Maurizio Pittera ha fondato l’associazione Permacultura Firenze e, con la moglie, ha realizzato aiuole rialzate, un oliveto e un biolaghetto con fitodepurazione.
Insegnante part-time, abita in collina all’Antella e insieme alla moglie coltiva da molti anni un ettaro di terra in modo totalmente organico. Durante il corso di 72 ore di progettazione in Permacultura – in seguito al quale ha fondato l’Associazione “Permacultura Firenze” – ha potuto definire meglio, grazie anche ai consigli dei formatori, la visione complessiva della strutturazione e funzionalità delle aiuole, in tutti gli aspetti portanti (zonazione, settori, flussi energetici, etc ).
«Ho così realizzato delle aiuole rialzate (consociate a diverse piante da frutto) particolarmente adatte alla mia terra che si sviluppa su tre balzi di cui il più esteso è occupato da un oliveto intervallato nelle interfila da stretti terrazzamenti a bancali – spiega Maurizio – Infine, nel punto più alto dell’oliveto, in prossimità del bosco, abbiamo progettato un biolaghetto con la tecnica della fitodepurazione. Questi impianti permanenti si basano su una semplice tecnica costruttiva al servizio di una produzione agricola naturale , con impianti permanenti nello spirito progettuale proprio della Permacultura. I presupposti sono quelli dell’agricoltura sinergica: netta separazione fra terreno coltivato e il calpestio dei passaggi, la non lavorazione del terreno,profondo dissodo della terra trasferita nelle aiuole (cm. 60/70×1,20) che resta particolarmente sciolta grazie anche all’effetto traspirante del tessuto-non tessuto, l’autofertilizzazione, l’irrigazione goccia a goccia,la pacciamatura di copertura».
Le caratteristiche innovative di questo sistema, si possono sintetizzare in cinque punti :
1- Estrema semplicità costruttiva delle aiuole nel mix dei tre materiali utilizzati: pali di legno (castagno, acacia o altri legni durevoli), rete elettrosaldata con maglie di cm. 10×10, un tessuto – non tessuto color verde, spesso e molto resistente (prodotto da riciclaggio), tutti e tre a loro volta riciclabili
2- Grande plasticità costruttiva degli impianti che permettono una scelta diversificata delle forme delle aiuole stesse che meglio si possono adattare all’ambiente scelto per l’alloggiamento
3- Relativa economicità di spesa dei materiali suddetti, laddove non risulta possibile avere disponibili localmente altri materiali per aiuole rialzate dello stesso tipo
4- Una comodità, una piacevolezza di lavoro, una semplificazione nel seguire tutte le fasi del percorso produttivo dell’orto , compreso un rigoglioso e fitto accrescimento vegetativo di tutte le piante: tutti aspetti che, per quanto ci riguarda come famiglia, non esito a definire eccezionali.
5- Sono proprio belle, il disegno armonico di tutto l’ambiente che ne deriva è stato sottolineato da tutti i visitatori.
«Ci fa piacere condividere il nostro progetto di coltivazione che si ispira, fondamentalmente, ai principi dell’agricoltura sinergica di Emilia Hazelip, approfonditi anche attraverso i seminari di Antonio De Falco che, in una recente visita, ci ha incoraggiato nel proseguire questa esperienza».
«Il nostro obiettivo è quello di divulgare e rendere fruibile anche da altri un sistema di coltivazione a ciclo continuo in poco spazio che è risultato particolarmente proficuo per la produzione di ortaggi di ogni tipo. Ortaggi che insieme con i prodotti trasformati ( conserve di pomodori, marmellate , succhi e altro) vengono condivisi con un gruppo di famiglie facenti parte di un GAS della zona, che in parte collabora ai lavori dell’orto e alla raccolta».
Forza Maurizio!
Di seguito trovate le bellissime fotografie delle aiuole e del terreno di Maurizio