«Finalmente
il governo inserisce sul suo sito ufficiale un chiarimento e consente esplicitamente di recarsi all’orto. Lo avevamo chiesto più volte, dalla
lettera aperta alle interviste in radio, dagli articoli di giornale alle decine di mail inoltrate a ministeri e regioni»: così Matteo Cereda, ideatore della community “Orto da coltivare” e autore di “Ortaggi insoliti” (Terra Nuova Edizione).
«Adesso finalmente ci si può recare all’orto, anche se si trova in un comune diverso da quello di residenza – spiega Cereda
sul suo sito web – Nella
pagina delle FAQ al decreto #iorestoacasa del 10 aprile 2020 che norma le restrizioni agli spostamenti volte a limitare i contagi da covid 19, ora si parla anche di orto hobbistico. Un passaggio importante che
permette a moltissime persone che coltivano un terreno non adiacente alla propria abitazione di raggiungere il proprio orto».
«La faq governativa dice che chi coltiva per autoconsumo ha la possibilità di andare all’orto, anche fuori dal proprio Comune – prosegue Cereda -Le condizioni poste sono di portare con sé l’autodichiarazione, inoltre il terreno deve essere in possesso e deve essere destinato effettivamente alla coltivazione».
Cosa deve esserci sull’autocertificazione
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Le informazioni personali.
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La proprietà o il possesso del terreno ad uso agricolo.
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Il percorso da percorrere per raggiungerlo, che deve essere il più breve.
Chi non può andare all’orto
«Secondo le indicazioni quasi tutti possono andare all’orto, tuttavia ci possono essere ancora casi in cui non si ha il permesso di farlo» spiega Cereda.
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Possibili norme regionali. Occorre fare attenzione a eventuali norme della propria regione: qualora una giunta regionale decidesse di limitare ulteriormente gli spostamenti, avrebbe la facoltà di negare il permesso. Al momento non ho notizia di restrizioni regionali (tante regioni anzi si erano già espresse prima del governo per consentire ai cittadini di raggiungere l’orto) ma invito a verificare.
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L’orto della seconda casa. Si può raggiungere solo terreni a uso agricolo, se l’orto è all’interno di una seconda casa è espressamente vietato raggiungerlo, salvo casi di emergenze fitosanitarie prescritte dalle autorità competenti, che richiedano pratiche agronomiche.
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L’orto di un amico. Per poter andare all’orto bisogna avere il possesso del terreno, non ci si può spostare per coltivare l’orto di un amico o di un parente.
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In questi giorni ho ricevuto svariate centinaia di messaggi di persone che non potevano raggiungere il proprio orto.
«Ho letto
tante storie che mi hanno colpito: chi è disoccupato e coltiva per mangiare, chi si prende cura degli olivi di famiglia, chi lavora come operatore sanitario e all’orto “stacca la spina” in un periodo di grande carico lavorativo, chi ha il parkinson e grazie all’orto fa una salubre attività fisica – aggiunge Cereda – Tre settimane fa avevo scritto
una lettera aperta al governo su questo tema, unendo la mia voce a quella di molte altre persone. Insieme agli amici di Bosco di Ogigia, ad Ambiente Bio, a Puro, al Movimento per la Decrescita Felice, a UNCEM, a Luca Mercalli e a tanti altri ci siamo impegnati perché si tenesse conto dei tanti che coltivano un terreno distaccato dalla propria abitazione».
«Alla fine qualcuna delle nostre voci è arrivata al ministro, che infatti scrive sulla sua pagina Facebook “Mi avete scritto in tanti, chiedendo di potervi prendere cura del vostro orto, a rischio per l’abbandono forzato dovuto alla quarantena” – prosegue Matteo Cereda -Grazie quindi a tutti quelli che si sono impegnati mandando lettere o mail, scrivendo articoli o semplicemente parlando di questo tema ad altre persone. Finalmente possiamo riprenderci i nostri orti in tutta Italia. Il periodo è molto difficile e mi auguro che la coltivazione sia di conforto a molti, grazie al rapporto profondo che instaura con la natura. Siamo a metà aprile ed è un periodo cruciale per i lavori in campo, per cui un buon lavoro e un augurio di ottimi raccolti».