pratiche su quest’ultimo aspetto, ossia la modalità in cui il genere apis mellifera è costretta a vivere. Sono pienamente cosciente che ciò che espongo nel libro
“La rivoluzione dell’alveare” può essere interpretato come un attacco spietato nei confronti dell’
apicoltura convenzionale, ma vi assicuro che non è assolutamente così.
La permapicoltura propone di emulare la natura seguendo le sue leggi, basate su principi ecologici e modelli organizzativi e tutte quelle caratteristiche che sono presenti in un ecosistema, e che oggi siamo soliti chiamare permacultura, ossia agricoltura permanente. Sulla base di questo concetto l’apicoltore argentino Oscar Perone ha coniato il termine Permapicoltura, creando un’arnia che rispettasse in pieno il ciclo naturale dell’organismo alveare. Per dirlo con parole piu semplici, un allevamento semi-selvatico in cui l’alveare può tranquillamente sviluppare in maniera autonoma il suo percorso evolutivo e attuare le sue capacità di resistenza non solo di fronte alla presenza di nuovi o vecchi predatori o parassiti ma anche ai drastici cambiamenti climatici che il nostro pianeta sta attraversando».
Quali ritieni siano i benefici che si possano trarre da questo approccio?
«I benefici che si possono trarre da questo approccio sono molteplici. Prima di tutto meno costi per gli apicoltori per mantenere in vita le proprie api. Promuovere un allevamento basato sulla selezione di api che vivono in condizioni piu vicine alla natura è un investimento per ogni apicoltore e la strada più sensata per api più resistenti. Restituire al genere apis mellifera la giusta collocazione su un piano evolutivo della specie, riconoscendone non solo un ruolo fondamentale per l’ecosistema, ma anche come individuo in grado di adattarsi. Di fronte a un evidente fallimento della lotta abbattente con prodotti di sintesi verso le varie paologie delle api, negli ultimi anni l’apicoltura convenzionale promuove una selezione artificiale di individui piu idonei, basata su presupposti e criteri legati non solo alla produzione ma soprattutto alla sua virulenza e sulla sua capacità di resistenza ai fattori patogeni. Vengono cosi fecondate artificialmente regine con fuchi selezionati con caratteristiche di pregio da introdurre sul mercato che ogni apicoltore può acquistare per il proprio apiario. Ritengo che ottenere api resistenti senza mettere in discussione il tipo di allevamento che si conduce sia controproducente. Non sono solo le caratteristiche genetiche di alveari più longevi a fare la differenza ma è il modo in cui vivono che permette all’organismo alveare di attuare le proprie strategie di difesa o sviluppare nuove capacità di adattamento ad un contesto climatico sempre piu irregolare. L’ apicoltura convenzionale si basa su individui selezionati dall’uomo e su sciami artificiali e non su processi naturali;
come stupirsi se questi esseri oggi dipendono dagli interventi umani o dai farmaci? Dagli anni Ottanta con l’arrivo della varroa, l’essere umano ha cercato di eliminarla rafforzando l’acaro e indebolendo di fatto le api. Non si è pensato a sostenere un processo di coesistenza che la natura prevede, creando un giusto equilibrio tra parassita e soggetto parassitizzato, ciò a contribuito alla situazione odierna. Dopo trentacinque anni di lotta contro il parassita l’uomo ha passato forse due generazioni, il genere apis mellifera almeno venti. Venti generazioni costrette a subire strategie e interventi sempre piu invasivi. In questo contesto come può un individuo evolvere sviluppando tecniche di difesa? La
permapicoltura ad oggi non può competere con i risultati di produzione dell’apicoltura convenzionale, ma sostenere un processo di evoluzione naturale sarà inevitabile in quanto i soggetti selezionati dall’uomo sono sempre più deboli. Chi intraprende un percorso in permapicoltura dovrà tener conto di probabili morie, e un calo di produzione, ma sono le leggi della natura e non possiamo far altro che rispettarle o assecondarle nel miglior modo possibile; l’analisi e l’osservazione diretta sul campo. Gradualmente senza compromettere il proprio apiario si può iniziare ad installare apiari in permapicoltura magari seguiti da associazioni apistiche o dagli enti del settore. Offrire uno spazio semiselvatico alle api può contribuire ad un cambio di rotta dalle piu ampie portate con tempistiche molto piu brevi di quelle che si possa pensare».
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Letture utili
Allevare le api in modo naturale con la Permapicoltura.
Negli ultimi anni, a causa delle continue morie di api, dei cambiamenti climatici in corso e dei numerosi trattamenti contro i parassiti vecchi e nuovi, il lavoro dell’apicoltore è diventato difficile e poco remunerativo. La proposta provocatoria e rivoluzionaria di Mauro Grasso parte da un principio semplicissimo: proviamo a mettere le mani nell’arnia il meno possibile e lasciamo fare alle api.
Ispirandosi al metodo ideato da Oscar Perone, ideatore della permapicoltura, l’autore suggerisce una pratica apistica a basso impatto ambientale, basata su un nuovo modello di arnia in grado di soddisfare a pieno le esigenze etologiche dell’organismo alveare, in modo da offrire alle api le condizioni migliori per sviluppare strategie per sopravvivere ai nuovi parassiti e a un ambiente sempre più contaminato.
Questo libro è una sfida e insieme un invito, rivolto a tutti gli apicoltori, professionisti o alle prime armi, a mettersi in gioco per trovare insieme nuove strade.
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Attività educative e didattiche per fare apicoltura con i bambini.
Questo volume è una ricca guida pratica utile per far conoscere ai bambini l’affascinante mondo delle api.
E per renderli consapevoli del lavoro svolto dalle api, dall’impollinazione alla produzione di miele.
I più piccoli potranno visitare gli alveari nella più completa sicurezza e amare questo insetto fondamentale per la salvaguardia della biodiversità.
Si tratta di un volume per educatori, per insegnanti e per apicoltori, nonché per tutti coloro che vogliono capire l’affascinante mondo delle api e trasmetterlo ai bambini, che sono acuti osservatori e sanno comprendere molto bene dall’esperienza.
Osservare da vicino le api e comprenderne le dinamiche e gli equilibri – è il messaggio di Allier – è il modo migliore per comprendere la preziosa funzione di questi pronubi e creare con loro un legame che rimarrà indelebile e aiuterà il bambino a maturare una coscienza ecologica autentica perché nata dall’esperienza diretta.
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