Mondeggi, presidio a Firenze: «Fermate la vendita»
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Il 30 novembre era l’ultimo giorno per presentare le manifestazioni d’interesse alla città metropolitana per poi far uscire un bando di vendita personalizzato. «Vogliamo esserci anche noi a presentare la nostra manifestazione di interesse – dicono dal presidio – Esattamente quattro anni or sono una nutrita delegazione del neonato comitato contro la vendita della fattoria di Mondeggi, già allora ponendosi in una dimensione anche e soprattutto progettuale, incontrava un alto rappresentante della Provincia di Firenze, proprietaria della tenuta, in quella che sarebbe stata la prima occasione di dialogo formale circa il destino di Mondeggi. Dialogo che, com’è facile immaginarsi, fin da subito è rimasto impantanato in una melma fatta di dichiarazioni smentite e giustificazioni di comodo, porte aperte in piccoli spiragli e chiuse in faccia con violenza disarmante».
In questi anni è costato costituito un presidio contadino permanente all’interno della fattoria; «l’attività agricola si è così finalmente rimessa in moto, così come la gestione condivisa e aperta del potenziale produttivo esistente e la progettazione di nuove attività, l’abitazione e la ristrutturazione delle case vuote e degradate, la messa per iscritto, con la Dichiarazione di Uso Civico, della struttura gestionale che fa da fulcro a tutta l’esperienza» spiegano i cittadini di Mondeggi.
«É cambiato l’interlocutore e la situazione patrimoniale: la Provincia si è trasformata in Città Metropolitana, accentrando di fatto il potere nelle mani del sindaco di Firenze, e giusto lo scorso anno è rientrata in possesso della totalità della fattoria dopo aver estinto (con soldi pubblici) il debito che la S.R.L. di sua proprietà aveva contratto negli anni. Ciò che viceversa è rimasta immutata, cristallizzata nelle mani e nelle teste di chi occupa i palazzi, è la volontà di alienare, di disfarsi di Mondeggi quasi fosse immondizia organica dall’odore nauseabondo, non volendo di proposito vedere alcuna potenzialità sociale nei suoi 150 ettari di terreni agricoli e boschi, nei suoi fabbricati rurali e nella villa rinascimentale. Adesso che la giustificazione del debito da coprire è stata sciolta come neve al sole dai fatti, nemmeno più viene addotta una motivazione coerente e plausibile; semplicemente è necessario procedere, con i soli introiti (nemmeno troppo ingenti) nel mirino».
«L’ultimo episodio, il più fresco all’interno di questo braccio di ferro tra chi vuol buttare Mondeggi in pasto ai pescecani e chi viceversa la vuol far vivere nella partecipazione collettiva, consiste nella pubblicazione di un bando per la presentazione di una “manifestazione di interesse” circa la tenuta intera o parte di essa.
Traducendo in termini più espliciti, la Città Metropolitana invita chi fosse interessato a comprare a farle pervenire un’offerta di massima, per poi, nel caso, creare un bando ad hoc per la vendita vera e propria – proseguono i promotori del presidio – Come Mondeggi Bene Comune Fattoria senza padroni, ovvero come chi, da ormai quattro anni, impiega il proprio tempo e le proprie energie nel recupero e nella valorizzazione del bene fuori da qualsiasi logica profittevole o di convenienza politica, contando soltanto sull’autogestione e sulla partecipazione popolare, intendiamo denunciare con forza questo ennesimo tentativo di privatizzare un bene comune che in quanto tale dovrebbe essere considerato inalienabile. Chiediamo che la voce, per fortuna sempre più potente e corale, di chi si “interessa” veramente e senza doppi fini a Mondeggi venga ascoltata; rigettiamo nel contempo al mittente ogni accusa di illegalità formale nell’agire: se di illegalità si parla, è da cercarsi nei comportamenti di coloro che hanno speculato sulla fattoria fino a farla affondare, non di certo in chi la recupera dall’abbandono. Altre esperienze in Italia dimostrano come l’affidamento alla collettività intera di beni immobili pubblici sia possibile; in questo caso, è evidente, ciò che manca è solo la volontà politica».