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Navdanya International: «Il Pianeta e noi: siamo un tutt’uno»

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«La salute del pianeta e la salute delle persone sono un tutt’uno e sono preservate attraverso il ciclo del cibo, della vita, della rigenerazione. Siamo parte della natura e dei suoi complessi processi viventi. La terra, il cibo e il nostro corpo sono sistemi viventi interconnessi»: così Navdanya International, l’organizzazione presieduta da Vandana Shiva, in occasione della Giornata Mondiale della Terra.
Navdanya International: «Il Pianeta e noi: siamo un tutt’uno»

«Il cibo è Medicina quando fa parte del flusso della vita, dal suolo, alle piante, al nostro intestino. La biodiversità è cibo, è salute e alimenta altra biodiversitàsi legge nella nota diffusa da Navdanya – Al centro di un futuro ecologico c’è un continuum tra il cibo e la vita. Quando questo delicato equilibrio viene disturbato, le conseguenze si ripercuotono su tutti gli aspetti della vita. Il cibo industriale prodotto utilizzando combustibili fossili e sostanze chimiche di sintesi sta portando all’estinzione la biodiversità sulla terra e nel nostro organismo, diminuendo la nostra diversità culturale e alimentare, causando fame e malattie croniche. Dall’uso indiscriminato di sostanze chimiche alla proliferazione di OGM e monocolture, le priorità degli speculatori hanno devastato i sistemi ecologici, la nostra salute e i nostri mezzi di sussistenza. La globalizzazione ha accelerato questa tendenza distruttiva, esportando un modello di produzione alimentare che dà priorità al profitto rispetto alle persone».
«L’agricoltura industriale e i sistemi che alimenta sono basati sui combustibili fossili e sulla plastica, che in tutto il mondo hanno causato devastazione agli ecosistemi, alla nostra salute, alla salute del suolo e alla biodiversità – prosegue Navdanya – Le monocolture che stanno alla base dell’agricoltura industriale sono funzionali all’utilizzo dei combustibili fossili e stanno provocando la perdita di biodiversità e diversità genetica, l’inquinamento dell’acqua e del suolo, le malattie croniche e l’estinzione delle specie. Lo squilibrio dei ritmi e dei cicli naturali della Terra ha causato il deterioramento della salute umana e del Pianeta, oltre al caos climatico. La biodiversità rappresenta una pietra angolare della resilienza climatica, una componente vitale a tutti i livelli degli ecosistemi. Anche la salute deve abbracciare la diversità, il ricco tessuto della vita che ci sostiene. La vera sovranità sul nostro benessere può essere raggiunta solo lavorando in armonia con tutte le fonti del nostro sostentamento, dal cibo, all’acqua, al suolo, alla biodiversità. Chiediamo la protezione della Terra a tutti i livelli per un futuro più resiliente».
«I diritti di Madre Terra sono profondamente radicati nell’essenza della vita stessa: il seme – scrivono ancora da Navdanya – Il seme incarna l’essenza della sovranità della Terra, rappresentando il suo diritto innato a fiorire ed evolversi secondo i propri ritmi. Solo in un sistema alimentare privo di veleni il seme può fiorire veramente, libero dalle catene della contaminazione chimica e dell’avidità del mercato. È nella pratica dei piccoli agricoltori attenti e di tutti gli altri custodi della Terra che questi diritti trovano la loro espressione più vera, attraverso la tutela del suolo, della biodiversità, della diversità culturale e della salute in tutte le sue forme. Il ritorno alla terra è vitale per la libertà e la sopravvivenza umana. Dobbiamo rigenerare i nostri semi, i nostri terreni e quindi il nostro futuro. In questa Giornata della Terra, i sintomi del nostro pianeta malato sono ormai fin troppo evidenti. Ci rifiutiamo di seguire il percorso verso l’estinzione tracciato davanti a noi, perché l’estinzione non è un’opzione: è un affronto all’essenza stessa della vita stessa. In questa Giornata della Terra lanciamo un appello all’umanità affinché intraprenda il cammino della rigenerazione della Terra. Il percorso che inverte il degrado della terra, del nostro cibo, della nostra libertà. Il percorso che apre la strada a un futuro vivibile, costruito sulle molteplici, diverse, realtà ecologiche. Il percorso attraverso il quale i sistemi alimentari e agricoli nelle diverse culture si sono evoluti nel corso di migliaia di anni e possono continuare ad evolversi nel futuro. Mentre ci troviamo a un bivio del nostro futuro, riaffermiamo il nostro impegno nei confronti della Terra e dei suoi diritti intrinseci. Il nostro impegno è di dedizione alla difesa della biodiversità, alla preservazione della salute e all’empowerment dei custodi della terra come custodi del futuro del nostro pianeta.
Per Navdanya, bisogna «porre fine a un secolo di petrolio, prodotti petrolchimici, veleni, plastica e inquinamento del suolo, dell’acqua, dei semi, del nostro cibo e dei nostri corpi. Rinnoviamo il nostro impegno per coltivare e diffondere cibo e agricoltura privi di veleni.
Ci impegniamo a proteggere e rigenerare la nostra biodiversità, curando la terra, curando la comunità umana, tutelando la salute delle generazioni future. Recupereremo i nostri semi, il nostro cibo, la nostra salute, la nostra conoscenza, che ci è stata rubata».
«I veri custodi della nostra Terra sono i guardiani della salute, i custodi della biodiversità e l’incarnazione dei diritti della Terra e delle persone. Ricostruiremo la solidarietà e la comunità e insieme coltiveremo la speranza. Lavorando con la Terra, faremo crescere l’abbondanza. Invertiremo la desertificazione del suolo, del nostro corspo, delle nostre menti, dei nostri cuori. Uniti come un’unica umanità su un unico pianeta, faremo crescere la vita, la salute e il benessere. È dal suolo che nascono la biodiversità, la diversità culturale, la salute e la resilienza climatica. Proteggere la terra è proteggere la nostra vita, il nostro futuro, la nostra libertà».
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LETTURE UTILI

Una vera rivoluzione oggi può e deve partire dalla produzione del cibo, un grande campo di azione dove il sistema agroalimentare globalizzato ha cancellato la biodiversità, avvelenato il suolo e reso la nostra dieta sempre più omologata e insostenibile.
Il cambio di paradigma si impone anzitutto nella produzione agricola e nella salvaguardia dell’ambiente, da cui dipende il mantenimento degli ecosistemi e della salute dell’uomo. Gli autori del libro, tra cui spiccano le figure di Vandana Shiva e Franco Berrino, tracciano un’inversione di rotta a cominciare dal nostro stile di vita: bisogna dire sì ai sistemi agricoli naturali su piccola scala, per recuperare la vitalità del cibo e garantire un accesso più democratico alle risorse della terra. E bisogna dire no all’avanzata di un modello produttivo basato sullo sfruttamento dei popoli e degli ecosistemi.
In gioco c’è la nostra salute e la sopravvivenza pacifica sul pianeta Terra.

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La crisi ambientale, sociale ed economica che viviamo oggi ha un principale colpevole: l’attuale modello agroalimentare, che espone l’intero Pianeta ai pericoli di una nuova estinzione di massa, depredando le risorse naturali, come l’acqua e la fertilità dei suoli. In questo nuovo libro, Vandana Shiva e Andre Leu presentano i risultati delle ultime ricerche scientifiche, dimostrando che un altro modello agricolo non solo è possibile, ma anche necessario, per combattere la fame, frenare i cambiamenti climatici e arginare la devastazione del Pianeta.
La questione ha anche una valenza di ordine sociale e politico. L’agricoltura industriale, basata su monocolture, pesticidi e biotecnologie, rende sempre più dipendenti e indebitati gli agricoltori consegnando i saperi, i mezzi di produzione e gli stessi semi nelle mani di poche multinazionali, con una concentrazione di potere senza precedenti nella storia.
In un testo destinato a fare storia, gli autori smontano un modello produttivo a lungo celebrato come efficiente, ma che ad uno sguardo più attento si mostra del tutto incapace ad affrontare le sfide della crisi climatica, la fame nel Sud del mondo e la malnutrizione cronica nei paesi cosiddetti sviluppati. La soluzione è nelle pratiche agricole sostenibili supportate da nuove conoscenze agronomiche in grado di valorizzare la complessità del vivente, garantire cibo sano per tutti e una nuova democrazia per il futuro del Pianeta.

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