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L’agricoltura naturale e l’arte del non fare

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I 25 vantaggi che distinguono l’agricoltura naturale da ogni altro approccio. Li trovate qui, rilanciati anche da Kutluhan Ozdemir, co-fondatore della Ran, Rete per l’Agricoltura Naturale in Italia.

L’agricoltura naturale e l’arte del non fare

Kutluhan Özdemir, insieme a Ezio Maisto, è il fondatore della RAN, Rete per l’Agricoltura Naturale in Italia, e ha imparato dagli allievi diretti di Masanobu Fukuoka, che peraltro ha conosciuto. Ha poi portato l’approccio dell’agricoltura “del non fare” nel nostro paese. Dal 2018 nelle Marche condivide e diffonde le sue conoscenze.

«Dopo circa dieci anni di pratica dell’agricoltura naturale, posso considerarmi un testimone piuttosto privilegiato dell’abbondanza che ne deriva e che, giorno dopo giorno, mi arricchisce anzitutto come essere umano» scrive nel suo libro “L’agricoltura naturale e l’arte del non fare” (Terra Nuova edizioni).

«L’agricoltura naturale richiede una conversione e un noviziato in natura per il quale sono rari gli apprendisti», ma oggi l’attenzione sta crescendo anche perché si tratta di una pratica agroecologico e rispettosa della natura.

Ecco i 25 vantaggi dell’agricoltura naturale:

  • 1. Progressivo aumento, anno dopo anno, della fertilità del suolo.
  • 2. Capacità del suolo di rigenerarsi e fertilizzarsi da solo.
  • 3. Diminuzione dei fenomeni erosivi e del rischio idrogeologico.
  • 4. Cibo più genuino, nutriente e saporito.
  • 5. Minore necessità di lavoro.
  • 6. Ottima resa produttiva.
  • 7. Possibilità di raggiungere l’autosufficienza alimentare grazie alla policoltura.
  • 8. Autoproduzione delle risorse necessarie (es.semi, pacciamatura).
  • 9. Riduzione al minimo della necessità di irrigare.
  • 10. Conservazione e incremento della biodiversità.
  • 11. Piante più sane e resistenti alle malattie.
  • 12. Costi di produzione e investimento vicini allo zero.
  • 13. Reddito equo rispetto alla quantità di lavoro.
  • 14. Nessuno spreco del raccolto.
  • 15. Impatto ambientale nullo.
  • 16. Bilancio di sostenibilità positivo (es. assorbimento emissioni, rivegetazione ecc.).
  • 17. Indipendenza da trattori e altre macchine a petrolio.
  • 18. Indipendenza dal sistema creditizio.
  • 19. Affrancamento dal sistema degli incentivi pubblici.
  • 20. Nessuna necessità di manodopera sottopagata.
  • 21. Nessun bisogno di interventi di ingegneria genetica.
  • 22. Miglioramento della qualità di vita dei contadini.
  • 23. Rispetto della terra e dell’insieme degli esseri viventi che la abitano.
  • 24. (Ri)acquisizione della fiducia nella saggezza e nell’abbondanza della natura.
  • 25. Dulcis in fundo… profonda gioia!

UNA LETTURA UTILISSIMA!

L’AGRICOLTURA NATURALE E L’ARTE DEL NON FARE

Seguendo le orme del celebre agronomo giapponese, Kutluhan Özdemir svela, con semplicità, i segreti per avviare, ciascuno nel suo orto, campo o frutteto, la propria personale “rivoluzione del filo di paglia”.

Dopo aver conosciuto gli allievi di Fukuoka in tre diversi continenti, l’autore si è stabilito nelle Marche, dove ha fondato una fattoria naturale divenuta punto di riferimento per chi sogna di coltivare una sobria e permanente abbondanza di cibo genuino a costi irrisori. Da qui si muove in tutto il mondo per divulgare l’arte del “non fare” attraverso i suoi laboratori.

QUI PUOI ANCHE SFOGLIARE L’ANTEPRIMA

L’agricoltura “del non fare” in Italia: teoria e pratica di un approccio rispettoso della natura

Qui il webinar con Kutluhan Ozdemir

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